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L’intervista

Joshua Rinaldi dal Progetto Intesa alla Reggiana: «Seguo il calcio sin da bambino»

Riccardo Mandurino
Joshua Rinaldi dal Progetto Intesa alla Reggiana: «Seguo il calcio sin da bambino»

Il centrocampista classe 2009 è uno dei punti di forza della formazione Under 16 granata

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Gualtieri La passione per il calcio accomuna molti tifosi della nostra provincia che ogni fine settimana seguono le partite della Reggiana. Joshua Rinaldi ha il merito e la fortuna di poter difendere i colori della nostra città sul campo da gioco ogni domenica. Gualtierese, ha 15 anni e gioca come esterno di centrocampo nell’Under 16 granata con buoni risultati.

Racconta Joshua: «Quest’anno stiamo facendo un buon campionato a metà classifica, siamo migliorati molto e ho segnato anche tre gol». Il campionato Under 16 è sicuramente impegnativo, visto che la Reggiana deve sfidare, fra le tante squadre, società come Torino, Juventus, Genoa, Bologna, Sampdoria e Parma. Rinaldi è un ragazzo molto posato ed educato, frequenta il secondo anno del liceo delle Scienze Umane all’Istituto di Matilde di Canossa di Reggio ed è determinato.

Come è nata la sua passione per il calcio?

«È la mia passione sin da quando ero piccolo. Ho iniziato nelle giovanili del Progetto Intesa, poi due anni fa mi ha chiamato la Reggiana e non ho potuto rifiutare. Mi trovo molto bene». Qual è il suo sogno nel cassetto? «Mi piacerebbe fare il calciatore, ma so che è un percorso difficile visto che servono capacità e un pizzico di fortuna. Vorrei anche proseguire gli studi, mi piacerebbe diventare uno psicologo in ambito sportivo e aiutare i ragazzi a sbloccarsi mentalmente».

Come si approccia nel rapporto fra studio e sport? 

«Non è semplice visto che frequento un liceo, ma riesco ad organizzarmi per studiare. Per me scuola e calcio vanno di pari passo. Sono quattro allenamenti settimanali più la partita, quindi significa partire da Gualtieri alle 7 per andare a scuola a Reggio, mangiare, allenarsi alle 3 del pomeriggio e tornare a casa alle 19. Ma non finisce qui perché dopo devo iniziare a studiare per il giorno dopo. Ci vuole molta passione».

Si creano tante relazioni di amicizia in uno spogliatoio di una società professionistica?

«Sì, ho tantissimi amici nel calcio. Nello spogliatoio si creano dei legami molto forti e credo che quando saremo grandi rimarremo in contatto. Frequento ancora molte persone che giocavano con me a Gualtieri. Lo sport crea legami importanti e le relazioni vanno oltre ogni competizione». In campo che emozioni prova? «Quando entro in campo sono sereno, non mi capita di aver paura di sbagliare».

C’è qualche giocatore che l’ha ispirata?

«Il mio idolo era Pogba, ma sicuramente anche Cristiano Ronaldo. Alcuni giocatori mi trasmettono emozioni forti».

Le piacerebbe un giorno un’esperienza all’estero?

«Sì, sarebbe molto bello. All’estero hanno una visione sui giovani più ampia e non hanno paura di lanciarli in prima squadra».

Le è capitato qualche episodio di razzismo?

«A me personalmente no però sappiamo che in Italia accade. Credo che la soluzione migliore è non dare ascolto a ciò che viene fuori dal campo». Quanto conta la famiglia?

«È fondamentale ed un supporto a livello sia sportivo e sia scolastico. La mia famiglia mi segue spesso anche in trasferta». l © RIPRODUZIONE RISERVATA