È reggiana la cucina che insegna le lingue
Oggi a Londra la presentazione del prototipo di Lancook
REGGIO EMILIA. Esiste una cucina intelligente in grado di insegnare le lingue straniere. Per ora è solo un prototipo, ma oggi se ne potrà avere una dimostrazione pratica in una sorta di showcooking multilingue. E quello che è ancora più significativo è che dietro a questo prototipo ci sia un piccolo esercito, in tutto undici, di ricercatori reggiani, guidati dal professore Gabriele Pallotti.
Si chiama LanCook-European Digital Kitchen ed è un progetto europeo sul quale c’è la firma anche della nostra università, l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, al quale Pallotti e i suoi ricercatori appartengono. A compimento di tre anni di lavoro, i ricercatori Unimore assieme ai partner europei di LanCook si ritroveranno proprio oggi alla Europe House di Londra (Uk) per una dimostrazione pubblica di come funziona la cucina linguistica.
LanCook, questo il nome abbreviato del progetto, finanziato nell’ambito del programma europeo life long learning programme, propone un nuovo e originale metodo di apprendimento delle lingue nel quale lo studente, cimentandosi nella preparazione di ricette tradizionali, ascolta e dialoga con la cucina e i suoi utensili, mettendosi alla prova non solo ai fornelli, ma soprattutto nell’uso della lingua, in un contesto “reale”, contestualizzato.
Durante i tre anni di studio, i cinque team di ricerca europei coinvolti, fra cui, per l’Italia, il gruppo di Pallotti, docente di Didattica delle Lingue moderne, con la dottoressa Natacha Niemants, del Dipartimento di educazione e scienze umane dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia, hanno messo a punto un prototipo; questo si compone di un tablet corredato di un programma che carica le ricette nelle sette versioni linguistiche (inglese, francese, italiano, spagnolo, catalano, tedesco, finlandese) e di sensori di movimento applicati agli utensili, che sono in grado di guidare lo studente nella preparazione di una ricetta “in lingua”.
«Il progetto LanCook – spiega Pallotti – è guidato da colleghi dell’università di Newcastle e nasce da un originario progetto di ricerca di domotica dove l’interazione fra l’uomo e la macchina doveva servire a persone con forme lievi di disabilità. Da questo progetto iniziale i ricercatori hanno pensato ad un’applicazione più estesa di tipo linguistico, dedicata a sperimentare nuovi metodi di insegnamento delle lingue straniere. Lancook è innovativo perché supera il modello già noto di lezione interattiva con l’uso di uno schermo digitale e pulsanti da schiacciare, ma punta a proporre una dinamica d’interazione fra l’Uomo e la Macchina il più possibilmente simile a quella umana».
«Abbiamo realizzato la versione italiana – aggiunge Niemants – Gli studenti hanno sperimentato la cucina e ci hanno aiutati. Crediamo di poter realizzare un prototipo che si possa commercializzare». Info: www.europeandigitalkitchen.com.
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