Gazzetta di Reggio

«Al Festival con la forza di Rockin’1000 perché la musica non ha confini né barriere»

Martina Riccò
«Al Festival con la forza di Rockin’1000 perché la musica non ha confini né barriere»

Lele Borghi, ex batterista dei Mamamicarburo, racconta il progetto dei mille: «E ora suono anche nei salotti delle persone»

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La spedizione dei mille è approdata al Festival di Sanremo. Non c’entrano i garibaldini, ma Rockin’1000, musicisti capitanati dal cesenate Fabio Zaffagnini e da un team di professionisti tra i quali anche il correggese Lele Borghi. «Quella che si è vista ieri era solo una piccola delegazione del gruppo», precisa subito l’ex batterista dei Mamamicarburo, ma il messaggio di questa originale – e un po’ folle – band è arrivato forte e chiaro: «La musica parla un linguaggio universale e democratico. La musica unisce».

Ma chi sono i musicisti/partecipanti di Rockin’1000?

«La più grande rock band del pianeta, nata cinque anni fa dalla pazza idea del mio amico Zaffagnini. Un giorno mi chiama e mi dice: “Aiutami a far venire mille musicisti al Parco Ippodromo di Cesena per suonare Learn to fly dei Foo Fighters”. L’obiettivo era attirare l’attenzione del gruppo. “Voglio che vengano in concerto a Cesena”, mi fa. Io ho pensato che fosse un pazzo, figurati se i Foo Fighters si fermano a Cesena, ma come un pazzo ho accettato di aiutarlo. Alla fine il video del concerto è diventato virale, con più di 50 milioni di visualizzazioni su YouTube, e i Foo Fighters, colpiti dalla cosa, hanno davvero fatto un concerto a Cesena».

Galeotto fu quel primo video. Da allora non vi siete più fermati.

«Adesso Rockin’1000 conta circa ventimila iscritti. Ogni volta che organizziamo un evento pubblichiamo l’annuncio sul sito (www.rockin1000.com), i primi mille che si prenotano possono partecipare. Ovviamente senza pagare nulla».

Per le prove come fate?

«Per ogni strumento c’è una specie di tutor, che noi chiamiamo guru, io sono il guru dei batteristi, per dire. Bene, i guru scelgono la scaletta, registrano un video per ogni brano e lo condividono con i musicisti che prenderanno parte al live in modo che possano prepararsi a casa. Poi ci si dà appuntamento prima del concerto per le prove generali».

Dev’essere un’esperienza galvanizzante.

«Lo è. Ogni volta si libera un’energia pazzesca. Persone che non si conoscono si trovano a suonare insieme e come per magia si diventa tutti una grande famiglia».

I musicisti sono italiani?

«No no, vengono da tutto il mondo: russi, messicani, l’anno scorso ha partecipato una ragazza delle Isole Bermuda. Ma anche i concerti non sono solo sul suolo italiano: l’anno scorso abbiamo suonato a Parigi, Francoforte, Seul».

Si può iscrivere chiunque?

«Per candidarsi basta mandare il video di una propria esibizione che verrà valutata dai guru. Nei ventimila non ci sono solo professionisti ma anche appassionati. Al concerto che abbiamo fatto per la riapertura dell’aeroporto di Linate, ad esempio, ha suonato anche un bambino di 4 anni. Un prodigio».

Ormai tutti vi conoscono, nessun collega famoso tra le vostre fila?

«Come no. Hanno suonato con noi Saturnino, il bassista di Jovanotti. E poi Cesareo, il chitarrista di Elio e le Storie tese, Poggipollini, chitarrista di Ligabue, e Drigo, chitarrista dei Negrita. E a Linate abbiamo suonato con i Subsonica e Manuel Agnelli che dopo il concerto ci hanno ringraziati per l’esperienza incredibile».

Un po’ come l’incursione al Festival di Sanremo, che col rock non c’entra molto.

«Per noi è stato importante andare. Ci ha permesso di promuovere un messaggio importante, e cioè che non devono esserci barriere. “No borders on board”, come diciamo noi Rockin’1000».

Il prossimo concerto dei mille sarà il 4 luglio allo Stade de France di Parigi, ma lei ha anche altri impegni in agenda.

«Dopo aver fondato i Mamamicarburo, con i quali ho suonato su e giù per l’Italia per oltre 17 anni, e aver lavorato anche con artisti del calibro di Andy White, nel 2013 ho iniziato la mia carriera di solista. Quest’anno, la novità: insieme alla mia band The Lamps (con Massimiliano Frignani, che è anche mio collega alla scuola di musica Cepam, e Alex Class) suono le mie canzoni a casa delle persone. Ho chiamato il progetto “Sofa Tour”. Si tratta di concerti privati in cui alterno musica e parole. In primavera faremo tappa anche in Francia e Spagna».

Da una parte concerti con la rock band più grande del mondo, dall’altra una sorta di intimo “filos”.

«È la forza della musica, si adatta a tutte le situazioni senza confini geografici né mentali». —