Reggiana-Pisa, muovere la classifica è un obbligo per i granata
Reggio Emilia: inizio della partite alle ore 15 allo stadio Città del Tricolore
Reggio Emilia Al cuore del tifoso devi concedere l’idea di sognare l’impresa di battere un Pisa lanciato verso la serie A. Poco importa se la Reggiana in Serie B non batte i toscani da 55 anni, nel momento in cui prendi dall’armadio la maglia o la felpa granata e la indossi per andare allo stadio ti senti invincibile e in grado di compiere qualsiasi impresa. Se non fosse così oggi al Città del Tricolore (fischio d’inizio alle ore 15) non ci sarebbero novemila cuori granata speranzosi di poter esultare per il successo della propria squadra del cuore. È il fascino del calcio, soprattutto della Serie B, che non dà nulla per scontato e non c’è niente di deciso in partenza. I numeri hanno certamente un senso ma poi subentra l’imponderabile. È già successo e accadrà ancora che l’ultima riesca a prevalere sulla prima della classe. L’orgoglio, il coraggio e la voglia di tornare ad esultare dopo oltre due mesi (ultimo successo dei granata il 26 gennaio col Palermo) è un’energia talmente contagiosa e propositiva che può spingere la Reggiana a compiere un miracolo. Allo stesso tempo è la linfa che anima il tifoso granata per essere presente allo stadio, al fianco della squadra e diciamo la verità: i reggiani sono abituati alla sofferenza, a fare i conti con l’amarezza ma ciò nonostante hanno sempre la forza di rialzarsi. Il rituale della partita, l’attesa del fischio d’inizio, è qualcosa che è difficile da spiegare per chi non si lascia trasportare dalle emotività del momento.
Oggi Reggiana e Pisa vivono di motivazioni più che di calcoli o di tattica, sarà perché si affrontano due squadre che hanno valori tecnici diversi ma le stesse angosce e le identiche paure. Entrambe hanno perso tre delle ultime cinque partite e il rischio è di compromettere quell’obiettivo per cui hanno lottato e sudato per tutta la stagione: il Pisa vuole tornare in serie A dopo ben 34 anni (nella squadra del campionato 90/91 c’erano Bosco, Neri e Padovano), la Reggiana cerca di rimanere aggrappata alla salvezza per poter giocare la Serie B per tre stagioni di fila, ciò che non accadeva dal periodo di Pippo Marchioro. Saranno questi fattori a fare la differenza più che l’aspetto tattico anche se il nuovo corso della Reggiana con Davide Dionigi sarà figlio di una difesa più attenta, anche grazie al possibile ritorno del capitano Paolo Rozzio. Sul fronte offensivo la speranza è di poter essere più concreti e fortunati (17 pali) . Bardi e compagni sanno benissimo che questa è la partita del coraggio e del cuore oltre l’ostacolo. I granata dovranno essere animati dalla stessa fiducia e da quella forza d’animo che spinge il tifoso reggiano ad andare allo stadio nella speranza di poter gioire al triplice fischio. È lo stesso sentimento del ragazzino che tutto trafelato ripone lo zaino della scuola per indossare, con orgoglio, la maglietta della Reggiana e incamminarsi a passo spedito, assieme al papà o al nonno, verso lo stadio. È imboccando via Duo, leggendo il murale dedicato alla Reggiana che inizia il lungo viaggio. Un’energia emotiva che deve arrivare alla squadra. Solo così le differenze col Pisa si possono azzerare. Oggi poco importa se giocherà Kabashi o Reinhart perché a determinare l’esito della partita saranno le emozioni, le stesse che Rozzio e compagni dovranno vivere e trasferire sul campo. Possiamo anche parlare di tattica, di una Reggiana che dovrà contrastare atleticamente un Pisa strutturato sotto il profilo fisico, di un avversario che ha uomini di spessore come Tramoni, Lind, Moreo oppure potremmo raccontare la favola di Gabriele Cigarini che da reggiano torna da avversario al Città del Tricolore, anche se non è la prima volta. Emozioni che si sintetizzano in una bandiera che viene sempre sventolata in curva Sud: “Ti amerei anche se vincessi”.l © RIPRODUZIONE RISERVATA