Da Reggio Emilia al mondo, la rivoluzione della guida viaggi “Blink”
Ideata e sviluppata dal giovane reggiano Francesco Fiore, sta consigliando già oltre 200 mila persone.
Una sorta di Tinder dei luoghi, per esplorare divertendosi
REGGIO EMILIA. Un diploma all’Einaudi di Correggio, un master in visual design a Milano, Francesco Fiore, 29 anni, sviluppa e crea siti dall’età di 12 anni. Di professione consulente, ha lavorato con colossi come Google Italia e Vodafone. Un anno e mezzo fa ha deciso di unire le sue passioni e portare il mondo a portata di… Blink.
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Una guida per viaggiare, o meglio esplorare, partendo dall’idea che il meraviglioso, spesso, è dietro l’angolo. Di più: una guida che si spoglia del tradizionale, e a volte noioso, approccio cattedratico, per lasciare spazio ai viaggiatori, dando loro addirittura il modo di incontrarsi – tramite il sito, la pagina Facebook ma soprattutto la App – e diventare compagni d’avventura. «Ho scelto questo nome – ci spiega Francesco – perché l’obiettivo è quello di dare uno sguardo veloce sul mondo, con un battito di palpebre… to blink appunto». Nata nella primavera del 2017, la guida Blink oggi è seguita da oltre 160mila persone sui social. Grandi numeri anche per la App – lanciata lo scorso dicembre e segnalata tra le migliori da AppStore – che conta già ventimila utenti, con una crescita di richieste che oscilla tra il 10 e il 20% a settimana.
Com’è nata Blink?
«Mentre seguivo una nuova passione, l’arrampicata, per raggiungere le falesie o le palestre ho iniziato ad esplorare le nostre zone con occhi diversi. È stato allora che ho capito che ci sono posti meravigliosi ma sconosciuti, e ho iniziato a studiare il tema. Dopo alcune ricerche e sondaggi mi sono reso conto che meno della metà delle persone che vivono in un posto conoscono almeno la metà delle attrazioni più belle dei propri dintorni. Blink nasce per aiutare le persone a vivere momenti meravigliosi in tutto il mondo. Vuole aiutare tutti a godere a pieno delle esperienze migliori sul territorio, in modo semplice».
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In cosa si differenzia dalle altre guide?
«Usare Blink non è come leggere una guida di viaggio. È divertente: molto simile a come scopri nuovi ragazzi o ragazze su Tinder, solo che in queste cards trovi le migliori esperienze del territorio, tra cose da vedere e da fare. L’altra componente fondamentale è il taglio che diamo ai contenuti: noi cerchiamo di valorizzare il territorio in modo creativo, dando importanza alla tradizione ma anche a luoghi “segreti”, attività/lifestyle, piatti tipici...».
Questo approccio rispecchia il vostro modo di viaggiare?
«I luoghi sono dove viviamo le esperienze, e Blink tratta esperienze a 360 gradi. E se ognuno ha la propria ricetta per il viaggio perfetto, diciamo che noi forniamo gli ingredienti più interessanti in modo molto semplice».
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Su Blink si va dall’Emilia a New York... come nascono questi itinerari? È lo staff a girare il mondo o accogliete anche segnalazioni dagli utenti?
«Il progetto editoriale è guidato dal nostro team ma si basa sul contributo di esperti con cui collaboriamo sul territorio, tra cui travel blogger, guide, host di airbnb, e naturalmente i consigli degli utenti».
Veniamo a noi. Avete intrecciato dati ricavando una fotografia di Reggio, ma soprattutto dei reggiani a Reggio. Cosa è emerso?
«Siamo appassionati di dati e abbiamo creato un algoritmo che intreccia le recensioni su Google e TripAdvisor con i luoghi maggiormente fotografati e apprezzati su Instagram. Alcuni risultati ci hanno sorpreso: i ponti di Calatrava, ad esempio, sono molto popolari ma non molto apprezzati dai reggiani, insieme a piazza Prampolini. La basilica della Ghiara è molto amata, seconda solo al Duomo, tuttavia non è molto conosciuta. La Porta di Santa Croce è molto apprezzata dai turisti ma poco valorizzata. La Pietra di Bismantova si conferma regina per turisti e reggiani».
Ma Reggio può diventare meta turistica?
«Certamente, anche se il lavoro da fare è tanto. La nostra gastronomia dovrebbe guidare i turisti in modo chiaro da un luogo all’altro: siamo nella terra della pasta fresca, del Balsamico, del Parmigiano Reggiano. Abbiamo le attrazioni ma manca un po’... il parco dei divertimenti. Non è semplice, abbiamo bisogno di comunicazione e marketing sul territorio fatti in modo contemporaneo e con competenze. Ma esagero: dal mio punto di vista l’Italia dovrebbe essere come il più bello tra i parchi divertimento al mondo. Come Gardaland, però della storia, della cultura, della gastronomia».
Cosa manca?
«A Gardaland, per mantenere la metafora, c’è un percorso chiaro, una mappa fatta bene, c’è la mascotte Prezzemolo, tutto è organizzato. Ovviamente sto estremizzando il problema, che è molto complesso, ma dobbiamo essere forti e pensare in modo innovativo se vogliamo fare salti concreti in avanti».
E su Blink ci sono itinerari reggiani?
«Abbiamo già inserito alcune guide gastronomiche, la raccolta dei castelli reggiani, le cascate e i laghi più belli dove fare escursioni, i parchi dove rilassarsi. Abbiamo anche un approfondimento su Matilde di Canossa e i suoi castelli, e 40 attrazioni uniche a Reggio e a un’ora da Reggio. E poi sono in arrivo alcuni itinerari enogastronomici molto interessanti, ma non è l’unica novità».
Cioè?
«Questa settimana lanceremo Blink Match: ossia la possibilità di chattare e incontrare persone del posto o altri turisti che stanno esplorando la nostra stessa destinazione. In pratica se due persone mettono un cuore (l’equivalente del like di Facebook) su un posto, avranno immediatamente la possibilità di comunicare e, perché no?, partire insieme per il viaggio».
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