Reggiana, il bilancio del presidente: «Abbiamo perso di vista il nostro obiettivo. I tifosi? Ci mancano in trasferta: sto lavorando per farli essere a Frosinone»
Carmelo Salerno crede nella squadra: «L’organico più completo degli ultimi anni». Ma non fa sconti dopo le sconfitte: «Commessi errori imperdonabili»
Reggio Emilia «La vera Reggiana è quella della prima parta di campionato e dobbiamo ritornare a essere umili, tenaci e combattivi». Il presidente Carmelo Salerno traccia un bilancio di fine anno e guarda con ottimismo al 2026 ma con una premessa: «Se la Reggiana ha raggiunto risultati importanti, vincendo i derby contro Cesena, Modena e Mantova significa che ha dei valori tecnici che deve ritrovare».
Qual è il suo giudizio di questa prima parte di stagione?
«Positivo l’inizio, insoddisfacente nella parte finale dove abbiamo perso quattro delle ultime cinque partite».
Quindici punti nelle prime 10 partite e solo 5 nelle ultime otto gare: cosa è successo?
«Non mi sono dato una spiegazione a queste ultime sconfitte. Abbiamo iniziato un nuovo percorso con una squadra rinnovata, anche nel tecnico e direttore sportivo, quindi mi aspettavo all’inizio delle difficoltà, invece siamo andati oltre le previsioni mancando, invece, nel finale. Mi aspettavo il contrario».
Dionigi ha gli stessi punti di Nesta e l’identico vantaggio suoi playout ed è in vantaggio rispetto a Viali ma oggi come oggi la critica è feroce.
«Occorre essere realisti, i punti non bastano per il valore espresso dalla squadra nella prima parte di campionato. Siamo partiti troppo bene, con risultati superiori alle aspettative ma abbiamo finito l’anno con risultati negativi. Dopo sette anni di Reggiana posso permettermi di affermare che questo organico sia il più completo e competitivo degli ultimi anni».
I troppi complimenti hanno fatto male?
«Forse ho esagerato nei complimenti, ma erano meritati. Adesso abbiamo avuto una mancanza di risultati per nostre disattenzioni, forse abbiamo perso di vista il nostro obiettivo. La squadra ha smarrito lo spirito da combattente e la dovuta concentrazione».
La domanda ricorrente è quale sia la vera Reggiana?
«Se vinci a Cesena e Mantova, se batti il Modena significa che la squadra è di valore. Non può essere un caso. Io credo che la Reggiana vera sia quella vista nella prima parte di campionato. Nella seconda parte di stagione abbiamo smarrito la nostra identità e commesso disattenzioni imperdonabili».
La Reggiana, a prescindere dai giocatori e dagli allenatori, incappa sempre in una partita in cui sbaglia l’atteggiamento. Da cosa dipende?
«Reputo la sconfitta di Pescara come quella di Cosenza dello scorso anno, pur con tutte le giustificazioni per le assenze, non potevamo perdere in quel modo. Non voglio addentrarmi nell’aspetto tecnico ma a livello di atteggiamento abbiamo smarrito il nostro Dna».
Si dice che i cambi non sono all’altezza dei titolari: è d’accordo?
«Abbiamo costruito una rosa con due giocatori per ruolo. Si può affermare che chi è entrato non ha fatto bene, non che non siamo all’altezza. Al Ferraris, sabato scorso, sono entrati Gondo, Marras e Libutti che riteniamo titolari a tutti gli effetti per non parlare di Rozzio, Bonetti e Sampirisi. Lambourde quando segna viene definito un fenomeno e ora non va bene? La rosa è più che mai completa e competitiva come ha dimostrato in avvio di campionato».
Sta per aprire il mercato, cosa intende fare la Reggiana?
«Non dobbiamo fare mercato ma caso mai sostituire chi sarà mandato a giocare. Riteniamo che questo organico sia attrezzato, anche se ovviamente si può sempre migliorare».
Basili, Stulac, Urso, Lepri, forse Mendicino e Vallarelli sono in uscita?
