Pallacanestro Reggiana, i motivi dietro alla crisi: dal talento limitato a giocatori non adatti al sistema di gioco
Il ko con Brescia conferma alcuni limiti strutturali del roster. E ora la Una Hotels è penultima in classifica
Reggio Emilia Contro la Leonessa Brescia arriva l’ennesima sconfitta per la Una Hotels, la settima consecutiva in campionato per gli uomini di coach Priftis, che non trovano il successo dal 103-79 del 19 ottobre scorso (3a giornata) contro Varese. Tante le sconfitte, altrettanta la delusione, ma... Carattere. Reggio ha dato filo da torcere ai vice-campioni di Italia, come spesso è accaduto nel corso del filotto di 7 sconfitte che ancora si deve interrompere.
Solo la gara contro Milano ha visto i biancorossi perdere "male", sotto nel punteggio fin dalle prime battute dell’incontro senza mai dare la parvenza di poter combattere e spuntarla nel finale. Nelle altre partite, la Una Hotels ha battagliato alla pari contro avversari sulla carta molto più forti (Virtus, Venezia, Trapani), soccombendo all’avversario nei minuti finali della partita. Anche con Brescia, i biancorossi non hanno mollato dopo lo 0-13 iniziale, recuperando il disavanzo, passando avanti nel punteggio e lottando fino alla fine contro la capolista. Ma, anche stavolta, quando la palla ha iniziato a scottare, a trovare le soluzioni migliori sono stati gli avversari.
Talento limitato
Nei finali punto a punto - sabato sera come nelle gare precedenti - ad essere finora determinante è stata la mancanza di gerarchie offensive dovuta ad un certo "piattume" di talento. Cheatham, Barford e Caupain, con Smith al suo peggior anno in carriera dal punto di vista numerico (5.9 punti, 21.4% da tre), dovrebbero essere i leader offensivi della Una Hotels. Il primo, inevitabilmente, non ha potuto coprire il ruolo nell’ultimo periodo; gli altri due non si può dire non abbiano fatto il proprio. Nessuno dei tre, tuttavia, spicca sugli altri per talento e capacità individuali, come poteva essere l’anno scorso, per esempio, per Cassius Winston. A chi tocca, quindi, prendersi i tiri importanti nei finali di gara? Caupain è solido nel corso della gara, ma tende a nascondersi nei finali concitati. Barford ci ha provato, anche sabato contro Brescia, senza alcun successo. Chissà che il rientro (e ritorno a regime) di Cheatham e l’innesto di un JT Thor apparso scintillante contro la Leonessa possano aiutare da quel punto di vista.
Tuoni e fulmini
Il fulmine del dio del tuono si è abbattuto su via Guasco. Alla terza gara in biancorosso (bianconero per l’occasione), Jokhow Panom "JT" Thor ha messo in campo una prestazione da lasciare sbalorditi. 20 i suoi punti con 4/4 da tre, 8 rimbalzi, due stoppate. Solido nella propria metà campo con difese toste sui lunghi avversari, utile in aiuto sugli esterni biancoblù, presente a rimbalzo e abile nello sfruttare la gigantesca apertura alare per recuperare palloni e correre in contropiede. Se il buongiorno si vede dal mattino... E se per forza di cose non tirerà sempre con il 100% dalla lunga, l’ala americana con cittadinanza sud-sudanese ha messo in mostra grande atletismo, verticalità e presenza difensiva, esattamente le caratteristiche ricercate dalla direzione biancorossa nel mercato di riparazione e che senza dubbio verranno utili a coach Priftis nel prosieguo della stagione.
Le note dolenti
Dopo un mese e mezzo di assenza, Cheatham non è riuscito a rendersi utile: un breve squillo nel primo quarto, seguito però da una lunga serie di errori che hanno spinto Priftis a lasciarlo in panchina per la maggior parte del secondo tempo. 15’ in campo con 5 punti, 1/7 dal campo e 4 palle perse. Ma per lui giusto spezzare una lancia: il ritmo partita perso non ritorna per magia e dopo tante gare saltate gli ci vorrà del tempo per recuperarlo. Chi non ha attenuanti, invece, è Jaime Echenique, che come accaduto tante volte in stagione si è dimostrato avulso dal sistema di gioco reggiano. I numeri sono buoni - 8 punti, 5 rimbalzi, 16 di valutazione - ma non raccontano efficacemente la sua partita: sempre mal posizionato negli schemi difensivi, particolarmente molle nel cercare il rimbalzo e concludere al ferro, colpevolmente poco cercato dai compagni nella fase offensiva. Non ci sarebbe da stupirsi se, invece che Smith, nelle prossime gare a restare in tribuna fosse proprio lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA