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La sfida tra Viali e Possanzini accende Reggiana-Mantova

Wainer Magnani
La sfida tra Viali e Possanzini accende Reggiana-Mantova

Due allenatori emergenti, con le loro tattiche, a confronto

16 agosto 2024
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Reggio Emilia Reggiana-Mantova che si giocherà domenica sarà anche la sfida tra William Viali, 49 anni e Davide Possanzini, 48 anni. Due allenatori emergenti anche se Viali è al suo terzo anno in serie B mentre Possanzini, a parte la breve esperienza a Brescia si può dire al debutto. C'è curiosità, attenzione e rispetto per il calcio che il Mantova ha proposto lo scorso anno, dominando il campionato di serie C. Un’idea di gioco che il Mantova ha messo in mostra anche nella partita di Coppa Italia contro il Lecce.

Possanzini è figlio della scuole di De Zerbi poiché è stato sempre suo vice allenatore: a Foggia, Palermo, Benevento (tre esoneri) e allo Shakhtar anche se gli unici risultati positivi li ha collezionati nei tre anni al Sassuolo. William Viali, dopo una lunga gavetta (Piacenza, Pro Piacenza, Sudtirol, Cuneo, Novara, Cesena) è al suo terzo anno in serie B avendo alle spalle l’esperienza di Cosenza e Ascoli. Dagli addetti ai lavori viene definito un tecnico evoluto per i concetti che vuole portare in campo anche se ha bisogno di tempo per entrare in sintonia con i giocatori.

Per entrambi, probabilmente, è la grande occasione per emergere proponendo un calcio con concetti diversi rispetto al passato. Viali crede più nell’occupazione delle zone del campo, con giocatori multifunzionali che gli consentano di passare da varie situazioni di gioco. Del resto lo abbiamo visto col Genoa con un 4-1-4-1 o più spesso 4-5-1 nei momenti di ripiegamento a una Reggiana che attacca con quattro centrocampisti e due attaccanti. Possanzini ha nel palleggio dal basso il suo credo e il suo Mantova pur rischiando inizia sempre l’azione col portiere coinvolgendo tutti i difensori e centrocampisti. Un fraseggio anche presuntuoso perché sfida gli avversari che vanno in pressione alta ma capace poi di riversarsi in fretta e furia nella metà campo avversaria. È facile ritrovare i due esterni della difesa all'ala e i centrocampisti che palleggiano davanti all'area avversaria.

Il Lecce, ad esempio, è stato bravo ad andare a pressare Panizzi e compagni nella loro area, sfruttando anche la prestanza atletica. Sono stati, però, puniti da una variazione di schema che spesso il Mantova applica quando l'avversario è troppo sbilanciato: lancio in profondità per l'inserimento di Fiori o Galuppini per andare all'uno contro uno col difensore avversario.

Saranno queste interpretazioni tattiche a rendere Reggiana-Mantova una partita a scacchi tra Viali e Possanzini anche se poi la differenza la faranno in campo i vari Mancuso, Fiori, Galuppini e Aramu da una parte; Sersanti, Portanova, Gondo, Vergara o Ignacchiti dall'altra. Spetterà al “cervello” granata Luca Cigarini comprendere quando è il momento di portare la pressione ai portatori di palla del Mantova o quando occorrerà “scappare” all'indietro per evitare le loro ripartenze. La lettura della partita sarà fondamentale, così come la capacità di sfruttare gli errori nel palleggio dei vari Maggioni, Solini e Brignani perché un altro interrogativo è se il collettivo di una squadra di serie C potrà imporsi anche nel campionato di serie B.

La Reggiana col Genoa non ha potuto esprimere quelle che sono le sue reali potenzialità offensive, anche se ha mostrato una buona organizzazione difensiva. L'essenziale, soprattutto contro il Mantova, è rimanere sempre corti e stretti. Se volete “compatti”, parola che utilizzava sempre mister Alvini.

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