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Giovedì 12 dicembre

Reggiana-Modena, arriva Facciolo e il ricordo di quei due rigori parati ai Canarini passati nella storia

Reggiana-Modena, arriva Facciolo e il ricordo di quei due rigori parati ai Canarini passati nella storia

Allo stadio Mirabello la presentazione della sua autobiografia

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Reggio Emilia Questa sera giovedì 12 dicembre allo stadio Mirabello alle ore 20.30 nella sala hospitality Valorugby si terrà la presentazione dell'autobiografia intitolata "Mi chiamavano Rambo" dell'ex numero uno della Reggiana Nico Facciolo scritto con Antonello Cattani. Presenterà la serata il giornalista di Sky Marco Nosotti che ha avuto anche dei trascorsi proprio da portiere.  La presentazione dell'autobiografia di Facciolo si inserisce proprio alla vigilia del derby col Modena che di fatto ha trasformato Rambo in una leggenda per i tifosi granata per avere parato due rigori a due calciatori diversi del Modena: prima Domini e poi sulla ripetizione Longhi. Era la stagione 85/86 e il risultato era di parità per 1-1 quando a pochi minuti dalla fine l'arbitro Dal Forno di Ivrea, proprio su un intervento di Facciolo assegnò il rigore a favore del Modena: due penalty che Rambo riuscirà a parare. Un autentico record. A distanza di anni Nico commentò: «È stato il più grande colpo di culo della mia vita». Così, in una intervista del 2016 a firma della nostra Cristiana Filippini, Facciolo raccontava quella incredibile impresa.

Facciamo largo ai ricordi allora.
«Arrivò un tiro dalla sinistra che non riuscii a trattenere. Si fiondò sul pallone un giocatore del Modena e a me non rimase altro che commettere fallo»
Rigore netto?

«Ci poteva stare. Certo che in quel momento si sprecarono le proteste ma poi arrivò il momento del rigore».
E qui inizia la Storia.
«Sul dischetto andò Domini e glielo parai».
Non era finita lì.
«No, perché l’arbitro, che se ricordo bene era Dal Forno di Ivrea (ricorda benissimo Nico Facciolo ndc) , pensò bene di farlo ripetere. Secondo me quel momento rischiò la vita: far ripetere un rigore quasi a tempo scaduto, in un derby sotto la curva dei padroni di casa, ci vuole del pelo sullo stomaco».

Però l’epilogo di quella partita era già scolpito nella pietra.
«Dopo Domini andò sul dischetto Longhi con lo stesso risultato: rigore parato. Automaticamente venni eletto sindaco della città. E da quel momento ebbi totale libertà di movimento su tutto il territorio reggiano».
Insomma, con due rigori parati in un derby contro il Modena si rischia la santificazione.
Ma per parare due rigori qual è l’ingrediente fondamentale?
«Il culo. A parte la battuta, anche se non lo è, trent’anni fa non c’era internet, non c’era youtube, non c’erano i social e per studiare l’avversario prendevi i quotidiani nazionali al lunedì sperando di leggere che Tizio o Caio avevano realizzato il rigore calciando alla destra piuttosto che alla sinistra del portiere».
Con Domini come andò esattamente?
«Avevamo fatto il servizio militare assieme e tirava sempre dei gran piattoni. Andò così anche in occasione del derby: calciò un piattone di destro sulla mia sinistra e glielo parai».
Discorso diverso per Longhi.
«Non ne sapevo mezzo. Mi buttai e andò bene. In sintesi: una grande botta di culo».
Secondo lei potrà mai ripetersi un derby con un’atmosfera come era quella del vecchio Mirabello?
«Non credo. Sulla parete di casa ho tutte le foto di quelle stagioni in granata e si vede lo stadio stipato in ogni ordine di posto. Non c’erano mai meno di sedici/diciassettemila persone allo stadio. E giocare al Mirabello era tutta un’altra storia. No, mi spiace ma quei tempi non credo potranno più tornare».