Cremonese-Reggiana, con il ritorno di Stroppa i lombardi ora fanno paura
I numeri raccontano di una squadra che ha ripreso a correre
Reggio Emilia Sugli spalti, allo Zini, domenica 8 dicembre (inizio ore 15) sarà festa, da una parte e dall’altra, per via del legame che unisce da anni la tifoseria grigiorossa a quella granata. E l’auspicio è che la festa possa essere completa con tanto di risultato positivo per la squadra di William Viali. Invero, se si ha voglia di guardare i numeri, allora risulta davvero difficile pensare che la squadra del ripescato Stroppa possa vestire i panni della vittima sacrificale per ridare smalto alla Reggiana scivolata nelle pericolose sabbie mobili della bassa classifica. Tantopiù che adesso, con il ritorno di Giovanni Stroppa in panchina, i grigiorossi hanno incassato la seconda vittoria di fila, regolando due dirette concorrenti della Reggiana nella lotta per non retrocedere, come il Frosinone e il Sudtirol.
Confronto impietoso
Al netto dei cinque gol segnati nelle ultime cinque partite (che peraltro hanno fruttato soltanto tre punti, figli di tre distinti pareggi) nella squadra di Viali il problema dell’attacco è grande come una casa. E il confronto con il prossimo avversario dei granata rende ancor più evidenti i limiti di Gondo e compagni. Con 23 reti all’attivo, la squadra di Stroppa vanta il quarto miglior attacco della cadetteria. Alla Reggiana il tabellino dei gol fatti è fermo a 14. E se l’attacco granata dovesse per caso finire sul banco degli imputati potrebbe legittimamente invocare qualche attenuante. Su tutte, l’attenuante dei pali colpiti pare esse la più suggestiva. Perché al di là degli errori alla Lucchesi (che attaccante non è) e della scarsa pericolosità di chi sarebbe pagato proprio per far gol, dieci legni colpiti in 15 partite sono davvero tanti. Al punto da immaginare dove potrebbe essere oggi in classifica la squadra di Viali se solo la metà dei palloni andati a finire sui legni della porta dell’avversario di turno. E tuttavia sarebbe soltanto un esercizio inutile quanto doloroso. Basta mettere a confronto un altro dato per capire quale abisso divida oggi i grigiorossi e la Reggia. Il dato è quello dei gol attesi in rapporto alle azioni offensive e alle occasioni che queste generano. Ebbene, come sempre accade alle squadre in salute, l’attacco della Cremonese (con Vazquez, Collocolo e Bonazzoli che in tre hanno segnato quasi quanto tutta la Reggiana) è in perfetto equilibrio: i grigiorossi hanno avuto occasioni per segnare 22.6 gol e... ne hanno segnati 23. La Reggiana di Viali, che di certo nell’ultimo mese ha alzato la media gol/partita ha comunque un dato di gol attesi che è più alto di quelli effettivamente segnati: 19.86 contro 14. Certo, i pali colpiti contribuiscono in senso negativo, ma resta innegabile che finora chi era deputato a finalizzare il gioco, non l’abbia fatto adeguatamente.
Controllo del gioco
Tanti sono gli indicatori che dimostrano la forza della Cremonese di Stroppa. In attacco, ad esempio, dove oltre ai già citati risultati in termini realizzativi, spicca il primo posto in classifica della formazione lombarda per numero di cross effettuati (308). Invero se il cross è uno dei momenti in cui l’azione offensiva entra nel vivo, gli altri dati sui tocchi in area di rigore avversaria, incoronano la Cremonese come una delle squadre più votate all’attacco. Collocolo e compagni sono terzi in questa graduatoria specifica, con 276 tocchi nell’area avversaria. Anche i dati generici sui passaggi e sul possesso palla lasciano chiaramente intendere che di norma è la formazione del reggianissimo Castagnetti ad avere il pallino del gioco. I grigiorossi sono terzi nella classifica dei passaggi, a quota 7025 che, tradotto in possesso palla finiscono per tradurre una media partita del 56.4% (secondo posto alle spalle di un irraggiungibile Mantova che è in testa a questa graduatoria grazie a un possesso palla del 63.8%, quasi che sulla panchina dei virgiliani neopromossi sedesse Guardiola e non Possanzini. E degli oltre 7mila passaggi con cui la Cremonese tesse la propria tela, più del 10% (872) sono nella trequarti avversaria e oltre mille sono invece considerati progressivi ovvero parte di una verticalizzazione.l © RIPRODUZIONE RISERVATA