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Maestri: “Il mio Giro d’Italia a tutta velocità”

di Aldo Spadoni
Maestri: “Il mio Giro d’Italia a tutta velocità”

Il luzzarese protagonista della Corsa Rosa

30 maggio 2024
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REGGIO EMILIA Al settimo Giro d’Italia, è arrivata la sua definitiva consacrazione.

Mirco Maestri, luzzarese di Casoni, capitano del Team Polti Kometa, ha chiuso un grande Giro d’Italia, come un vero e navigato capitano, dove oltre ad aver fatto da “chioccia” ai suoi giovani compagni, si è ritagliato grande spazio nel cuore degli appassionati delle due ruote grazie alle sue lunghissime fughe.

In totale il luzzarese è stato all’attacco per ben 523 chilometri, un quarto dei quali percorsi in uno dei momenti più spettacolari di questa edizione della Corsa Rosa, nell’indimenticabile frazione dei “muri marchigiani” in compagnia del due volte iridato Julian Alaphilippe, dove ha poi chiuso stremato al nono posto ma con i complimenti e l’abbraccio del campione rivale: «Meritava di vincere la tappa» disse di lui Alaphilippe subito dopo aver tagliato il traguardo.

In questa sua settima apparizione alla corsa rosa, ha dimostrato oltre alla sua classe di passista, il suo coraggio, la sua generosità e soprattutto da non dimenticare, la sua grande modestia.

In un’edizione che ha incoronato come indiscusso protagonista lo sloveno Pogacar, Maestri ha saputo entrare di diritto tra i più apprezzati ciclisti a livello internazionale; si la Polti guidata da Ivan Basso è la sua seconda famiglia, ma le indiscrezioni dicono che interessi per la prossima stagione a molti club World Tour.

Nella nona tappa, la Avezzano-Napoli, Mirco con una delle rivelazioni del Giro, il suo compagno di squadra Andrea Pietrobon, Maestri è stato poi protagonista di una lunga fuga a due, dove ha poi ricevuto l’ambito Premio Combattività. Nella 12ª frazione poi la grande fuga capolavoro con Julian Alaphilippe, nella 16ª frazione la lunga fuga sotto la neve e il diluvio della Lasa-Monte Pana e nella 18ª da Fiera di Primiero-Padova ancora all’attacco con Pietrobon per decine di chilometri e vittoria del Premio Combattività. Alla fine, Maestri ha chiuso il suo settimo Giro d’Italia con risultati di tutto rispetto: tre Gran Premi della Montagna, quattro traguardi volanti, due traguardi Intergiro e due Premi Combattività. E davvero, di fronte a risultati così importanti, l’unico rammarico deriva probabilmente dal fatto che mancava giusto una vittoria di tappa.

Come è stata la sua settima avventura al Giro d’Italia?

«È stato per me un Giro d’Italia corso ad altissima velocità, sono molto soddisfatto della condizione tenuta per le tre settimane e come squadra siamo molto contenti di come abbiamo corso ed i risultati che abbiamo ottenuto, nonostante purtroppo non sia arrivata quella vittoria di tappa che ci saremmo meritati. Ho disputato quattro tappe in fuga per un totale di 523 chilometri all’attacco, il rammarico è stato quello di essere riuscito a portare a casa una vittoria di tappa che inseguo da anni e mi sfugge sempre per un nulla».

Lei è stato protagonista di una delle pagine più belle di questo Giro, ovvero la sua lunga fuga con un mostro sacro del ciclismo moderno, il francese Julian Alaphilippe. Come è andata quel giorno?

«Con Julian vi è stata sin da subito un’intesa incredibile nonostante non avessimo mai gareggiato insieme, sembrava ci conoscessimo da una vita, è stata un’avventura incredibile ed indimenticabile, con i tifosi che ci hanno incitato per tantissimi chilometri».

La cosa che ha colpito tutti è stata la sportività di Alaphilippe nei suoi confronti. . .

«Penso che i suoi ringraziamenti ed i suoi abbracci a fine tappa, facciano parte dell’essenza sia dello sport che della vita, il giorno successivo mi ha poi regalato la maglia autografata che terrò sempre cara, credo anche che in un certo senso rimarremo legati per sempre».

Cosa pensa di Tadej Pogacar dopo averci pedalato fianco a fianco per tre settimane?

«Pogacar è un campione difficile da classificare, purtroppo ad oggi è superiore di due spanne rispetto a tutti gli altri, penso anche che abbia le carte per diventare il più forte ciclista della storia moderna delle due ruote. Pogacar sicuramente mi ha impressionato come tutta la Uae, il suo team, ma vorrei sottolineare che nessun atleta ha deluso perché penso che al Giro d’Italia tutti diano il 120%, purtroppo solo fattori esterni possono poi influenzare le prestazioni degli atleti».

Quali sono i suoi prossimi impegni agonistici internazionali?

«Dal 5 al 9 giugno sarò al via del 35° Tour ZLM in Olanda, cinque tappe adatte soprattutto ai velocisti, il via con una cronometro inaugurale di 14, 7 km sulle strade di Westkapelle e conclusione finale con il circuito di Oosterhout».

Visto il suo stato di forma, un pensierino al Campionato italiano che si correrà in Toscana, lo ha fatto?

«Al Campionato Italiano, che si disputa domenica 23 Giugno, con partenza da Firenze, su un percorso che interesserà il Mugello e le zone di Calenzano e Sesto Fiorentino, cercherò di fare bene in quanto è una corsa da onorare a prescindere, farò il massimo per arrivarci al meglio della condizione. Nella stessa settimana sulle strade di Grosseto gareggerò anche nella prova tricolore a cronometro».