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Nesta e la Reggiana: ecco perchè chi conosce il mister è ottimista

Wainer Magnani
Nesta e la Reggiana: ecco perchè chi conosce il mister è ottimista

Il tecnico ha chiesto tempo per capire se potrà tentare un’altra impresa

31 maggio 2024
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Reggio Emilia I tifosi granata si interrogano sul perché Alessandro Nesta si è preso un paio di giorni prima di accettare o meno la riconferma alla Reggiana. Nessuno ha la verità in tasca ma la logica porta a pensare che Nesta voglia riflettere sul fatto che dovrà battagliare anche nel prossimo campionato per portare la Reggiana alla salvezza anticipata. Vuole essere fermamente convinto di saper affrontare questa realtà, perché questa è la prospettiva che lo attende sulla panchina della Reggiana. Certo, è anche possibile imitare il Catanzaro che è arrivato a un passo dalla finale per la serie A pur spendendo gli stessi soldi dei granata, a testimonianza che non sempre conta il budget ma il saper scegliere i giocatori. Non sta aspettando un'opportunità da una squadra di serie B ambiziosa, anche perché le varie “finestre” si stanno chiudendo. Men che meno il Monza perché la sua chiamata alla corte di Galliani avrebbe un presupposto: il ridimensionamento del club brianzolo da un punto di vista economico. In pratica dovrebbe convivere con lo stesso rischio, anche se in serie A.

Il percorso

C'è un altro fattore di cui Alessandro Nesta è perfettamente consapevole e fa riferimento alla sua crescita come allenatore. Sbaglia chi pensa che basti essere stato un grande calciatore per diventare automaticamente un grande allenatore: perché è sempre necessario una evoluzione professionale per arrivare a certi livelli. E il primo ad esserne consapevole è probabilmente proprio Nesta: l'allenatore che ha concluso la stagione in modo esaltante vincendo a Palermo, conquistando la salvezza nel derby col Modena non è lo stesso tecnico che ha iniziato la stagione a Cittadella. Dall’esordio a Cittadella fino al derby di ritorno con il Modena Nesta è stato protagonista di un percorso di crescita, non privo di errori come ad ad esempio errori di valutazione nei singoli giocatori, vedi l'iniziale esclusione di Paolo Rozzio che mal si sposava nella sua difesa a quattro. Lo stesso vale per il discorso del modulo: Nesta aveva iniziato il campionato con un assetto offensivo (4-3-1-2) con la difesa a quattro, un centrocampo a tre e poi un trequartista alle spalle di due punte, salvo poi correggerlo in corso d'opera per arrivare a uno schieramento (5-4-1) affidabile e che gli offriva garanzie di solidità difensiva e un gioco efficace in ripartenza. Tra i due periodi ci sono stati attimi di riflessione poiché tutti, anche in società, gli chiedevano di giocare con due punte. Momenti di sbandamento, di messa in discussione delle scelte fino a quando Nesta ha trovato la strada maestra e l'ha difesa con ostinazione. A volte anche con testardaggine. Sì, perché Nesta è una persona perbene, un serio professionista ma anche “cocciuto” nel senso che matura delle convinzioni frutto di sue valutazioni. Non sempre sono state messe sul tavolo valutazioni tecniche ma spesso di approccio al gruppo, un concetto che Nesta ha sempre posto al di sopra di tutto e probabilmente è stato anche il fattore vincente.

La coerenza

Alessandro Nesta sa benissimo che il suo destino è legato ai risultati più che alle promesse della proprietà. “Sapevo che se perdevo a Palermo potevo andare a casa – ha ammesso nell'ultima conferenza stampa - perché fa parte del nostro mestiere”. L'aveva messo nel conto dopo le tre sconfitte consecutive anche se non c'era una logica o un'esigenza di classifica e lo farà pensando al futuro. L'allenatore della Reggiana in serie B è sempre chiamato a vivere sul filo del rasoio e nell'incertezza del risultato. Lo scorso campionato nel momento più critico, anche quando la proprietà ha vacillato, ha trovato nel ds Roberto Goretti un solido alleato. Deve capire se sarò lo stesso con Marcello Pizzimenti o se invece nei momenti critici prevarrà nella proprietà l'influenza degli umori della piazza.

Il progetto tattico

Un tecnico che sa di avere acquisito credibilità nell'ambiente Reggiana ma soprattutto nello spogliatoio e nel suo staff. Un gruppo di lavoro costruito nel tempo e che ora è coeso e forte. E' conscio che l'avvio non sarà così ricco d'incertezza come lo scorso anno, a prescindere dall'organico a disposizione. Una credibilità che nasce anche dalla forza delle sue idee che ha già annunciato. La Reggiana di Nesta edizione 24/25 proseguirà il progetto tattico mostrato nella seconda parte di campionato con la difesa a tre, due esterni di centrocampo offensivi, due palleggiatori e soprattutto una prima punta che faccia reparto con due trequartisti alle spalle. Una rosa ristretta: due giocatori per ruolo più un paio di jolly per poter cambiare assetto in corso d'opera. Una squadra giovane ma soprattutto un organico di giocatori motivati. Un progetto che Nesta aveva già discusso e impostato con Goretti e Pizzimenti e che ora chiederà sia portato a termine. Queste sono le garanzie richieste, non certo un budget da 20 milioni anche se la proprietà alla fine metterà a disposizione le stesse risorse della passata stagione o forse qualcosa di più visto che ci sono meno esuberi. Probabilmente il presidente Salerno, forte della sua credibilità e acquisita competenza calcistica, si aspettava di ottenere subito l'assenso da Nesta ma il tecnico laziale è un riflessivo e deve essere convinto della scelta da compiere per andare fino in fondo senza remore o ripensamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA