Il sipario si alza al Bigi con la matricola Udine
L’attesa è finita: alle 17 di oggi pomeriggio l’esordio in via Guasco. Piena di insidie la sfida contro una neo-promossa molto ambiziosa
Reggio Emilia Il mondo nuovo. Sono sembrati lunghi, i quattro mesi abbondanti che separano l’ultima gara ufficiale della Una Hotels 2024/25 da questo esordio casalingo ma, finalmente, il sipario è pronto a rialzarsi. Oggi alle 17 al pala Bigi la Una Hotels affronterà una neopromossa ambiziosa e solida, Udine, nel debutto in serie A e si entrerà nel mondo nuovo. Dopo un biennio solido e denso di soddisfazioni, la Pallacanestro Reggiana ha dovuto necessariamente cambiare parecchio, pur all’insegna di un percorso di forte continuità. E non suoni irrispettoso, è difficile non partire dagli assenti. Non ci sono più Claudio Coldebella e Momo Faye, volati in Eurolega, niente più veterani Nba alla Faried e alla Galloway e nemmeno talenti superiori da provare a gestire, stile Winston e Hervey. Pure il nome dello sponsor ha subito un ritocchino, da Unahotels a Una Hotels, staccato. Rimangono la guida tecnica del coach Priftis, l’ossatura societaria e una rosa confermata al 50% anche per provare l’assalto, poi fallito, alle qualificazioni alla Bcl. Nel basket di oggi, ripartire dallo staff tecnico e da metà organico è una gran rarità, e ciononostante le differenze sono tante. E toccherà anche a tutto il mondo biancorosso accettarlo alla svelta. Per due anni, l’accoppiata tra Faye e un muscolare da Nba, prima Black poi Faried, ha reso Reggio una delle squadre più fisiche d’Italia, ai primissimi posti in rimbalzi, stoppate e punti subiti. Era questa la base. Impossibile però sostituire l’impressionante verticalità di Faye, non a caso finito ai piani alti. Sono state fatte altre scelte, con cambiamenti in corso d’opera sino al ritorno di Cheatham accoppiato a un elemento, Williams, che può giocare i due ruoli sotto, rinunciando a un altro esterno straniero. Un assetto fortemente voluto da Priftis, ora pronto a svelare accorgimenti tattici e soluzioni adatte a questo organico. Dietro, non ci sarà più quella superiore presenza nel pitturato, i lunghi, a partire da Echenique, possono però garantire tanto ingombro soprattutto se gli esterni riusciranno a tenere le guardie avversarie, come invece non accaduto negli spareggi Bcl. in attacco, salutato l’immenso quanto volatile talento di Winston, si punta sul sistema e sulla continuità. Caupain è un play solido, con meno picchi ma pure meno sparizioni nel nulla, l’asse principale sarà quello dei confermati Barford e Cheatham. Il lungo Usa rimane il grande apriscatole con il suo tiro da fuori e i suoi isolamenti, Barford dovrà continuare su quanto fatto vedere negli scorsi playoff: se limita le forzature da fuori e va dentro con la sua potenza, in serie A è cliente difficile per tutti. Sotto canestro, poi, Williams ha tanti movimenti e Echenique è un eccellente bersaglio per scarichi e giochi a due, i punti non dovrebbero mancare. La grande incognita rimane il ruolo di ala piccola, sta a Woldetensae e Vitali tener alta la pressione. Il primo collaudo non sarà dei più semplici. Intanto, a proposito di novità, le restrizioni previste dal protocollo di sicurezza sugli eventi sportivi introdotto in estate ha spinto il tifo organizzato, il Popolo Biancorosso, a unirsi alle proteste di tanti gruppi italiani. Oggi niente cori, niente tamburi, niente striscioni. Poi, c’è una neopromossa tosta chiamata Udine. Una formazione costruita in maniera simile a Reggio, con due centri stranieri, un’ala forte perno offensivo grazie alla propria pericolosità perimetrale, il lituano ex Sassari Bendzius, e tre guardie Usa a costruire e finalizzare, assistite da italiani affamati e pronti a mettersi in mostra, a partire dal play Calzavara, da capitan Alibegovic e dall’atletico Ikangi. Una sorta di specchio contro cui misurare tattiche, adeguamenti e affiatamento, per entrare davvero nel mondo nuovo. Buona pallacanestro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
