Sinner e la sospensione: «Non ero d’accordo perché sono innocente, ma era il male minore»
Il campione azzurro torna sul caso Clostebol: «Ora sono qui e non vedo l’ora di rientrare»
MILANO. «Non ero d’accordo sulla sospensione, ma ho scelto il male minore. Poteva andare anche peggio, con ancora più ingiustizia». Così Jannik Sinner in un’intervista a Sky Sport a proposito della squalifica per il caso Clostebol. «I colleghi che hanno parlato male di me? Sono consapevole di essere innocente – ha aggiunto – È stata dura, mi sono sentito fragile. Ora sono qui e non vedo l’ora di rientrare». Il numero uno del ranking Atp tornerà in campo a Roma in occasione degli Internazionali d’Italia. Dal 15 aprile potrà riprendere gli allenamenti senza restrizioni. «D’accordo, rientrare da numero 1, o 2 o 3, può essere importante. Non so cosa sia successo ad Alcaraz o Zverev in questi mesi: ogni partita è difficile, e non puoi mai sapere se c’è qualcosa fuori dal campo che ti condiziona... Ora comincia la stagione della terra rossa, lì Carlos è favorito. E anche Sasha è forte, poteva diventare numero 1 l’anno scorso al Roland Garros...».
La sospensione
«In tutta onestà, mi sono sentito molto tranquillo. La decisione di andare verso la direzione di prendere la sospensione di tre mesi era molto rapida da prendere. Abbiamo accettato in poco tempo, anche se io non ero tanto d'accordo. Andavamo un po’ avanti e indietro con il mio avvocato e le persone che avevo intorno. Si doveva scegliere il male minore e credo che sia stato fatto questo. È un po’ ingiusto quello che sto passando ma, se guardiamo le cose, poteva andare anche molto peggio, poteva essere ancora più ingiusto. Dopo, quando abbiamo preso questa decisione, ci ho messo un po’ a ritrovarmi – ha aggiunto Sinner – Sono successe anche altre cose, al di là di questo, che non sono state semplici per me, ma sono qua e servirà ancora un po’ di tempo per digerire tutto questo. Non vedo l’ora di rientrare a Roma. È un torneo speciale per me anche se, allo stesso tempo, sarà molto difficile perché rientrare in un momento con così tanta attenzione non sarà facile».
Gli avversari
L’azzurro ha ammesso di aver guardato «veramente poco» tennis in questo periodo. «Non sto controllando praticamente niente, tranne qualche partita che mi interessa, ma il resto proprio zero, anche perché i risultati sono una cosa che non posso controllare. Quindi è anche inutile guardare in questo momento, la competizione è talmente lontana che è un momento un po' diverso per la mia carriera – ha sottolineato – Se mi aspettavo che il mio vantaggio in classifica restasse lo stesso? Non posso controllare come giocano gli altri. Alla fine, sono solo punti, la classifica è importante, ma è un momento diverso. È un momento in cui c’è la nuova generazione e la “nuova nuova” generazione che sta arrivando, con altri giocatori ancora più giovani, con Nole che continua a fare finali o vincere dei tornei. Ci sono tanti movimenti, ma io non posso controllare niente».
Il rientro
In vista del rientro a Roma «sarà molto importante bilanciare l'attenzione che riceverò e soprattutto il modo in cui reagirò alle cose esterne. Mi piace giocare in Italia, l’ho fatto vedere a Torino che è un posto dove mi sento al sicuro. Il pubblico è un’arma in più perché il tifo italiano è molto importante, si sente in campo soprattutto quando giochi contro un altro italiano è una carta sicuramente da usare. Se sarà un problema o un privilegio lo scopriremo tra un mesetto. C’è ancora un po’ di tempo e in questo tempo cercherò di prepararmi al meglio – ha proseguito – Se ho attivato un countdown dentro la mia testa? Dal primo giorno, onestamente. Perché ho smesso di fare quello che ho sempre sognato e sono nella posizione migliore per fare questo sport. Ogni giorno che passa il mio rientro si sta avvicinando sempre di più e ogni giorno mi sento meglio fisicamente e mentalmente, nonostante manchi ancora un bel po’. È una bella opportunità per migliorare nelle aree dove faticavo, per rientrare in una superficie dove faccio molta fatica. Proviamo, quindi, a fare una cosa diversa, se ci riusciamo subito molto bene, altrimenti abbiamo altri anni per riprovarci».
Il futuro
Da questa esperienza «ho imparato tante cose, che forse sapevo già prima. Ad esempio, che il tennis non è la cosa più importante. L’ho capito anche in questi mesi perché fuori ci sono delle persone che tengono tanto a me. La famiglia sarà sempre al primo posto. Gli amici sono fondamentali: avere un bellissimo legame, stare insieme soprattutto nei momenti difficili e soprattutto trovarsi delle persone intorno a te di cui ti puoi fidare, con cui puoi scambiare idee. Ho imparato questo negli ultimi mesi, tanto dal lato umano. Ero molto fragile dopo quello che è successo. Ero molto fragile perché sono successe cose che non mi aspettavo, reazioni dentro di me inattese. Vi direi una bugia. Risulterei una persona senza sentimenti ed emozioni, senza niente. Però nella vita si impara. Anno dopo anno conosco sempre meglio me stesso, come sono come persona e anche sul mio valore. Non è stato facile, però le persone che mi stanno attorno sono riuscite a sollevarmi, mi hanno dato la forza di capire meglio quello che è successo».
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