Mantova-Reggiana, il difensore Simone Bonetti: «Andiamo per vincere. A Frosinone non meritavamo la sconfitta»
Calcio Serie B: il giocatore non è più il ragazzino arrivato dal Lentigione ma una pedina importante nello scacchiere di Davide Dionigi
Reggio Emilia «Andiamo a Mantova per fare risultato e per dimostrare che col Frosinone non meritavamo la sconfitta». È un Simone Bonetti deciso e autoritario, come del resto lo si vede in campo. Non è più il ragazzino arrivato dal Lentigione ma una pedina importante nello scacchiere di Davide Dionigi come confermano le dieci partite da titolare su dodici presenze: «Devo ringraziare il mister Dionigi – prosegue Bonetti, classe 2004 – per il coraggio e la fiducia che mi ha accordato e la società per il rinnovo di contratto, anche se il mio impegno sarà sempre lo stesso così come la determinazione nel voler ripagare sul campo la loro fiducia».
Cosa significa il rinnovo del contratto per altri due anni?
«È un attestato di stima ma nella quotidianità per me non cambia niente perché ogni giorno cerco di applicarmi al massimo, di ascoltare e imparare con la massima dedizione».
Lunedì si gioca a Mantova un derby importante per la classifica e per i tifosi.
«Ne sono cosciente, so quanto ci tengono e purtroppo non potranno essere al nostro fianco. Io sono reggiano e so cosa significa la Reggiana per i tifosi ma sono anche un giocatore e quando entro al Mapei-Città del Tricolore so di rappresentare la mia gente. Li sento al mio fianco e mi aiutano soprattutto nei momenti in cui dobbiamo stringere i denti. So che ci sono sempre a prescindere dal risultato, a maggior ragione quando giochiamo lontano da Reggio. Per questo non averli a Mantova aumenterà il nostro senso di responsabilità».
Si usa dire che i derby non si giocano ma si vincono.
«Ci proveremo di sicuro. Vogliamo farci trovare pronti e lo staff tecnico sta curando anche i minimi dettagli. Abbiamo tanta voglia di dimostrare che col Frosinone è stata una sconfitta immeritata: dobbiamo far combaciare la prestazione a un risultato positivo».
Preso atto dei due punti in quattro partite, si può parlare di una flessione della Reggiana?
«Capisco che nel calcio contano i punti e per questo dobbiamo essere più incisivi ma non sempre i numeri rappresentano la realtà perché la Reggiana nelle ultime quattro partite avrebbe meritato qualche punto in più».
Si è passati da una Reggiana che segnava e subiva molti gol a una squadra che subisce poche reti ma non segna da 298 minuti.
«Occorre trovare un equilibrio, da difensore preferisco subire pochi gol anche se conta vincere, non importa con quale risultato».
Siete attesi da quattro scontri diretti per la salvezza, è la fase decisiva per chiudere bene il girone di andata?
«Prima da tifoso e ora da diretto interessato mi sono reso conto che la serie B è un campionato strano, dove non conta la classifica dell'avversario perché ogni partita presenta delle difficoltà. Tutte le squadre sono preparate e guai sottovalutare gli impegni».
Campagnola ha dato i natali a cinque calciatori professionisti, c'è un segreto?
«Sono tutti ragazzi che conosco e con Simone Gozzi ho giocato anche assieme nel Lentigione. Campagnola è un piccolo comune di cinquemila anime e quindi è un evento ma forse solo una coincidenza».
Ha conosciuto anche Alfredo e Romano Amadei, come li definirebbe?
«Sono due persone d'oro che hanno una grande passione per il calcio. Sono stato diverse volte in visita all'azienda Immergas e ho capito che interpretazioni l'azienda come una famiglia, così come le società di calcio».l
