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Pallacanestro Reggiana, JT Thor si presenta: «Non vedo l’ora di confrontarmi col basket europeo»

Adriano Arati
Pallacanestro Reggiana, JT Thor si presenta: «Non vedo l’ora di confrontarmi col basket europeo»

Ventitré anni, originario del Sud Sudan, l’ala forte si è già affacciata alla Nba. «Reggio rappresenta la piazza che cercavo per mostrare le mie qualità»

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Reggio Emilia L’uomo dell’energia e della speranza. Ieri pomeriggio alla sede Honda del concessionario (e sponsor della Pallacanestro Reggiana) Severi & Scorcioni, il nuovo acquisto della Una Hotels JT Thor si è ufficialmente presentato, pochi giorni dopo il suo arrivo in Italia come rinforzo in corsa di una squadra in forte crisi di risultati, giunta all’ottava sconfitta consecutiva.

Il 23enne, ala forte statunitense con passaporto del Sud Sudan, è alla prima esperienza europea dopo alcune stagioni Nba vissute più o meno ai margini, salvo qualche picco in cui ha mostrato tutto il suo potenziale atletico. 208 cm, esile e agile, è un saltatore che può dare stoppate e rimbalzi e ha una velocità notevole per l’altezza, unita a buon tiro da fuori. All’esordio nel basket più tattico al mondo, quello europeo, avrà probabilmente bisogno di tempo per capire dov’è finito. Esordirà domani, nel match di Europe Cup che la Una Hotels disputerà in Croazia, sul campo del Cibona Zagabria. In un primo momento prenderà il posto dell’infortunato Cheatham. Dopo la pausa, quando si spera che il titolare possa aver recuperato dai suoi problemi al tendine d’Achille, sarà probabilmente Williams a lasciargli il posto, ma quelli sono discorsi lontani e tutti da definire.

Da domani, Reggio ha di nuovo 4 lunghi su cui contare. «È un ragazzo nato in Nebraska, cresciuto in Alaska con la famiglia, che nonostante la giovane età ha già esperienza di alto livello, nella Nba e alle Olimpiadi con la Nazionale del Sud Sudan», lo presenta il general manager Marco Sambugaro. «È un’ala forte che può giocare anche da centro, la sua caratteristica principale è l’atletismo, non ha grande gioco spalle a canestro, è molto più efficace quando lo fronteggia, e ha un buon tiro da fuori».

La parola spetta poi all’ultimo arrivato. «Sono consapevole - sono le sue prime parole a Reggio Emilia - che questo è un grande cambiamento, è un cambiamento che cercavo, volevo confrontarmi col basket europeo. So che qui si gioca un basket molto diverso, credo che la principale differenza sia che in Europa ogni singolo possesso è importante e ha un valore pesante, molto più di quanto accada negli Usa», racconta Thor. «So che la squadra arriva da un periodo di difficoltà, ma non mi piace parlare di pressione, sono qui per fare del mio meglio, per aiutare la squadra con quello che so fare. Coach Priftis mi ha chiesto di giocare sempre nel modo più duro e più intenso possibile».

Thor è tra i protagonisti di una delle più belle storie di sport del decennio, la creazione dal nulla della Nazionale del Sud Sudan, uno degli Stati più poveri e devastati da violenze e guerre del pianeta. La rappresentativa ha conquistato l’accesso a Mondiali e Olimpiadi: «abbiamo sorpreso prima di tutto noi stessi, è stata un’esperienza incredibile, non pensavamo fosse possibile e invece siamo riusciti a vivere qualcosa di incredibile, per noi e per il Sud Sudan. Un momento bellissimo», sorride. l© RIPRODUZIONE RISERVATA