Gazzetta di Reggio

Il debutto di “1 meter closer” con i danzatori di Aterballetto

Giulia Bassi
Il debutto di “1 meter closer” con i danzatori di Aterballetto

La coreografia di Diego Tortelli si potrà vedere il 29 aprile su Rai 5 alle 20.55 con replica alle 24

4 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. La danza ai tempi del coronavirus. O meglio la danza immersa nei tempi e negli spazi (di casa propria) permessi dal coronavirus. Perché “1 meter closer” la nuova coreografia di Diego Tortelli è pensata appositamente per il momento che stiamo vivendo.

«Non vogliamo dimenticarci del nostro pubblico ma attraverso questo lavoro, creato per il video, vorremmo incontrare nuovi appassionati – puntualizza l’autore Diego Tortelli, coreografo in residence di Aterballetto –. Questo è il bello dell’arte: plasmarsi all’interno dei periodi storici che si stanno vivendo».

La nuova creazione debutta in prima (video) rappresentazione il 29 aprile nell’ambito della Giornata Mondiale della Danza su Rai 5 alle ore 20.55 (replica ore 24). Il titolo di questa “videocreazione coreografica in quarantena” la prima (almeno in Italia) concepita tenendo conto dei divieti per il “contenimento di virus” allude alla distanza di sicurezza tra le persone: «Si tratta di una sorta di codice a livello globale collegato a una nuova forma di emotività che tocca tutti noi; il paradosso è che il nemico da distruggere ci sta unendo e nel contempo dobbiamo stare lontani; in questo contesto “1 meter closer” allude a cosa sta accadendo ma ci spinge a guardare oltre. È strutturata in tre fasi: la “reclusione” assoluta con il pubblico che osserva il performer, la “reclusione” con uno sguardo all’esterno (il performer ha gli occhi verso la telecamera) e per la terza, in una ritrovata condivisione insieme si proiettano in un futuro di speranza: qui l’ambiente ha la funzione di scenografia».

Personalità ricca di contenuti, estroso ma riflessivo Tortelli ha pensato, data la circostanza, di non utilizzare per il suo nuovo lavoro una musica preesistente ma di commissionarne una nuova. Lo ha fatto interpellando Federico Bigonzetti, figlio di Mauro e Sveva Berti, musicista pop e percussionista affermato che vive a Londra. «La pandemia non ha fermato la voglia di creare, anzi qualcuno ha trovato una profonda ispirazione da questa terribile situazione, come Aterballetto – precisa Bigonzetti che tra l’altro è coetaneo di Tortelli –. Il fatto che io abiti a Londra non ha creato problemi, anzi: per parte mia, sono davvero entusiasta, tanto è vero che mi sono dedicato alla musica di “1 meter closer” al 100 per 100 mantenendo i mood indicati da Diego. In questo senso ho creato per la prima parte suoni ripetitivi che vorrebbero uscire dall’impasse, tuttavia non possono in quanto sono soggiogati dalla tensione. Poi la musica si apre diventando più estroversa come per la terza parte in cui l’organico elettronico prevede la voce femminile di Emily Denton che ci consegna suoni più tranquilli “da atmosfera”. È stato fondamentale, per questa creazione, lavorare senza limitazioni e regole, essendo abituato a comporre canzoni strutturate: così pensare alla danza, ha allargato la mia visione dal punto di vista compositivo».

A proposito di telecamera: essa è l’altra componente essenziale e strutturale alla coreografia. E Aterballetto, per questa coreografia, ha pensato bene di metterla nelle mani di Valeria Civardi: torinese collaboratrice della compagnia già dal 2017, di recente ha lavorato a un progetto “danza e fragilità”. «La telecamera è entrata a casa di ognuno dei 15 ballerini e c’è rimasta un giorno – ha detto la Civardi – frugando negli ambienti intimi… mentre con Diego ho cercato di costruire il legame tra le varie inquadrature per i tempi e i colori, allo scopo di dare unità al puzzle; in questo senso è stato determinante il montaggio. L’input, per ognuno dei danzatori, è stato portare tutto il corpo nell’inquadratura, osservando una precisa idea di simmetria.

La forza del video sta nella sua capacità di vedere la danza a 360 gradi, ovvero da tutte le angolazioni e anche dall’alto, come nemmeno dall’ultima balconata può avvenire. Così abbiamo voluto portare un nostro pensiero senza accontentarci di quello che potevamo trovare scegliendo in anticipo sia le location sia i costumi. Ma il problema più arduo da risolvere è stato, per i danzatori, passarsi la telecamera… per lo più l’hanno fatto dandosi appuntamento al supermercato».

Diego Tortelli, dotato di un’energia contagiosa e profondità di pensiero – la sua è un’ispirazione fatta di istinto e di articolati ragionamenti frutto di una commistione di sensibilità, passione e preparazione culturale – a proposito della telecamera ha affermato che per un’opera come “1 meter closer” si deve giocare con lo sguardo come in teatro. «L’ho convogliata verso il pubblico, invece in altre situazioni è il performer che guarda verso di esso». E per quanto riguarda la collaborazione con Bigonzetti «sperimentando in questi anni, passando dall’elettronica, al pop, non ho trovato una musica che rappresentasse il mio “pensiero” come ha fatto Federico per il mio “1 meter closer». —