Gazzetta di Reggio

Sport

Campioni – L’intervista

Dunya Miftha, la calciatrice 15enne della Reggiana convocata dalla nazionale del Marocco. «Sogno la Serie A»

Nicolò Valli
Dunya Miftha, la calciatrice 15enne della Reggiana convocata dalla nazionale del Marocco. «Sogno la Serie A»

La ragazza di Sant’Ilario d’Enza è figlia dell’attaccante Hicham che ha giocato con i granata

3 MINUTI DI LETTURA





Il calcio nelle vene, e non potrebbe essere altrimenti. Il padre Hicham, infatti, è stato un grandissimo attaccante con un passato anche alla Reggiana, che ha fatto le fortune di alcuni club dilettantistici come Brescello e Lentigione. Dunya Miftah ha solo 15 anni ma anche lei ha raggiunto un grande traguardo: è infatti stata convocata per il raduno della selezione Under 16 del Marocco. In questi giorni si trova nel Paese d’origine della sua famiglia, precisamente al centro sportivo Mohammed VI Football Complex di Salè, per un training camp in cui può mettere in mostra le sue qualità. Un risultato, quello raggiunto dalla ragazza di Sant’Ilario d’Enza, che dà soddisfazione a tutta la cantera granata a tinte rosa, portata avanti dal direttore Francesco Criscuolo, titolare dell’azienda Sistemi, e sostenuta da tutta la dirigenza granata.

Dunya Miftah, che sorpresa è stata?

«Bellissima . Mi ha avvisato mio papà che ha ricevuto la chiamata e non me lo aspettavo proprio. Ho iniziato infatti a giocare seriamente solo due anni fa».

Il suo percorso calcistico da cosa è stato caratterizzato?

«Ho provato questa disciplina due anni fa all’Original Celtic Bhoys e ho subito capito che il calcio faceva al caso mio. Nel ruolo di portiere, inoltre, me la cavavo bene. Da lì sono passata alla Reggiana».

Come si trova ora con la casacca granata?

«Benissimo. La Reggiana è un club strutturato a cui non manca nulla, mi piace molto l’ambiente e sto crescendo anche grazie ai consigli dell’esperto mister Vanni Tampelloni».

I risultati stanno arrivando?

«Non nego che qualche sconfitta è arrivata, ma c’è sempre la possibilità di rifarsi. Questo aspetto è il sale dello sport».

Come vive il ruolo del portiere?

«Fare il portiere non è facile, c’è bisogno di molta concentrazione. Non posso distrarmi, perché un mio errore sarebbe fatale, a differenza degli altri reparti. Seguo la partita dando le indicazioni perché in fin dei conti ho la visuale migliore tra tutte le 22 giocatrici in campo. Questo ruolo ti dà anche un senso di responsabilità maggiore».

Che scuola frequenta? Riesce a conciliare impegni sportivi e scolastici?

«Sono in seconda al liceo linguistico Marconi di Parma. Chiaramente con la Reggiana l’impegno non manca, sono tre gli allenamenti settimanali più la partita e devo fare dei sacrifici, ma me la sto cavando».

Ha un idolo a cui si ispira maggiormente?

«Si. Si tratta del portiere dell’Inghilterra femminile, oltre che del Psg, Mary Earps».

Dove si vede in futuro? Ha qualche sogno nel cassetto?

«Mi piacerebbe arrivare in serie A o nei campionati esteri più importanti al mondo. Certo, la Champions League sarebbe tantissima roba. Intanto, comunque, penso alla nazionale marocchina».l © RIPRODUZIONE RISERVATA