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Nella sfida di Carrara la Reggiana ha ritrovato il vero Matteo Rover

Wainer Magnani
Nella sfida di Carrara la Reggiana ha ritrovato il vero Matteo Rover

L’esterno destro si è reso protagonista di una partita solida in entrambe le fasi. Dopo le difficoltà iniziali l’ex SudTirol vuole rispondere alle critiche sul campo

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Reggio Emilia Tra le tante note positive del pareggio di Carrara c’è un elemento che merita di essere sottolineato: la buona prestazione di Matteo Rover. Dopo la sconfitta a Monza gli erano piovute addosso feroci critiche e il mondo gli era crollato addosso. Rover era diventato il capro espiatorio, forse perché da lui si pretendeva tanto. La Reggiana lo aveva annunciato come il grande colpo di mercato e del resto i numeri parlavano per lui: 86 presenze nel Sudtirol e una promozione in serie B. Per lui la società aveva fatto anche un sacrificio economico. Era il pezzo da novanta da inserire sulla fascia destra a tutto campo, una collocazione nuova per Rover che amava la fase offensiva, meno l’esigenza di trasformarsi nel quinto della difesa. Gli inizi non sono stati facili: sempre titolare ma con lo Spezia sostituito a fine primo tempo, col Cesena in panchina e solo otto minuti contro il Bari. A Monza è ancora titolare ma commette due strafalcioni che costano i due gol per il Monza e la terra gli frana sotto i piedi.

Nuovamente in panchina nel derby col Modena, solo altri otto minuti ad Avellino e diciotto contro l’Entella. Pochi spezzoni di partita in cui ha sempre dimostrato le sue qualità offensive e soprattutto la capacità di mettere nelle condizioni i compagni di andare in gol, com’è successo anche a Monza. Il tecnico Dionigi l’ha sempre difeso pubblicamente e chiesto un aiuto per ritrovare un giocatore fondamentale per il gioco della Reggiana. Non ci ha pensato due volte a gettarlo nella mischia a Carrara e Matteo l’ha ripagato con una prestazione degna del miglior Rover. Tornano alla mente alcune frasi del coach Vince Lombardi: «Non importa quante volte cadi ma quante volte cadi e ti rialzi». Un concetto che si sposa alla perfezione con il cammino che sta percorrendo Matteo. «Alcune volte, fa ancora male guardare quelle cadute, quegli errori che sembrano ancora vivi nella mia mente – aggiunge sempre Lombardi –. Ma è proprio lì, nelle cadute, che sono riuscito a trovare le forze per potermi rialzare e combattere ancora. Ogni ostacolo che ho dovuto affrontare mi ha reso più forte e più determinato: ogni errore è stato un insegnamento “prezioso”. Ogni caduta mi ha portato a fare qualcosa di meglio, a essere una persona migliore». La Reggiana sa che dopo Carrara potrà fare affidamento sul vero Rover, anzi forse migliore rispetto al passato perché se tatticamente saprà essere quel giocatore a tutta fascia su cui avevano scommesso Dionigi e Fracchiolla, allora la squadra granata avrà acquisito un punto di forza. Rover è un ragazzo sensibile, corretto e fuori dagli schemi. Ama le passeggiate in campagna, rilassarsi in mezzo alla natura, sentirsi amato e apprezzato. Si era presentato a Toano con entusiasmo e stile: aveva stretto la mano a tutti i componenti della Reggiana e ai tifosi presenti in ritiro. Disponibile, affabile e umile. L’errore è stato mettergli un pesante fardello sulle spalle anche se ora Matteo si sente in grado di reggere questa pressione, di corrispondere alle aspettative dei tifosi. Doveva misurarsi con se stesso, ora ha un debito di riconoscenza nei confronti del mister, del ds, dei compagni di squadra e di chi gli ha teso una mano. A volte Reggio è spietata ma sa anche offrire a tutti una seconda opportunitàl © RIPRODUZIONE RISERVATA