Reggio Emilia, Campanini a gonfie vele nella Gosling’s Seal Cup
Il barman del Jigger andrà a Roma per la finale del concorso nazionale: «Mi presenterò con “There is no second”, omaggio alla regina Vittoria»
REGGIO EMILIA. È arrivato in finale alla Gosling’s Black Seal Cup, che lo vedrà impegnato a Roma nella speranza di riuscire a conquistare un altro importante riconoscimento.
Samuele Campanini, barman del Jigger – il locale di via San Carlo che è stato eletto miglior cocktail bar d’Italia – sta partecipando al concorso indetto dalla Pallini, importatrice in Italia del Gosling Rum, e spera di riuscire a ripetere i successi che hanno contraddistinto negli ultimi tempi l’attività del notissimo bar di tendenza reggiano, uno dei locali che in città vanno per la maggiore e che ha saputo fare breccia non soltanto nella fascia più giovane della popolazione, ma più in generale di chi ama bere bene.
Campanini, come funziona la Gosling’s Black Seal Cup?
«Lo svolgimento del concorso ha previsto più fasi. Innanzi tutto l’invio della ricetta, e successivamente sono state selezionate 14 persone in tutto il nord Italia. In seguito si sono svolte le semifinali, tre in varie zone del Paese: io l’ho disputata a Riccione, dove sono riuscito a classificarmi tra i primi quattro e a passare il turno, guadagnando il diritto di partecipare alla finale in programma il 29 maggio a Roma. Nell’ultimo atto saremo una dozzina di barman e speriamo che la mia idea possa fare colpo sulla giuria».
Con quale cocktail si è presentato?
«Il tema è quello della regata velica America’s Cup, che quest’anno si svolge alle Bermuda. Ovviamente la ricetta, che andava illustrata e motivata, doveva contenere del Gosling. Ho pensato di elaborare un cocktail che potesse racchiudere sapori in grado di ricordare la competizione, dal titolo “There is no second”: questo perché ho voluto ricondurre il cocktail all’Inghilterra e alla celebre risposta che venne data alla regina Vittoria nel 1851. Ho cercato di trovare qualche riferimento ai sapori inglesi: oltre al Gosling, limoncello infuso ai frutti di bosco, sciroppo di apple pie e té Earl grey, servito con cookies».
Cosa c’è in palio?
«Il premio consiste nel poter assistere all’America’s Cup alle Bermuda, oltre a un premio in fornitura. Sarebbe un bel colpo riuscire a vincere, non soltanto per l’importanza del concorso ma anche per il valore dell’esperienza che si andrebbe a vivere».
Questa sua partecipazione alla finale conferma ancora una volta l’altissima qualità del Jigger.
«Non può che fare piacere. Per quanto ci riguarda abbiamo sempre dato il massimo, quest’estate come bar abbiamo vinto anche due gare. Ci impegniamo molto in quello che facciamo, il nostro lavoro ci piace ed è anche per questo che i risultati arrivano. Siamo stati eletti miglior cocktail bar d’Italia e questo ci gratifica, ma allo stesso modo ci responsabilizza e ci spinge a confermarci su questi livelli. Il Jigger è un posto cosmopolita: ognuno di noi porta la sua esperienza e ci piace parlare con la gente, soprattutto con chi ama i cocktail ben fatti».