Gazzetta di Reggio

Lezioni-concerto 

Emanuele Ferrari in Cavallerizza tra sogni e visioni in musica

Giulia Bassi
Emanuele Ferrari in Cavallerizza tra sogni e visioni in musica

Primo appuntamento oggi pomeriggio (ore 18) con le Sonate di Scarlatti. «Evocherò il barocco con le sue figure: i giardini, le fontane e i labirinti»

11 gennaio 2020
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Amatissimo dal pubblico reggiano ritorna Emanuele Ferrari, una sorta di performer della musica nel senso che suona il pianoforte e illustra la musica in un modo così personale da riuscire a far apparire questi due momenti assolutamente complementari e non uno subordinato all’altro. Ferrari che è docente al corso di laurea in scienze della formazione dell’Università Bicocca di Milano, sarà protagonista oggi alle 18 alla Cavallerizza e ancora il 1° febbraio e il 14 marzo. E nell’ammettere che anche lui non vedeva l’ora di tornare a Reggio dice che solo l’arte a volte ci aiuta veramente a fare provare agli altri l’emozione che attraversano la nostra persona. «Non riesco a raccontare cosa provavo da piccolo mentre trascorrevo dei pomeriggi a casa di mia nonna… Ma Guardando il quadro di De Chirico “Il pomeriggio soave”, quei cinque fragranti biscotti rendono perfettamente l’atmosfera».

Questo per introdurre il tema “Sulle note: sogni e visioni” declinato nelle tre lezioni-concerto che toccano rispettivamente musiche di Scarlatti, Brahms e Nino Rota. «In primo piano e ogni volta in modo diverso, al centro sta l’immaginario – spiega Ferrari – vale a dire quella sorta di cerniera tra la percezione e le emozioni per esempio: una sera la tramonto su una spiaggia mi viene in mente un’altra situazione e la nostalgia mi fa commuovere. Nella prima lezione-concerto (oggi pomeriggio, ndr) attraverso tre diversissime Sonate di Scarlatti K 531, K 54, K 427 si evoca l’immaginario barocco con le sue figure: i giardini, le fontane e i labirinti. Tutte immagini ricche provocate dai suoni in movimento come fuochi d’artificio generati dal movimento delle dita sulle tastiera che crea una scia che fa da guida per l’immaginazione».

La seconda lezione-concerto “Il tempo interiore: Brahms”, vedrà al centro l’Intermezzo op.118 del compositore tedesco dove si “parla” di emozioni nostalgiche che toccano il tempo dell’anima del trascorrere e della stagioni, del tramonto della fine delle cose. «Nell’ultimo “Tra poesia e circo: Nino Rota” – continua Ferrari – del compositore amato da Fellini eseguirò i Preludi di Nino Rota. Ne ho scelti sei su quindici: una musiche che prima ancora di farci immaginare le cose del mondo, ci fa immaginare altra musica, altri suoni intessuti di richiami e rimandi e gli stili di Frescobaldi, Skrjabin ma anche certi passaggi dei Genesis. La sua è una musica ricchissima che gioca anche con i luoghi comuni del folclore spagnolo, da sigla di Zorro per capirci. È come se la musica sognasse altra musica o immaginasse le cose… Questi pezzi mi hanno folgorato 25 anni fa durante una e masterclass sul lago di Como dove una collega, Maria Madini Moretti, che assegnava ai ragazzi musiche rare, ha fatto studiare questi Preludi per cui ho provato subito un certo interesse; in seguito li ho presentati in una rassegna di musica e film a Sesto San Giovanni e mi sono tornai alla memoria per Reggio Emilia». —