Lamartire: «Al centro del film una dipendenza sentimentale»
Intervista con la giovane regista del film “Saremo giovani e bellissimi” questa sera (ore 21.30) all’Arena Stalloni per la rassegna Accadde Domani
Continuano gli appuntamenti di “ccadde Domani, la rassegna cinematografica organizzata dall’ufficio cinema del comune di Reggio Emilia e dedicata ai film i più significativi della produzione nazionale. Questa sera (ore 21.30) all’Arena Stalloni è in programma la proiezione di “Saremo giovani e bellissimi”, regia di di Letizia Lamartire. Classe 1987, dopo il diploma di laurea in musica jazz al conservatorio “Piccinni” di Bari, Letizia Lamartire ha studiato regia al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma. “Saremo giovani e bellissimi” è il suo primo lungometraggio e racconta la storia di Isabella e Bruno, madre e figlio, uniti da un legame fortissimo. Lei, che a diciott’anni era una star, ora ne ha una ventina di più e canta i suoi vecchi successi nei locali di provincia. Lui suona la chitarra e la accompagna ai concerti. Letizia Lamartire sarà presente alla serata insieme a Barbara Bobulova, che veste i panni della protagonista Isabella. Ecco che cosa ci ha anticipato la regista.
Com’è nata l’idea del film?
«Quando ho letto il soggetto, scritto da Marco Borromei, me ne sono innamorata. In particolare del personaggio di Isabella. Dopodiché abbiamo riscritto insieme la sceneggiatura. È stata la produzione a volere una donna alla regia, in più io ho un background musicale, cosa fondamentale per un film del genere».
A proposito di musica, come avete scelto la colonna sonora?
«Ogni personaggio ha un suo genere musicale: Isabella è rappresentata dalle canzoni anni Novanta, Bruno invece da sonorità più intime, che indagano i suoi sentimenti nascosti. Arianna invece, che entra a gamba tesa nel rapporto tra i due, ha un sound più dark, che rimanda al rock underground. Le canzoni sono state scritte in parallelo al film, e sono di Matteo Buzzanca. Che tra l’altro, proprio per il brano “Tic tac” interpretato da Barbora Bobulova, ha ricevuto, insieme a Lorenzo Vizzini, la candidatura ai Nastri d’Argento di quest’anno per la miglior canzone originale. Proprio all’inizio di “Tic tac” Isabella canta: “Ci troveremo vent’anni fa…”».
Cosa significa?
«Volevo dare l’idea di questa idiosincrasia tra presente e passato. Questo desiderio di essere bellissimi nonostante il passare del tempo. Ecco il perché del titolo, “Saremo giovani e bellissimi”: per far capire l’impossibilità e allo stesso tempo la speranza di tutto ciò. La fine della carriera di Isabella coincide con l’inizio di questo rapporto madre-figlio così difficile. Un legame non facile da rendere».
Come ci siete riusciti?
«È un rapporto che, dall’esterno, può risultare difficile da accettare. Ma devo dire che, nonostante sia un argomento così delicato, ho sempre sentito molta empatia da parte del pubblico. Probabilmente perché alla fine può essere letto anche al di là del rapporto madre-figlio come una vera e propria dipendenza sentimentale. È qui che sta l’universalità del film: lasciar andare qualcuno perché segua la propria strada. Anche gli attori l’hanno percepito subito».
Quanto di autobiografico c’è in questo film?
«Dovendo seguire il soggetto originale ho cercato di tradurre il più fedelmente possibile il pensiero che era nella penna di Marco Borromei. Poi, al Bif&st, il Bari International Film Festival, la mia gente mi riconosceva nel film, soprattutto nella messa in scena. Ho riscoperto tantissimo di me stessa grazie a questo film. E ne sono soddisfatta».
E adesso?
«Ora sto girando la seconda stagione della serie tv Netflix “Baby”. E ho già altre idee nel cassetto…». —