Gazzetta di Reggio

Premio alla Carriera per il fisarmonicista Paolo Gandolfi

di Luigi Vinceti
Premio alla Carriera per il fisarmonicista Paolo Gandolfi

Cerimonia a Roma nell’ambito del Premio Crocitti 2016 «Una scelta che mi emoziona perché davvero inattesa»

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REGGIO EMILIA. Al nostro concittadino, già campione del mondo di fisarmonica, il maestro Paolo Gandolfi è stato recentemente assegnato un “Premio alla Carriera”, elogio pubblico per la sua attività artistica.

La consegna è avvenuta a Roma in occasione della quarta edizione del Premio Vincenzo Crocitti, appuntamento ideato dal brescellese Francesco Fiumarella, romano d'adozione, per ricordare l’attore scomparso nel 2010 a soli 61 anni. Crocitti da giovane recitò con Alberto Sordi in “Un borghese piccolo piccolo”, era il figlio, poi nella sua lunga e fortunata carriera fu a fianco di Lino Banfi su Raiuno nella serie "Un medico in famiglia” e tra i protagonisti di "Carabineri" su Canale 5.

Oltre a premiare nomi celebri il Crocitti vuol mettere in evidenza “gli invisibili” coloro cioè che concorrono al successo dei grandi interpreti del nostro tempo, e contemporaneamente, dare nuovo slancio ai giovani, perché credano nel futuro.

A ricevere il premio attori, presentatori, registi, ballerini, musicisti di fama, prestigiosi interpreti di cinema, radio e tv; come Giancarlo Magalli, Franco Nero, Pupi Avati, Elena Sofia Ricci, Max Tortora, Franco Oppini, Stefano Fresi, Milena Vukotic. Raggiante per il premio appena ottenuto, Paolo Gandolfi confessa di essere ancora incredulo per essere stato scelto. Ma evidentemente lo hanno ricordato e segnalato molti di coloro che ha affiancato con la sua fisarmonica. Una carriera la sua davvero prestigiosa che lo ha visto anche all'Olimpia di Parigi, dove è stato al fianco di “mostri sacri” come Gilbert Becaud, Edith Piaf, Yves Montand.

All’Hotel Villa Pamphilli di Roma, il premio è stato consegnato nelle mani di Gandolfi dall’attore regista Nicholas Vaporidis, ma a suggerire il nome del fisarmonicista reggiano, tra gl ialtri, è stato anche Monaldo Rossi, che fu aiuto regista di Federico Fellini. L’evento romano è stato presentato dal maestro Odilio Buzzoni, curatore del Festival Tricolore di Reggio Emilia, dalla giornalista Carmen Minutoli e dall’attrice Daniela Cavallini.

Paolo Gandolfi rivive con comprensibile soddisfazione l'evento romano: «Prima della cerimonia – ci ha detto al suo rientro – ho suonato tre brani, ripresi dalla Rai, che sono stati accompagnati da un coro di applausi. Mi sento onorato e tanto emozionato».

Si avverte la sua partecipazione ogni volta che parla di musica, come quando rammenta quel pedagogista sensibile che era il collega al Peri, Ermanno Gentilucci: «E’ bellissimo trasmettere questa passione ai giovani, incoraggiarli ad intraprendere con entusiasmo questo cammino. Io ogni giorno mi isolo dal mondo per suonare almeno un paio d’ore. In quei momenti esprimo i miei sentimenti. Suoni ed ascolti le note che ti parlano. La musica è un mezzo di comunicazione che non ha bisogno delle parole».Gandolfi è nato in una famiglia contadina che per farlo studiare ha dovuto sopportare tanti sacrifici. Lui ha ripagato quegli sforzi con sommo impegno. Commovente infine il suo ricordo per l’assolo che ha dedicato in chiesa, pochi mesi fa, alle esequie della moglie.

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