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L’intervista

«Ho fiducia nella Reggiana». L’ex portiere granata Matteo Voltolini sulla squadra di oggi e i ricordi sul campo

Wainer Magnani
«Ho fiducia nella Reggiana». L’ex portiere granata Matteo Voltolini sulla squadra di oggi e i ricordi sul campo

In vista della trasferta a Pescara: «La squadra ha grandi potenzialità anche per fare risultato in un ambiente così caldo»

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Reggio Emilia Il reggiano Matteo Voltolini ha lasciato il calcio professionistico all’età di 28 anni per dedicarsi all’attività di imprenditore nell’ambito della ristorazione. Con la maglia della Reggiana ha centrato due promozioni dalla serie C alla serie B ma soprattutto è stato il protagonista dell’ultima vittoria in serie C della Reggiana nella stagione ’21/22 allo stadio Adriatico di Pescara per 3 a 2. Il precedente successo dei granata, questa volta in serie B, è datato ’81/82 per 1 a 0 con gol partita di Marocchi. «Ricordo che in quella partita, subentrai a Venturi che si era infortunato dopo pochi minuti dall’inizio della partita – racconta Matteo Voltolini -. Il successo conquistato all’ultimo minuto su calcio di rigore trasformato da Zamparo. Era un confronto diretto per la promozione».

Che ambiente troverà sabato la Reggiana allo stadio Adriatico?
«Pescara è una piazza che ha una grande passione per il calcio. Ricordo che nonostante la pista d’atletica il tifo dei pescaresi era incessante. C’è sempre una grande partecipazione e il fattore tifo in qualche modo ha una sua incidenza».
Il Pescara è fanalino di coda ma tutti concordano nel ritenere il valore della squadra abruzzese superiore all’attuale classifica.
«Non ho seguito tutte le partite del Pescara ma la loro caratteristica è sempre stata l’agonismo, l’abnegazione e la ricerca del risultato attraverso il gioco».
Segue ancora la Reggiana?
«Quando ho la possibilità vado allo stadio, altrimenti la seguo attraverso la televisione. Mi tengo aggiornato».
Che idea si è fatto?
«È una squadra che ha delle grandi potenzialità. È stata saggia la scelta di mantenere lo “zoccolo duro” dello scorso anno e di inserire in organico dei giovani di valore che stanno crescendo. Ritengo sia la filosofia giusta per costruire un futuro importante, iniziando già quest’anno disputando un buon campionato, come stanno facendo. L’obiettivo è la salvezza ma sono certo che così facendo si gettano le basi anche per qualcosa di più importante».

Tra i tanti giovani al debutto c’è il portiere Edoardo Motta: qual è il suo giudizio?
«Ogni volta che l’ho visto giocare ha disputato delle buone prestazioni e soprattutto ha fatto parate importanti. Si vede che ha l’istinto del portiere di livello e le qualità per emergere. Crescendo e facendo esperienza, potrà dimostrare tutto il suo valore».
È una scelta rischiosa o valida affidarsi a un portiere poco più che ventenne e al debutto tra i professionisti in un campionato importante come la serie B?
«Edoardo è un ragazzo molto giovane ma ha tanto potenziale. Lo staff tecnico lo vede tutti i giorni in allenamento e quindi avranno notato in lui le potenzialità per poter essere il titolare della Reggiana. Se loro ci credono è giusto andare per questa strada».
Il ruolo di portiere si presta però a tante critiche, soprattutto da parte dei tifosi.
«È un ruolo delicato ed è facile essere criticati. Si passa con estrema facilità dall’esaltazione ad essere un problema. Sono certo che Motta ne è cosciente di tutto questo. Da parte mia merita fiducia, oltretutto è un patrimonio della società e quindi hanno fatto bene a puntare su di lui».
La Reggiana non ha avuto la stessa fiducia nelle sue capacità?
«Ho avuto come compagni due portieri importanti e di valore come Venturi e Cerofolini».
Nessun rimpianto?
«Nei quattro anni vissuti alla Reggiana ho sempre dato il massimo di me stesso. Qualche rimpianto lo posso avere quando ero al Pisa: avevo vent’anni e molto quotato ma poi non ho avuto la giusta occasione».
Il ricordo più bello della sua esperienza alla Reggiana?
«Ho conquistato due promozioni in serie B e la prima con Alvini è stata certamente esaltante perché è arrivata dopo oltre vent’anni di serie C. Una promozione a lungo attesa e che abbiamo festeggiato nonostante il Covid».
Come giudica questa serie B?
«Come tutti gli anni è un campionato competitivo, equilibrato e che si vive a momenti: bastano due vittorie per ritrovarsi nei playoff oppure con due sconfitte di fila ti ritrovi invischiano nei play out. È una lotta tutte le domeniche».
Il suo ex capitano Paolo Rozzio ha scritto un libro.
«Per Reggio e per i tifosi reggiani, Paolo è un esempio. Il suo senso di appartenenza è riconosciuto ed è bello che lo abbia raccontato in un libro. Sarà importante per far comprendere bene cosa significa giocare nella Reggiana e lo dico da reggiano ed ex granata».
Dal calcio alla ristorazione il passo è stato naturale?
«Diciamo coinvolgente. Ho puntato sul ristorante messicano perché rispecchia anche il mio carattere energico e allegro com’è nello spirito del mio ristorante».