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Progetto Danza, una storia che continua tra tradizione e nuovi progetti

Progetto Danza, una storia che continua tra tradizione e nuovi progetti

La presidente in carica Cristina Mattaliano: «Avanti affinchè i nostri spazi possano continuare a essere luoghi di scambio e di incontro»

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Reggio Emilia Ballerina, insegnante e ora (anche) presidente. Da un anno e mezzo Cristina Mattaliano ha iniziato il suo terzo tempo all’interno di Progetto Danza, la storica e qualificata associazione di ballo che ha la propria sede in via XX Settembre, a Reggio, e che propone al suo interno diverse specialità. L’obiettivo dell’associazione sportiva è sempre quello di avvicinare più persone possibili a questo universo, che ha anche una spiccata funzione motoria perché danzare implica inevitabilmente movimenti del corpo utili a qualsiasi età. Progetto Danza ha una scuola anche nella Bassa, a Guastalla, vanta 732 tesserati ed è conosciuta un po’ in tutta Italia grazie agli spettacoli che propone e per la professionalità che ogni giorno, con sudore e sacrificio, viene messa a disposizione dei propri iscritti.

Presidente Mattaliano, com’è il suo primo e parziale bilancio alla guida di questa gloriosa società?
«Sono subentrata il 10 giugno 2024 e, dopo un anno e mezzo, non posso che essere contenta. Tutto nasce dall’esigenza dell’allora presidente Cinzia Beneventi di fare un passo indietro. Sono stati lei e Michele Merola a propormi questo ruolo, essendo io parte di questa famiglia dal 2007. Dopo aver ballato sino ai 30 anni e insegnato (lo fa tuttora, ndr) ho accettato questa sfida. Cinzia ha visto in me la figura giusta».
Come si trova in questo nuovo ruolo?
«Ogni anno ho dato qualcosa in più alla associazione, ora è iniziato questo percorso. Per quanto mi riguarda è una sfida bellissima, ora mi occupo di cose anche burocratiche oltre che puramente artistiche e tecniche. Cinzia mi ha affiancato ed è sempre presente all’interno del nostro Direttivo, ma mi ha fatto capire che è giusto che io prenda le mie decisioni. Certo, a volte non è facile passare dalla sala prove ai moduli da firmare e alla burocrazia, ma bisogna essere multitasking».

Che proposte avete adottato per la stagione 2025-2026?
«Continuiamo nel solco della nostra tradizione, tra danza classica, moderna, contemporanea e l’avviamento professionale, oltre al settore street e alla ginnastica per il benessere e la salute. Le proposte sono diverse e noi facciamo scegliere alle persone, l’importante è che i ragazzi facciano sport che è fondamentale per la salvezza delle generazioni più giovani».
Vi affidate a tanti maestri e collaboratori?
«Oltre a Michele Merola e Dorian Grori, ci sono tanti altri insegnanti. Li vorrei citare perché sono davvero parte integrante della nostra realtà: senza di loro il nostro Progetto non sarebbe tale». Prego. «Nel classico Mauro Carboni, Lisa Martini, Cristina Mattaliano, Rita Schiaffino, Sofia Immovilli. Nel contemporaneo Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Lorenzo Molinaro, Valentina Cuoco, Cristina Martini, Viviana Sanfilippo. Nello street Alessandra Menabue, Simone Balboni, Deborah Costoli, Andrea Comperchio ed Etienne Ange Emmanuel N’Guessan».
Progetto Danza abbraccia anche bambini e adulti. In che modo?
«Accogliamo i bambini dai 3 anni di età, grazie al progetto baby dance. Con Arturo Canistrà, invece, proponiamo il corso “Dànse a ton age” per persone dai 55 agli 80 anni. Quest’ultimo sta riscuotendo un grande successo, è bello vedere come interpretano la danza queste persone di una certa età».
Ci sono progetti per il futuro?

«La parte amatoriale rimarrà così, anche in linea con quelli che sono i principi della Uisp. Mi piacerebbe invece far nascere un altro corso di avviamento professionale. Al momento abbiamo la fascia 16-18 anni e 13-15 anni; manca quella 11-13 e credo vada istituita, anche perché prima si inizia e meglio è».
A livello di iniziative, invece, cosa proporrete?
«In attesa di svelare gli spettacoli futuri, posso anticipare che il 12 dicembre al teatro Ruggeri di Guastalla è in programma uno spettacolo di beneficenza».
Se si volta indietro, cosa vede?

«Oggi ho 45 anni e sono mamma. Se tornassi indietro farei gli stessi sacrifici per la danza. I sacrifici e le rinunce ad altro sono sempre stati riempiti dalla soddisfazione di essere arrivata agli obbiettivi preposti. È bello vedere che qui si abbattono i muri sociali e si creano gruppi di amici. Ci sono ballerini che, arrivati a una certa età, hanno dovuto smettere e il ricordo che hanno, al di là di passi a due o esibizioni, è proprio l’aspetto umano».
Forse è questo l’augurio per Progetto Danza per i prossimi anni, conferma?

«Esattamente, mi impegnerò per continuare a far sì che i nostri spazi possano essere luoghi di scambio e di incontro». l © RIPRODUZIONE RISERVATA