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Reggiana, il patron Amadei pronto a vendere? Ecco cosa sappiamo

Reggiana, il patron Amadei pronto a vendere? Ecco cosa sappiamo

No ai fondi, sì a imprenditori veri. «Il club potrebbe interessare fuori dai nostri confini»

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Reggio Emilia Continuità aziendale: è questo il pensiero che assilla il patron Romano Amadei. E cioè garantire un futuro alla Reggiana a prescindere dal suo impegno e dell’Immergas. È in questa logica che il patron granata sta riflettendo sulla possibilità di aprire la porta a nuovi soci di minoranza o anche a un imprenditore che possa rilevare il pacchetto di maggioranza del club. Non è una questione di stanchezza o di delusione per i risultati che stentano ad arrivare ma piuttosto un senso di responsabilità.

Il testimone

Anche in occasione dell’ultima visita della Reggiana all’Immergas, Amadei aveva parlato della possibilità di cedere la proprietà del club. «Nuovi soci? La porta è sempre aperta, però voglio vederli in faccia, conoscerli e dobbiamo anche piacerci. Vedo questa prospettiva difficile ma vorrei essere smentito. È possibile che la Reggiana interessi fuori dai nostri confini, io non escludo niente. Chi vuole venire con noi è ben accetto, purché dia qualcosa e non solo dei consigli, che pure sono importanti ma non essenziali per gestire una società - aveva detto -. Noi siamo l’espressione di una comunità più piccola rispetto alle nostre concorrenti e il tessuto sociale fatica ad esprimere una società competitiva come si vorrebbe per ottenere addirittura la serie A. Di questo ne dobbiamo tenere conto, noi facciamo il massimo che possiamo ma siamo solo noi tre o quattro: io, Salerno e Fico più le risorse del nostro territorio».  Ecco un altro punto imprescindibile per Amadei: per nutrire ambiziosi sogni occorre avere “spalle larghe” e grandi investimenti.

Chi bussa alla porta

Tre anni fa i soci granata avevano ricevuto un’importante offerta per rilevare la Reggiana che Amadei aveva respinto al mittente perché non vi erano i presupposti che il patron richiedeva. Nel corso di questi ultimi due anni, soprattutto con la promozione in serie B, altri imprenditori che vivono di calcio si sono avvicinati perché ci sono alcuni presupposti che rendono la Reggiana appetibile: un grande bacino di tifosi fidelizzati, un importante portafoglio sponsor, per 24 anni ha in gestione un centro sportivo all’avanguardia, gioca in uno stadio da serie A e la società è sana. La serie B è la ciliegina sulla torta. Per entrare nel club, Amadei vuole assolutamente un imprenditore vero e non un rappresentante di un fondo o di una fiduciaria e soprattutto deve avere un progetto concreto e affidabile di sviluppo dell’azienda Reggiana per i prossimi tre anni. Lo scoglio non sarà mai il costo delle azioni ma gli investimenti che è disposto a fare per il club.

Il figlio

Occorre anche partire anche da un dato di fatto: il figlio di Romano Amadei, Alfredo, non è per nulla interessato a portare avanti il progetto Reggiana. A più riprese Alfredo è stato sollecitato dai soci granata, anche da coloro che sono usciti dalla proprietà, a prendere in esame l’ipotesi di allargare la sua passione calcistica oltre al Lentigione anche alla Reggiana. Con grande onestà e coerenza Alfredo Amadei ha sempre detto chiaramente che non avrebbe raccolto il testimone dal padre alla guida del club granata. Era stato esplicito anche quando due anni fa era presente a Olbia in occasione della partita decisiva per la promozione in serie B e in quella occasione disse che era presente come tifoso, seppur particolarmente interessato ma nulla più. Il suo impegno col Lentigione è figlio della passione per il calcio ma anche da un senso di riconoscenza verso il territorio. Si spiega anche in questa logica l’aver riportato al “Levantini” il team. L’impegno Immergas Potrà apparire strano o inusuale ma Romano Amadei ogni mattina, come sempre da 60 anni, arriva prestissimo in azienda ed è sempre l’ultimo a lasciare il suo ufficio. A volte si concede qualche pausa ma la sua presenza in azienda è costante. Amadei avverte in modo pressante il senso di responsabilità nei confronti delle maestranze e delle famiglie che vivono grazie all’Immergas. L’ha dimostrato dopo l’alluvione, forse in uno dei momenti più critici dell’azienda, quando si è rimboccato le maniche assieme alle maestranze per far ripartire la produzione. In questi mesi l’Immergas ha festeggiato i 60 anni di attività, ha fatto ancora maggiori investimenti nella ricerca tecnologica, ha diversificato la produzione, conquistato nuovi mercati, sempre sotto la supervisione di Romano Amadei.l © RIPRODUZIONE RISERVATA