«Faremo le nostre valutazioni perché a volte ci sono giovani che hanno tempi diversi di adattamento. Pensavamo ad esempio che Basili fosse più pronto di Bonetti e invece è successo il contrario. Ripeto: se ci saranno delle uscite verranno adeguatamente sostituite. Il mercato di gennaio può essere dannoso e non ci possiamo permettere di mandare dei giocatori in tribuna. Quest’anno non ci sono carenze da colmare. I nostri acquisti importanti saranno Girma e Sampirisi».
Giangiacomo Magnani resterà alla Reggiana fino a fine stagione?
«Magnani possiamo solo ringraziarlo per aver scelto la Reggiana e per quello che ci sta dando. Noi speriamo che resti alla Reggiana fino a giugno e magari anche di più. Spetta a lui decidere il suo futuro».
Nella sconfitta contro la Sampdoria ci sono stati ancora due episodi arbitrali, complice il Var, che fanno discutere.
«Non possiamo giustificare la sconfitta con la direzione arbitrale. Per migliorare occorre partire da una seria autocritica. Contro la Sampdoria abbiamo commesso errori gravi che si ripetono nell’ultimo periodo dove qualcosa è cambiato. Abbiamo subito troppi gol per nostre disattenzioni».
È possibile ottenere che i tifosi granata possano andare in trasferta a Frosinone?
«Ci sto lavorando. I nostri tifosi ci sono mancati in questi ultimi due mesi. Sono dell’idea che abbiamo perso qualche punto perché loro in trasferta fanno la differenza. È un rammarico enorme e per questo cercherò di ottenere questo piccolo sconto».
Alla ripresa del campionato la Reggiana avrà tre partite da brivido contro Venezia, Cesena e Frosinone. Occorrerà avere nervi saldi in società e anche a livello di ambiente?
«Dobbiamo cancellare quello che abbiamo fatto fino ad adesso. Occorre azzerare tutto. I complimenti, che in quel momento erano meritati, ora occorre azzerare tutto. A gennaio parte un altro campionato. Se nel girone di ritorno saremo la Reggiana dell’ultimo mese rischiamo di brutto e possiamo compromettere tutto ciò che di bello è stato fatto nella prima parte di stagione. Alla ripresa del campionato siamo attesi da due mesi terribili perché oltre a Venezia, Cesena, Frosinone avremo anche Juve Stabia e Catanzaro, vale a dire tutte le prime della classe. Rischiamo tutti e sarebbe un peccato compromettere ciò che abbiamo fatto».
Cosa può dire sul futuro della società?
«Occorre cambiare modo di comunicare, perché continuare a ripetere che la società è in vendita, non ha senso».
Si può dire che è una proprietà sempre più nelle mani del patron Romano Amadei?
«Lo sarebbe anche se Amadei avesse anche solo l’1% della società perché Romano è il nostro punto di riferimento. Dobbiamo solo confidare che Amadei conservi la passione e l’amore che ha per la Reggiana».
Come si può fare, quindi?
«Cercare di rendere la società sempre più sostenibile abbassando i costi di gestione salvaguardando i risultati sportivi».
Nessuno si è messo a sedere attorno a un tavolo per trattare l’acquisto della Reggiana?
«In tanti l’hanno fatto, ma nessuno che Amadei abbia ritenuto affidabile. Se arriverà un imprenditore con queste garanzie sarà anche un bene per la Reggiana».
Non è un peccato che nessun imprenditore reggiano si sia sentito in dovere di farsi avanti?
«Ormai ho capito che il calcio spaventa. Non è facile trovare un nuovo Amadei e anche chi come me da sette anni mette soldi e tempo per la Reggiana. Questo aspetto ha spaventato gli imprenditori reggiani anche se potrebbero bastare sei o sette imprenditori per gestire il club in modo virtuoso. In questi sette anni abbiamo dimostrato di essere delle persone serie e che solo per passione portano avanti un patrimonio sportivo che appartiene alla città di Reggio Emilia».
Cosa vorrebbe bruciare di questo 2025?
«Il finale perché è ciò che si ricorda. Il miracolo salvezza appartiene al passato, ora dobbiamo essere realisti: quello che abbiamo fatto non basta per raggiungere la salvezza. Adesso ci aspetta una seconda parte di stagione da giocare col giusto piglio e spirito di squadra».
C’è altro da aggiungere?
«Vorrei fare gli auguri di buon anno a tutti tifosi reggiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA
