Gazzetta di Reggio

Sport

Calcio Serie B

Rozzio granata per il 10° anno consecutivo, il capitano entra nella storia

Wainer Magnani
Rozzio granata per il 10° anno consecutivo, il capitano entra nella storia

La Reggiana ha rinnovato il contratto con il difensore fino al 2026

3 MINUTI DI LETTURA





Paolo Rozzio si appresta a disputare il decimo campionato consecutivo con la maglia granata. Nella storia recente nessun atleta ha militato senza interruzioni nella Reggiana per un periodo tanto lungo. Beppe Alessi, “mister 200 presenze”, è arrivato a nove stagioni, Michele Zanutta (211 presenze) è stato granata per sette anni. Occorre andare a ritroso nel tempo per trovare Athos Panciroli (308 partite, 1945/55) con dieci campionati di fila e poi altri due (1938/40) da esordiente. «Per me il rinnovo ha un grande significato – sottolinea Rozzio – in maglia granata ho vissuto momenti belli ma anche difficili. Se sono diventato un uomo con valori e principi, lo devo alla Reggiana. Ripensare agli anni passati con questa maglia mi riempie d’orgoglio. Non posso che ringraziare il presidente Carmelo Salerno per le parole spese e per aver mantenuto la promessa il giorno in cui mi sono infortunato. È venuto da me quando ero in ambulanza e mi ha detto di stare tranquillo. È un rapporto di stima reciproca, come allo stesso tempo devo ringraziare il patron Amadei, Fico e Cattani». La fascia di capitano ha per lei un significato speciale? «È un motivo d’orgoglio e di responsabilità perché rappresento la squadra della città. Da calciatore ho sempre dato tutto me stesso per i colori granata, a volte anche sbagliando. Il mio compito è anche quello di trasmettere ai giovani i principi ricevuti dalla mia famiglia». Lo scorso anno il suo rientro in squadra è stato determinante. «È stato un campionato impegnativo a livello personale perché rimanere lontano cinque mesi non mi ha consentito di seguire al meglio le dinamiche dello spogliatoio. Per questo ho fatto di tutto per rientrare il prima possibile per stare vicino all’allenatore. L’esito finale è stato bellissimo e oggi ne parliamo col sorriso sulle labbra, non nascondo che ero molto preoccupato ma ci abbiamo creduto fino alla fine e abbiamo dato il massimo». E quest’anno come sarà? «Le sfide mi sono sempre piaciute e ogni anno ricerco nuove motivazioni. Spero di poter finire la carriera qui». Com’è stato l’impatto con Davide Dionigi? «Il mister è molto pressante negli allenamenti ma fuori dal campo lascia molta discrezionalità ai giocatori». Lei è un reggiano a tutti gli effetti, qual è il suo approccio con i tifosi? «Ne conosco tanti e con loro c’è un dialogo che aiuta a far capire anche alcune sfaccettature della partita, far comprendere il nostro punto di vista. Mi sento un po’ un intermediario tra squadra e tifoseria». Quali sono le sensazioni di questa stagione che sta per iniziare? «Vedo che da parte del ds Fracchiolla e del dt Scognamiglio, che ho conosciuto da giocatore a Pisa, molta voglia di lavorare. Il nostro obiettivo non può che essere la salvezza, anche se è doveroso pensare partita dopo partita, senza guardare troppo avanti». La Reggiana partirà da uno zoccolo duro di giocatori? «Avremo continuità grazie a un’ossatura di giocatori importanti e che potrà aiutare la crescita dei giovani che verranno inseriti». A cosa si deve il suo nuovo look? «A un fioretto fatto per la salvezza: quando mi guardo allo specchio non mi piaccio però poi penso all’impresa fatta e quindi lo tengo». l © RIPRODUZIONE RISERVATA