Gazzetta di Reggio

Reggio Emilia, le migrazioni fra i Balcani raccontate ai reggiani

Gabriele Gatti
Reggio Emilia, le migrazioni fra i Balcani raccontate ai reggiani

Le rotte balcaniche dei migranti spiegate da chi ha lavorato sul campo dall’inizio del fenomeno. Alla stazione di Santa Croce sono intervenuti Anna Clementi, operatrice legale e mediatrice culturale, e Diego Saccora, operatore sociale e tutore legale

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REGGIO EMILIA. Le rotte balcaniche dei migranti spiegate da chi ha lavorato sul campo dall’inizio del fenomeno. Alla stazione di Santa Croce sono intervenuti Anna Clementi, operatrice legale e mediatrice culturale, e Diego Saccora, operatore sociale e tutore legale, ospiti dell’associazione Città Migrante. I due esperti hanno tenuto un incontro per approfondire le tematiche delle migrazioni attraverso i Balcani.

«Una rotta di cui sentiamo meno parlare rispetto a quella Mediterranea – ha spiegato la Clementi – ma altrettanto importante per comprendere le dinamiche delle migrazioni verso l’Europa». Le forme di accoglienza in Grecia e nei Balcani, le dinamiche dei campi profughi e le motivazioni dei respingimenti tra Bosnia-Erzegovina e Croazia sono stati i temi di cui si è parlato e che sono stati approfonditi durante la serata.

I due operatori, tramite l’utilizzo di foto originali, testimonianze video e mappe, hanno dipinto un quadro preoccupante della rotta migratoria che oggi muove svariate migliaia di persone e, sottolineano, dove si consumano diversi crimini perpetrati verso i migranti. «Una tematica che ci riguarda tutti – ha raccontato Saccora – perché, come spieghiamo quando entriamo nelle scuole per fare formazione, se viene eretto un muro lungo un confine è un muro che funziona a doppia via. Tiene fuori qualcuno, ma toglie anche a noi dei diritti».

La formazione è una delle attività principali portate avanti dall’associazione “Lungo la rotta balcanica”, fondata dai due operatori. Quando non lavorano sul campo, Diego e Anna si preoccupano di trasmettere le loro conoscenze ai ragazzi. «Vedo che le nuove generazioni fanno un po’ fatica a ritrovarsi in questi contesti, ma se gli metti davanti i fatti e gli spieghi le dinamiche senza un pietismo non necessario, qualcosa rimane».

Dopo gli interventi, il pubblico ha dato vita a un dibattito sulle condizioni dei campi profughi nei quali i due hanno lavorato nel corso degli anni. Di queste tematiche trattano anche i libri “Al-Amal: nei campi greci con i profughi siriani” della Clementi e “Lungo la rotta balcanica”, scritto a quattro mani dai due operatori, editi da Infinito edizioni.