Gazzetta di Reggio

Sport

Podismo

Alla Trans D’Havet Ultra Federico Ganassi Spallanzani sfiora il podio

Paolo Ruini
Alla Trans D’Havet Ultra Federico Ganassi Spallanzani sfiora il podio

Sulle Piccole Dolomiti il trail-runner scandianese brilla nella 50 miglia, chiudendo ai piedi del podio (quarto)

21 agosto 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Scandiano Continua a collezionare degli ottimi risultati Federico Ganassi Spallanzani. Il giovane atleta trail-running scandianese ha sfiorato il podio nella Trans D’Havet Ultra 50 miglia nelle piccole Dolomiti. Un quarto posto che lo ha reso particolarmente soddisfatto anche perché la gara è molto dura e con dislivelli notevoli che mettono a dura prova i migliori podisti o meglio trail running.

La distanza da percorrere è di 82 chilometri con partenza da Piovene Rocchette e arrivo a Valdagno nelle piccole dolomiti con un dislivello positivo di 5500 metri e il passaggio in molti sentieri scavati dai soldati italiani nella prima guerra mondiale.

La gara si è svolta nelle scorse settimane con partenza alla mezzanotte di venerdì e arrivo previsto in pieno giorno a Valdagno in provincia di Vicenza. La Trans D’Havet Ultra è una gara molto dura dove si sfidano i migliori running d’Italia alla partenza erano 320 e all’arrivo ne sono arrivati circa 250 con ben 70 ritiri.

«Sono partito nel secondo gruppo di testa -racconta- ma il ritmo era davvero alto e ho deciso dopo il quindicesimo chilometro di fare il mio passo. Questo mi fa scendere al nono posto in classifica ma ho preferito gestire le energie anche perché non conoscevo bene il percorso e quindi per me è stato meglio partire cauto».

Ha mantenuto sempre un passo lento?

«No, dopo il 30 km di corsa, ho visto che stavo bene e allora ho iniziato ad aumentare il ritmo, le gambe mi hanno seguito e questo mi ha permesso di iniziare a guadagnare delle posizioni. Fisicamente mi sono sentito in forma e ho corso tutto il resto della notte molto forte tanto che alle 6,15 di mattina al cinquantesimo chilometro ero quarto a soli dieci minuti dal primo. Poi però è arrivata una salita di un paio di km davvero ripida e il ritmo è uno poco calato e ho perso una quindicina di secondi al primo. Riesco a superare il terzo in classifica ma però il quinto che era dietro di me mi supera e quindi rimango al quarto posto. Poi arriva un sole cocente e il caldo comincia a farsi sentire, l’unica mia preoccupazione è stata quella di difendere la mia posizione. Ho continuato con il mio ritmo, cercando di allungare e guadagnare il più possibile sul quinto concorrente che cercava di recuperare e alla fine dopo 10 ore e 28minuti di corsa riesco ad arrivare a Valdagno mantenendo il quarto posto con successo e per me è stata la gara più combattuta e calda della mia vita».

Quale è la parte del percorso più affascinante di questa gara?

«Sicuramente i tratti più belli e spettacolari si trovano un po prima di metà gara quando il percorso si snoda lungo tutte le 52 gallerie che sono state scavate nella Prima Guerra Mondiale fino ad arrivare al rifugio Achille Papa, è veramente bellissimo ed è un piacere correre in questi luoghi e la notte passa veloce».