«La Reggiana deve prepararsi perché a Palermo la gara sarà tesa»
Beppe Accardi. ex granata originario del Palermitano, fa le carte al match di sabato
Reggio Emilia Parafrasando una pubblicità televisiva si può dire che Beppe Accardi sia così come appare. Schietto, a volte anche troppo. Senza peli sulla lingua e con la battuta sempre pronta. Adesso è un agente Fifa e il procuratore e si divide tra la residenza in provincia di Modena, luogo di nascita della moglie, e Palermo, dove è nato e conserva casa. È già sul posto, perché per nessuna ragione al mondo si perderebbe, sabato, Palermo- Reggiana.
Si sente più palermitano, perché lì è nato, cresciuto, cominciato a tirare i primi calci al pallone, tornato per giocarvi poi o reggiano, visto che in granata ha vinto un campionato di B e conquistato una salvezza che vale come uno scudetto?
«Domanda da un milione di euro, le origini non si dimenticano ci mancherebbe altro, ma con Reggio e la sua gente ho un rapporto speciale, che va al di là dall’aver probabilmente passati lì i migliori anni della mia carriera, qualcosa che va oltre il fattore campo, per cui nel cuore porto tutte e due».
Quindi sabato per chi tifa?
«Mi astengo, la preferenza l’ho ma non la dico, non voglio farmi dei nemici, incrinare rapporti, anche se sempre di una partita si parla». Veniamo, allora, al match. Che gara sarà? «Bella, tesa, equilibrata: la Reggiana è più serena dopo il ritorno alla vittoria, ha il morale alto, vorrà continuare. Ho stima di Viali e so che per filosofia gioca sempre per vincere, il Palermo ha bisogno dei 3 punti, di riprendere slancio, di iniezioni di autostima, quindi sì, prevedo una gara in cui tutte e due proveranno a vincere».
Il Palermo finora in casa non ha mai vinto, nella speciale classifica delle gare interne è ultimo, problema psicologico, troppa pressione o tattico?
«Mentale, a Palermo le aspettative sono sempre alte, altissime direi, specie da quando sono arrivati quelli del City Group e non è facile reggere anche per giocatori di esperienza e valori, ha bisogno di inanellare una striscia di risultati positivi, prendere autostima, per me può ancora inserirsi nella corsa al vertice, ma anche di risolvere in fretta la questione Brunori».
In che senso?
«Non è il Brunori degli anni scorsi, non è sereno, sconta quel che è successo in estate, quando legittimamente avendo richieste sperava di andare in serie A e certe sue dichiarazioni sono state male interpretate dalla tifoseria che non gliele ha perdonate».
Perchè cosa ha detto?
«Per me la semplice verità: che Palermo come tante altre tante piazze del sud ti da tanto, ma se poi i risultati non vengono ti ammazza. A Reggio è diverso, lì la pressione c’è, ma nei giusti limiti».
Palermo che va a corrente alternata nel corso dello stesso match, gioca bene un tempo e male l’altro, l’allenatore Dionisi rimprovera ai suoi difetti di carattere…
«Ripeto, per me è tutta una questione mentale, è vero che ai primi episodi negativi va in difficoltà, le manca fiducia, consapevolezza nei propri mezzi, ricordo noi, alla Reggiana, nel ’92-’93, siamo andati in ritiro accompagnati da scetticismo generale, si era reduci dall’aver mancato la A pur disponendo di elementi come Ravanelli, la squadra era stata ricostruita seguendo le felici intuizioni di Corni e Marchioro nell’andare a pescare in C o prendendo gente in cerca di riscatto, bene in montagna si è creata subito una incredibile coesione di squadra, un’autostima che poi ci ha portato dove ci ha portato».
Come vede la Reggiana?
«Bene. Sta facendo quel che le si chiede, gioca un buon calcio, propositivo ma con il giusto equilibrio tra i reparti, alla fine penso che raggiungerà il traguardo della salvezza, è in linea con i programmi, anzi forse le manca qualche punto».
Più che punti, verrebbe a dire, una punta…
«Eh, sì, ma quello è un problema comune a tante squadre, mica facile reperire in B a prezzi accessibili attaccanti da doppia cifra, basta pensare che il Palermo con quel che ha speso per Henry e Le Douron ha ugualmente difficoltà a fare gol, poi magari si sbloccano, ma per adesso il responso del campo è quello».l © RIPRODUZIONE RISERVATA