«Entrare nello staff granata è un sogno che si è realizzato»
Giuseppe Liperoti è uno dei collaboratori tecnici di Dionigi
Reggio Emilia Giuseppe Liperoti, 50 anni il prossimo 2 agosto, reggiano d’azione, è un tecnico conosciuto e stimato negli ambienti dilettanti per aver allenato tante squadre anche nel parmense. «Devo ringraziare il mister Davide Dionigi, che considero come un fratello, per questa opportunità, oltre ovviamente alla società – tiene a sottolineare Liperoti, collaboratore tecnico del mister granata – in questi anni ci siamo sempre tenuti in contatto e dopo diverse esperienze nei dilettanti volevo far parte del mondo professionistico. Certo non immaginavo di esordire proprio con la Reggiana, la squadra che considero della mia città, poiché sono più di vent’anni che abito a Reggio Emilia. È stata una grande fortuna. Posso affermare che si è realizzato un sogno». Cosa si prova da reggiano a compiere una simile impresa? «A dire la verità solo ora ce ne rendiamo realmente conto. Eravamo talmente concentrati sull’obiettivo che non abbiamo avuto tempo per rendercene conto. Ora parlando con la gente che ci ringrazia e ci chiede di questa impresa, ho compreso fino in fondo ciò che abbiamo fatto». La Reggiana l’aveva seguita per tanto tempo, era convinto di potercela fare ad approdare in granata? «Mi sono sempre detto che se Dionigi avesse avuto la possibilità di allenare la Reggiana, grazie alla sua determinazione, nulla sarebbe stato impossibile». Quindi non è rimasto sorpreso? «Sapevamo delle difficoltà legate alla classifica e al calendario, ma c’era fiducia. Non è stato un miracolo, come si dice, ma il frutto di tanto lavoro, applicazione e impegno maniacale. Io sono un malato di calcio e seguivo tutto. In città c’era la sensazione di una retrocessione inevitabile e per questo aver raggiunto la salvezza in quel modo è stato inebriante». Si è dato una spiegazione del perché Davide Dionigi non era considerato? «“Vedendolo lavorare, è la stessa domanda che mi sono posto: com’è possibile che un allenatore così preparato debba stare fermo? La risposta è che il calcio è strano». Guardando al futuro come vede la nuova Reggiana? «Una squadra con la stessa mentalità ammirata nelle ultime sette partite, perché non cancello le prestazioni contro Cremonese e Pisa, due squadre che sono salite in serie A». Sarà quindi una Reggiana da combattimento? «Aggressiva, che abbia corsa ma anche capacità di leggere le partite, di saper sfruttare le debolezze dell’avversario esaltando le nostre capacità. Davide e il suo staff sono maniacali in questo, basti pensare che alle 8 di mattina eravamo a Villa Granata per studiare e preparare l’allenamento. Non abbiamo sprecato un minuto e sarà così anche il prossimo anno». Con quali criteri sarà rinnovata la squadra? «Oggi in serie B servono giocatori di “gamba” che siano atleti veri pur avendo buone qualità individuali. Dobbiamo essere validi nelle due fasi con giocatori strutturati». Rivedremo, ad esempio, il Gondo o il Girma del finale di stagione? «Sono stati bravi loro a credere nel lavoro che gli abbiamo prospettato. Sono cambiati sotto il profilo del lavoro fisico, tattico e possono ancora migliorare. Vorrei anche sottolineare Manolo Portanova, un giocatore che ritengo possa fare grandi cose, anche se 8 gol e 5 assist è un bel bottino». Il ritiro estivo sarà più lungo rispetto alle ultime stagioni? «Saranno problemi dei giocatori perché David Morelli, il preparatore atletico, è un altro che in fatto di meticolosità e applicazione non scherza». Che campionato sarà? «Come sempre difficile, imprevedibile e con avversari che avranno un budget da serie A». L’obiettivo? «Dobbiamo pensare solo alla salvezza da raggiungere in ogni modo, possibilmente senza soffrire ma dobbiamo essere preparati a tutto». Di sicuro si ripartirà dall’entusiasmo dei tifosi. «Ho ancora davanti agli occhi le scene di esultanza e felicità dei nostri tifosi al rientro da Castellamare. Non dimentico l’apporto che ci hanno dato nel secondo tempo col Cittadella, a Modena e con lo Spezia. È stato pazzesco, da brividi. La Reggiana ha un pubblico da serie A e nei loro confronti noi abbiamo sempre la responsabilità di dare tutto noi stessi». Com’è stato il primo anno da professionista? «Ognuno ha avuto un ruolo e ci sentiamo una famiglia. Tutto lo staff si è messo a disposizione di Dionigi per non sbagliare niente». Come ha trovato il centro sportivo Villa Granata? «Ritengo l’allenamento la cosa più importante per poter incidere nel corso della partita. A Villa Granata c’è una perfetta organizzazione e all’altezza della categoria, anche se si può sempre migliorare».
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