Gazzetta di Reggio

La scoperta 

San Floriano è tornato a vegliare su Gavassa

Jacopo Della Porta
San Floriano è tornato a vegliare su Gavassa

La statua del ’600 era stata murata in una nicchia della chiesa ed è riemersa durante gli ultimi lavori di restauro

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REGGIO EMILIA. Era stata murata in una nicchia nel corso di precedenti lavori nella chiesa e si era persa memoria della sua esistenza. Una antica statua di San Floriano, patrono di Gavassa, è riemersa durante i restauri, iniziati dieci anni fa, che hanno riguardato l’edificio religioso della frazione. Grazie a un sapiente intervento di restauro la statua è tornata al suo splendore.

Da venerdì a domenica la frazione di Gavassa celebra la tradizionale sagra dedicata a San Floriano e da qualche tempo la statua che raffigura il santo è tornato a campeggiare nella chiesa parrocchiale.

La statua in stucco, alta 175 centimetri, di epoca probabilmente seicentesca, è stata realizzata sul posto e addossata alla nicchia. La composizione del manufatto è stata eseguita realizzando una prima struttura di bacchette di ferro e rametti di legno, avvolti da uno strato di gesso come sgrossatura.

Il secondo strato, composto di calce e sabbia di fiume, è servito per la modellazione scultorea; il terzo strato, di finitura, è stato eseguito con uno stucco a base di calce e polvere di marmo. Lo strato cromatico attuale è quasi sicuramente di epoca settecentesca.

Non si conoscono documenti storici relativi a precedenti interventi di restauro ma è evidente che la statua di San Floriano sia stata oggetto di varie manutenzioni grossolane, molto probabilmente la tamponatura della nicchia è stata eseguita nell’ultimo intervento del 1830 con l’ampliamento della navata (che ha dato uno stile architettonico molto diverso a tutto l’edificio).

La statua al momento del ritrovamento si presentava in pessimo stato di conservazione, questo soprattutto a causa di una serie d’interventi approssimativi che aveva subito nel tempo.

La prima problematica da segnalare riguardava la perdita di modellato, in particolare delle dita e della spada. Questo fenomeno è stato causato dalla concomitanza di due fattori: il primo causato dall’ingresso di umidità per risalita, che ha innescato la proliferazione di sali, in particolare sul lato sinistro della nicchia, causando un aumento di volume del gesso e della struttura di ferro.

Il secondo problema è stato causato dalla demolizione dei piedi e della base della statua durante l’intervento di tamponatura della nicchia.

In seguito a diverse ricerche storiche e studi si è notato che la scultura reggiana del XVII secolo, ha visto la prevalenza della modellazione in stucco sulla lavorazione del marmo e per questo si è riusciti a datare il manufatto. L’intervento di restauro della statua è stato effettuato dalla ditta La FantasticArte di Luigi Esposito e da Restauro e Decorazioni di Davide Torre.

La statua, come detto, è stata scoperta durante i lavori curati dall’architetto Marzia Zamboni con Silvia Fornaciari (studio x2architettura), che ha realizzato la nuova aula liturgica di San Floriano.

Il progetto riconosciuto a livello internazionale con il Premio Frate Sole (edizione 2012), per aver saputo coniugare l’esigenza di un nuovo ampliamento con l’identità storica della chiesa madre, si compone infatti dell’impianto originario restaurato in cui è avvenuto il ritrovamento della statua (2008 ) e di un nuovo spazio contemporaneo (2010 ) dedicato alle celebrazioni comunitarie, in un’ottica di dialogo tra vecchio e nuovo. —