Ultras del Parma picchiano un giocatore dello Sporting Cavriago: «Aggredito perché indossava la sciarpa della Reggiana»
E’ accaduto sugli spalti al termine della partita di Seconda Categoria tra la squadra cavriaghese e il Mt 1960, formazione di Monticelli Terme
Cavriago Era infortunato e ha pensato bene di andare a seguire la squadra con la sciarpa della Reggiana. I coetanei di Parma lo hanno però picchiato. Mercoledì sera, lo Sporting Cavriago è uscito sconfitto dal campo di Monticelli Terme: i padroni di casa targati Mt 1960 si sono imposti 2-1, nel posticipo valevole per la nona giornata di Seconda Categoria (girone D). Tuttavia, a far rumore sono soprattutto le vicende avvenute in tribuna: vicende riguardanti scontri fisici che il club biancoblù ha ripercorso nella giornata di ieri, attraverso una nota ufficiale sulle proprie pagine social.
La nota del club
«Al di là del risultato, purtroppo stavolta c’è qualcosa di molto più grave da raccontare - scrive lo Sporting Cavriago -. Quella contro l’Mt 1960 è una partita che abbiamo accettato di rinviare su richiesta del club parmense, per non rovinare il terreno di gioco (la data originariamente prevista era quella del 2 novembre, ndr). Un gesto di correttezza e disponibilità da parte nostra, ma in tribuna abbiamo assistito a uno spettacolo che non vorremmo mai vedere. Alcuni ragazzini, spacciandosi per ultras del Parma, hanno aggredito verbalmente e fisicamente un nostro giocatore presente sugli spalti soltanto perché indossava la sciarpa della Reggiana».
L’aggressione
Secondo quanto ricostruito, il ragazzo dello Sporting, un 22enne, era infortunato e ha seguito la trasferta accomodandosi in tribuna. Le scaramucce durante le gara sembravano essere circoscritte ai 90’, prima dell’episodio a gara finita. I responsabili della grave aggressione sarebbero ragazzi molto giovani. Prosegue lo sfogo social del club: «Gli hanno strappato la sciarpa, oltre a rompergli gli occhiali -sottolinea la nota -. Inoltre gli stessi ragazzini hanno aggredito anche il nostro presidente Antonio Cesare Mola, intervenuto per difendere il giocatore. Questo non è lo sport che amiamo. Questo è lo schifo del calcio che rifiutiamo con tutto il cuore. Se fosse successo da noi, quelle persone sarebbero state sùbito allontanate dal nostro campo. Le scuse arrivate solo a fine episodio non bastano: certe cose non devono accadere, mai. Soprattutto in un campo dilettantistico, dove si dovrebbe andare per vivere emozioni sane e mai violenza». In attesa dei provvedimenti del giudice sportivo, che si atterrà a quanto scritto dall’arbitro nel referto, il presidente Mola ha fatto sapere di aver parlato ieri con la società Mt 1960 che ha preso le distanze da quanto accaduto, anche se sui social il club non ha escluso la volontà di andare sino in fondo: «Attendiamo che la Mt 1960 ci fornisca i nominativi dei responsabili. In caso contrario procederemo a una denuncia contro ignoti e contro la società stessa». l© RIPRODUZIONE RISERVATA
