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Reggiana, ecco come Davide Dionigi ha cambiato il volto alla squadra

Wainer Magnani
Reggiana, ecco come Davide Dionigi ha cambiato il volto alla squadra

Reggio Emilia, in 35 giorni l’allenatore ha fatto svoltare la stagione: l’importanza di Rozzio in difesa e la rinascita di Gondo le chiavi del successo

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Reggio Emilia Tutto è cambiato in 35 giorni: dall'umiliante sconfitta contro il Sassuolo all'esaltante successo contro lo Spezia. Ma cosa è successo in questo lasso di tempo? Com'è stato possibile passare dal penultimo posto dopo la sconfitta col Pisa all'attuale 13esimo posto? In che modo l'allenatore Davide Dionigi ha cambiato pelle alla Reggiana? Interrogativi che hanno diverse spiegazioni, numeri che illustrano questo cambiamento e poi ci sono coincidenze fortunate, una su tutte il rinvio della partita al Rigamonti contro il Brescia per la morte di Papa Francesco. La mano di Dionigi Una rivoluzione che ha avuto un breve lasso di tempo se pensiamo che il 31 marzo, tra lo scetticismo generale, è stato presentato il nuovo allenatore Davide Dionigi al posto di William Viali. Un impatto non facile, con una squadra reduce da una clamorosa debacle col Sassuolo (5-1) e che ha dovuto affrontare subito Cremonese e Pisa. Dopo il secondo tempo con i toscani la sensazione era di una resa da parte di una Reggiana demotivata e che sembrava condannata alla retrocessione diretta. È stato, però, il quel momento forse più critico, con l'organico in emergenza per i tanti infortuni, che Dionigi ha ricompattato la squadra, anche a dispetto di un ambiente dimesso e rassegnato. Non a caso oggi il mister ha una media di 1,8 punti a partita. Il rinvio col Brescia È un particolare importante di questa rinascita perché la Reggiana aveva affidato a questa partita la possibilità di credere ancora nei play out. La sfida al Rigamonti era vista come la sfida della vita.

La morte di Papa Francesco e il rinvio della partita hanno consentito alla Reggiana di spostare queste attese alla sfida interna col Cittadella. Un altro spareggio dai risvolti drammatici ma che si poteva giocare in un altro contesto. Non a caso dopo un primo tempo ricco di paure e timori ha fatto seguito una ripresa dove i granata si sono liberati di un fardello e hanno giocato con un altro spirito battagliero vincendo una partita fondamentale. È stata la scintilla che ha riacceso la luce sul volto dei granata e di tutto l'ambiente. Due vittorie in rimonta Non era mai successo in precedenza, al massimo la Reggiana aveva pareggiato le partite che l'avevano vista passare in svantaggio ma mai portare a casa la vittoria. I granata ci sono riusciti a Modena in un esaltante derby e si sono ripetuti contro lo Spezia. È scattata quella molla che ti fa pensare che non importa se vai sotto nel punteggio perché ora hai la forza di rimontare. È stato così col Modena e contro lo Spezia. È rimasta una costante: i gol subiti. Da 15 partite la Reggiana subisce almeno un gol ma nelle ultime tre sfide questo particolare è passato in secondo piano anche se disturba aver subito gol contro il Cittadella. In una ipotetica classifica finale, a pari punti con i veneti, i granata sono in svantaggio per la differenza reti. Tre successi di fila Non accadeva da 26 anni di vincere tre partite consecutive ma soprattutto non è mai successo nel corso di questo campionato di mettere sotto una grande. La Reggiana ha vinto a Cremona, quando forse la formazione di Stroppa era in una confusione tecnico-tattica, mentre il successo sullo Spezia è stato di ben altro spessore. Una sconfitta dello Spezia che ha tolto le ultime speranze di aggancio al Pisa che ha potuto festeggiare la vittoria pur perdendo a Bari. Tre vittorie importanti ma diverse tra loro: decisiva col Cittadella, esaltante nel derby col Modena e di prestigio contro lo Spezia. I goleador Tre successi che portano la firma di Portanova e Gondo che hanno segnato in tutte e tre le partite. L'unico “intruso” è Girma autore del pareggio al Braglia. Portanova è arrivato a quota 8 gol, Gondo ha eguagliato in serie B il suo record con 7 reti. Entrambi da tre partite vanno sempre a segno ma c'è di più. Se per Manolo Portanova è una costante, perché il suo campionato, pur con qualche flessione, è di grande livello per Gondo il discorso è diverso. È passato dalla polvere all'altare, dalla contestazione all'esaltazione e tutto in nove giorni. Accusato contro il Pisa di essere rimasto in disparte a fine partite, domenica tutto lo stadio si è alzato in piedi per applaudirlo.

A fine partite è stato il giocatore più osannato. Forse aveva solo bisogno di un briciolo di fiducia, quella che Dionigi gli ha saputo infondere, poi ci hanno pensato i gol a restituirgli il sorriso e l'autostima. Il capitano Forse è solo un caso oppure non è così, però la rinascita della Reggiana è iniziata col ritorno da titolare di Paolo Rozzio proprio nelle ultime tre partite. Dionigi fin da subito aveva sposato la difesa a tre ma solo quando ha potuto schierare il capitano al centro del terzetto, l'organizzazione difensiva ha avuto un senso. Rozzio non è solo un leader e un beniamino dei tifosi (domenica ha festeggiato le 200 partite in granata) ma è un regista difensivo impeccabile, carismatico e pronto alla battaglia. L'attaccante Pio Esposito ne sa qualcosa. È vero che la Reggiana da 15 partite subisce almeno un gol ma ora gli avversari per trovare la via delle rete devono fare fatica perché si difende da squadra, compatti e battaglieri. Il popolo granata In questo campionato da “montagne russe” c'è una sola costante: i tifosi granata. Loro ci hanno sempre creduto nella salvezza della Reggiana. La media stagionale è di quasi diecimila presenze con sempre 8.500 tifosi granata allo stadio, di cui 6.8.78 abbonati. Col Pisa c'erano 12mila spettatori di cui 3.300 toscani; contro la Cremonese erano 10.019 i presenti con 1.261 ospiti; col Cittadella c'erano 8.874 tifosi con 234 ospiti e contro lo Spezia 9.534 con 35 tifosi liguri. Al Braglia si sono presentati quasi 2.500 tifosi granata. l © RIPRODUZIONE RISERVATA