Pallacanestro Reggiana, Momo Faye non si ferma più
La prova del 19enne centro della Unahotels è la nota più brillante nel match di Champions League nell’arena degli ungheresi del Falco
Reggio Emilia Qualche amarezza e tante certezze. Si mischiano tra loro, dopo la sconfitta della Unahotels contro lo Szombathely, una squadra tosta, con grande fisicità, capace di sfruttare muscoli e compattezza e con un paio di solisti, a partire da Perl, di livello.
Perdere a casa del Falco-Vulcano ci sta: nessuno tra campionato e coppa vince a Szombathely da un anno e qualche buon motivo – pubblico calcaldo incluso – ci sarà. In più il 78-71 finale lascia un margine ridotto nel confronto diretto, che in prospettiva classifica è assolutamente recuperabile.
Qualche amarezza rimane perché, nonostante il contesto e le difficoltà, la Unahotels ha dimostrato di saper reggere, appoggiandosi alla difesa e ai perni Smith e Faye, e con qualche errore in meno avrebbe pure potuto tornare a casa coi due punti. Negli ultimi minuti, gli ungheresi hanno sempre eseguito alla perfezione e si sono fatti trovare pronti, soprattutto a rimbalzo d’attacco. I biancorossi hanno sbagliato qualche tiro di troppo, perso parecchi palloni e soprattutto lasciato spazio ai lunghi avversari. Ciò nonostante, e con diversi elementi in giornata no, se la sono giocata sino alla fine.
Difesa affidabile
Merito prima di tutto di una difesa compatta e sempre meno soggetta ad alti e bassi. Anche il parziale subito in avvio non è dovuto a buchi dietro quanto alle ingenuità offensive che hanno lasciato spazio al Falco. Il coach Priftis non è più sempre costretto a usare il quintetto di riserva per avere un minimo di tenuta, come nei primi match di ottobre.
Su cinque gare disputate, la Unahotels solo una volta ha concesso più di 80 punti ai rivali (i 92 di Trento all’esordio). In Ungheria, il tecnico greco ha puntato a rompere la fluidità offensiva dal Falco con un approccio molto aggressivo, fatto di rapidi raddoppi sui portatori di palla, così da rompere il ritmo. Ha funzionato, pur lasciando inevitabilmente scoperta l’area, perché i centri erano chiamati spesso a uscire oltre alla linea del tiro da tre. Un tema risolto dall’impressionante capacità di recupero di Faye. La scommessa ha pagato a lungo, nel finale ha concesso qualche spazio, ma se Reggio è arrivata lì è pure merito di questo approccio.
Momo ovunque
A proposito di aiuti, Faye ha regalato un’altra prestazione notevole. Il metro più tollerante ha permesso agli ungheresi parecchia ruvidità ma ha pure permesso al 19enne centro di usare tutta la propria potenza, in attacco e nelle coperture in area. Un’altra gara solida per il ragazzo senegalese, sempre più in rampa di lancio. Con queste prospettive e questa visibilità, occorre migliorare ai liberi, perché di falli ne subirà sempre di più.
Gli stranieri
Hanno faticato invece gli stranieri di punta, Winston, Barford e Cheatam. Il play è stato molto attivo, perdendo però spesso lucidità nelle scelte. Barford, come da sua natura, ha alternato fasi abuliche a momenti di intensità, questa volta troppo sporadici. Cheatham rimane il grande nodo della Unahotels. La fiducia al tiro è cresciuta, il 3/6 da tre lo conferma. Fatica ancora troppo a dare fisicità e presenza appena si entra in area. Gli aggressivi lunghi di Trieste saranno un bel banco di prova.