Jacopo Villani, 17enne pilota di moto: «Ho tifato Valentino Rossi e mi piace Marquez. Fra 5 anni mi vedo al Motomondiale»
Nato a Guastalla, corre su Honda per il team MR Racing nel Campionato italiano Velocità Moto 3
Guastalla Il numero di gara che porta sulla carena è l’8 e lo fa sfrecciare ad altissime velocità su iconici circuiti italiani come Imola, Misano e Mugello. Nato nel 2007 a Guastalla, Jacopo Villani è un giovanissimo pilota reggiano che corre su Honda per il team MR Racing nel Campionato Italiano Velocità Moto3 ed ha appena concluso la stagione con un brillante ottavo posto in classifica. Nella sua categoria si gareggia su bolidi a due ruote con un motore di cilindrata 450 che hanno un peso che oscilla fra i 90 e i 97 kg e raggiungono facilmente i 230 km/h in rettilineo. A molti potrebbe spaventare, ma a Jacopo no: «Correre – ammette – mi porta così tanta adrenalina che la paura non la sento».
Come è andata quest’ultima stagione?
«Ad inizio anno mi è mancata un po’ di esperienza, specialmente nello stare nel gruppo dei primi cinque piloti. Nel secondo weekend della stagione ho corso con un mignolo rotto e in quello successivo, al Mugello, sono caduto in Gara 1 e ho rotto il motore in Gara 2. La sfortuna e qualche mio errore non hanno portato al massimo risultato sperato, ma nell’arco della stagione sono cresciuto molto. La prossima posso giocarmi tranquillamente i primi cinque posti nella classifica finale».
Come si vede fra cinque anni?
«Per l’impegno che ci sto mettendo mi vedo nel Motomondiale. Mi alleno tanto in pista cerco di perfezionarmi nelle piccole cose». Come si allena? «Per il fisico vado in palestra, ma non posso crescere troppo muscolarmente se no faticherei a stare in carena. Ho un mental coach che mi aiuta a trovare metodi per concentrarmi, mentre in moto mi alleno in pista una volta a settimana a Pavia o a Ferrara, se il meteo lo consente».
L’aspetto mentale è importante. Cosa pensi prima della partenza quando sei schierato sulla griglia?
«Prima della gara con l’immaginazione cerco di visualizzare la pista per ricordarmi quando devo frenare, quando devo cambiare marcia e come devo mettermi col corpo sulla sella».
Come gestisci le cadute visto che nel motociclismo possono essere frequenti?
«L’esperienza di varie cadute mi ha insegnato a gestirmi dopo essere finito a terra. So come rotolare per cercare di evitare di farmi male. Mi è capitato di cadere e rialzarmi subito con una caviglia rotta senza sentire dolore. L’adrenalina che provi andando in moto cancella ogni paura. Se pensi troppo dopo diventa difficile fare risultati».
Vai forte anche a scuola o solo in moto?
«La scuola mi piace e vado bene. Purtroppo il mio sport mi porta a fare molte assenze, ma riesco a seguire entrambe le cose nonostante comporti tanti sacrifici».
Come ti sei avvicinato a questo sport?
«Mi sono appassionato da piccolo guardando la MotoGp. La prima volta in sella è stata a San Mauro in Romagna, poco tempo dopo mi hanno regalato una mini moto per il compleanno. Da li ho iniziato seriamente e non ho più smesso».
A che piloti di ispiri?
«Ho tifato Valentino Rossi e mi piace molto Marc Marquez. È fortissimo ed è molto utile per me studiarlo».
Qual è la differenza con la Spagna che ha tanti piloti di moto fortissimi?
«La differenza è culturale. Il motociclismo in Spagna è diffuso e molto seguito, mentre in Italia lo sport principale è il calcio. Le aziende spagnole, inoltre, investono tantissimo in sponsorizzazioni ai piloti, permettendo a tanti giovani motociclisti di affrontare i proibitivi costi che questo sport ha. Solo l’ingresso in pista necessita dai 200 ai 300 euro, in più le moto vanno revisionate e le gomme vanno cambiate spessissimo visto che un treno di copertoni costa tanto e dura 2/3 giornate in pista. Servono sempre sponsor, senza non fai nulla».l © RIPRODUZIONE RISERVATA