Intervista a Mister Viali: «Questa Reggiana mi piace»
Il tecnico granata traccia un bilancio dopo otto giornate «Dobbiamo fare il salto di qualità nelle due aree di rigore»
Reggio Emilia «Dobbiamo fare il salto di qualità nel gioco nelle due aree di rigore». È questo l’auspicio espresso dal tecnico William Viali. «Nove punti in otto partite – ha sottolineato il tecnico granata – è un bottino in linea con i nostri obiettivi».
A livello di rendimento è stato un avvio da montagne russe.
«Probabilmente ci siamo esaltati troppo dopo le prime quattro partite e forse depressi in modo eccessivo nelle successive quattro ma se devo prendere in esame le prestazioni, tolto la partita contro la Salernitana dove non siamo scesi in campo, nelle altre la squadra mi ha soddisfatto. Diciamo che dobbiamo trovare una via di mezzo tra le prestazioni iniziali e il periodo tra Sudtirol, Salernitana e Carrarese».
La sconfitta col Sudtirol ha segnato la svolta in negativo?
«A livello psicologico può aver generato un timore che si è manifestato contro la Salernitana anche se i numeri di quella partita sono impressionanti perché abbiamo creato tanto e raccolto niente, mentre il Sudtirol col minimo sforzo ha preso il massimo».
Forse occorre imparare a fare anche questo, come nella partita a Spezia.
«A Spezia la squadra mi è piaciuta perché dopo un primo tempo giocato alla pari dove siamo stati puniti sull’unica palla inattiva, nella ripresa abbiamo creato molto e raccolto poco. Sotto questo profilo occorre migliorare e il discorso è quello che dicevo in precedenza: i campionati si giocano nelle due aree: a livello difensivo siamo tra le migliori squadre e quindi nella nostra area lavoriamo bene ma occorre crescere in fase offensiva».
Si può dire che la Reggiana è anche sfortunata considerando gli otto pali colpiti?
«Mi piace poco aggrapparmi alla sfortuna, però è indubbio che due pali in meno avrebbero potuto regalarci quel paio di punti in più che forse ci mancano in classifica».
Nel corso delle prime otto giornate ha utilizzato 23 giocatori e mai la stessa formazione. C’è una motivazione?
«Sono convinto che i giocatori possano interpretare più ruoli, poi nelle mie scelte entrano la lettura degli avversari, lo stato di forma dei giocatori, l’impostazione tattica della partita. Però ci tengo a sottolineare che tutte le mie scelte sono condivise, oltre che con il mio staff anche con i giocatori. C’è un grande coinvolgimento di tutti i ragazzi e io sono contento dell’armonia e della fiducia che regna nel gruppo. In tutti noi c’è una grande convinzione di poter far bene e io non guardo al fatto che siamo a un punto dai playout ma che siamo a due punti dai playoff. Voglio sempre pensare positivo perché vedo nei ragazzi convinzione e autostima».
L’idea di recuperare prima Sampirisi, poi Stulac e sabato Girma non è rischiosa per la squadra?
«All’inizio avevo una rosa ristretta, poi a fine mercato sono arrivati giocatori importanti come Lucchesi, Fontanarosa, Marras e Stulac, oltre a Sampirisi e Girma. Atleti che ho dovuto inserire per portarli allo stesso stato di forma dei compagni. Dopo la sosta, infortunati a parte, confido di avere un organico atleticamente preparato». Crede in Stulac? «Lo ritengo un giocatore di assoluto livello per la serie B ma che deve dimostrare il suo valore».
Pensa che Marras possa essere il quinto di centrocampo come a Spezia?
«Con me Marras ha sempre giocato come a Spezia e lo ritengo uno dei migliori in serie B».
A livello tattico è una Reggiana multiforme. Non crede?
«A livello concettuale non è mai cambiata, per come vogliamo palleggiare e occupare gli spazi».
Non teme con queste continue rotazioni di smarrire un’identità di gioco?
«Noi ci alleniamo ogni giorno per provare le varie situazioni di gioco che poi mettiamo in campo. I ragazzi si ritrovano nel tipo di calcio che andiamo a proporre».
Il rischio “dentro e fuori” non può essere quello di perdere dei giocatori da un punto di vista psicologico?
«Non sono un allenatore che “spera” che le cose cambino” io agisco e decido. Logico che credo nella continuità di rendimento ma deve essere il campo a dirmelo».
Come giudica il reinserimento di Kabashi e Pettinari?
«Come giocatori hanno sempre vissuto il nostro spogliatoio. Il problema per un tecnico è allenare una rosa molto ampia che costringe a fare delle scelte anche in allenamento. Di questo ne ho parlato con Elvis e Stefano e col gruppo perché per inserirli in squadra ci vorrà intelligenza da parte di tutti. Non voglio abbassare l’intensità e la qualità delle sedute. Le qualità e le caratteristiche di Kabashi e Pettinari sono note e non sono in discussione».l © RIPRODUZIONE RISERVATA