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Pallacanestro Reggiana, senti Paterlini: «Sogno un play fortissimo»

Adriano Arati
Pallacanestro Reggiana, senti Paterlini: «Sogno un play fortissimo»

L’ex presidente biancorosso ha appena confermato il suo impegno come sponsor: «A Reggio c’è un problema palasport»

05 luglio 2024
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Reggio Emilia Sempre in prima linea, sempre caldo e sempre schietto come ai tempi belli. La stagione 2024/25 della Pallacanestro Reggiana è iniziata con la conferma del sostegno da parte di uno dei principali protagonisti della storia societaria, Ivan Paterlini.

Il “Pat”, per decenni socio di Stefano Landi a capo del club biancorosso, è stato il primo a confermare la propria adesione del Basket Pool, il gruppo di aziende che sosterrà la Unahotels nella prossima annata. Lo ha fatto, come da consuetudine pluriennale, tramite la Guelfo Srl, società di cui è amministratore, che si occupa della gestione del centro commerciale Castel Guelfo Plaza Family Shopping, a Castel Guelfo di Bologna. Un rinnovo che apre le danze anche per la marcia verso il 50° anniversario della società, una ricorrenza in cui verrà ripercorsa l’intera storia biancorossa. E in quel cammino l’importante di Ivan Paterlini, a fianco del patron Stefano Landi, è ben marcata, in anni difficili come in quelli delle ambizioni scudetto.

Non è più in società ma il suo contributo non manca mai.

«Mi chiamano per dare una mano e io non mi tiro indietro, mi fa molto piacere poter contribuire in questo modo».

Non è l’unico modo, giusto?

«È partita la campagna abbonamenti e a parte i posti per gli sponsor prenderò degli abbonamenti per i miei parenti. Mi sto attivando».

La sponsorizzazione arriva tramite un marchio bolognese, oltretutto verso il versante romagnolo. Diciamo che non lo fa solo per promuovere il centro commerciale?

«Il primo pensiero non è quello, mi si chiede di dare una mano e io lo faccio con grande piacere perché tengo sempre tantissimo a Reggio. Poi magari qualche reggiano si ferma pure, mentre al mare nota le insegne e si ricorda dello sponsor».

È il primo a confermare la presenza nel Basket Pool in una stagione in cui Reggio parte con grande ambizioni. Come vede la nuova Unahotels?

«Attendo i colpi di mercato. Dare continuità alla panchina e alle rotazioni, come è stato fatto sino ad ora, è un passaggio importante, ora devono arrivare i giocatori più forti. Mi aspetto un bel salto di qualità soprattutto per il play titolare, quello sarà un aspetto importante».

Si torna a fare anche la coppa. È una scelta giusta?

«È una scelta giusta per crescere, certo bisogna pensare bene a come costruire la squadra, perché gli impegni sono tanti».

Qual è la chiave?

«La panchina lunga e di qualità, sarò banale ma per tener dietro a due impegni c’è bisogno di avere tanti giocatori forti. Nell’anno in cui abbiamo vinto l’Eurochallenge siamo stati bravi a costruire una squadra in cui la panchina aveva quasi la qualità del quintetto e così siamo riusciti ad arrivare in fondo lì e a fare i playoff in campionato».

A proposito di playoff, un parere sulla stagione conclusa ai quarti di finale?

«È stata una buona stagione che ha dato entusiasmo, peccato per qualche partita persa malamente che ci avrebbe consentito magari di fare ancora meglio dopo».

Intende arrivando più avanti in classifica, col fattore campo?

«Abbiamo sprecato tre o quattro partite, soprattutto in trasferta. Ci sono stati dei momenti in cui era difficile decifrare cosa faceva la squadra, abbiamo vinto delle gare molto complicate e lasciato lì altre partite decisamente più abbordabili».

Ha parlato di abbonamenti che rinnoverà. Quest’anno la Pallacanestro Reggiana cambia completamente approccio alla campagna abbonamenti e cerca anche di dare incontro al pubblico più giovane. Che ne pensa?

«Parlando di questi temi, a me viene sempre in mente la grande mancanza di Reggio nel basket, quella che ci ha spesso frenato».

Ovvero?

«Il palasport. La società fa benissimo a far il possibile per coinvolgere il numero più alto di persone, ma i vincoli che il pala Bigi presenta sono chiari, e alla fine si finisce sempre per rimetterci. È una cosa che ho detto e ripetuto tanto volte, mi hanno detto che insistevo sempre, ma nessuna amministrazione ha recepito».

Ci si rimette sempre?

«Per tanti anni Stefano Landi abbiamo ripianato, in ogni annualità, un passivo di oltre un milione, un milione e mezzo di euro. Non è scontato trovare sempre delle persone che abbiano voglia tutti gli anni di metterci quelle cifre, prima o poi si possono anche stancare».

Un palazzo più capiente potrebbe cambiare le cose?

«Intanto permetterebbe di accogliere più tifosi nei momenti di grande affluenza, in cui verrebbero anche tanti sostenitori avversari. Penso ai tempi delle finali scudetto, se avessimo avuto lo spazio avremmo venduto duemila biglietti agli ospiti, invece eravamo limitati e le entrare erano sempre quelle».

Numeri così alti?

«L’interesse era altissimo, io ho preso tante brutte parole dalla gente di Avellino per i pochi biglietti disponibili per le semifinali scudetto del 2016, ma ci veniva detto che il massimo dei posti per gli ospiti erano quelli, poche centinaia».  

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