Gazzetta di Reggio

La tradizione 

Tornano i cappelletti antifascisti condivisi a distanza

Adriano Arati
Tornano i cappelletti antifascisti condivisi a distanza

L’invito delle Cucine del Popolo è di unire gastronomia e memoria fotografando le proprie “abbuffate” 

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REGGIO EMILIA. Si adeguano ancora all’emergenza ma non si fermano i cappelletti antifascisti di Massenzatico. Da quasi due decenni, un appuntamento immancabile legato al 25 aprile reggiano è il pranzo a base di cappelletti in brodo organizzato dal circolo Arci delle Cucine del Popolo al teatro Artigiano di Massenzatico, con centinaia di commensali e decine di chili di cappelletti preparati rigorosamente a mano nelle settimane precedenti dalle volontarie del circolo della Paradisa e dalle abitanti della zona. Per molti, era la destinazione ideale dove aver preso parte alle manifestazioni pubbliche del mattino. Anche la destinazione non era casuale, ma densa di storia.

Il teatro di Massenzatico si trova praticamente a fianco del luogo dove Camillo Prampolini, padre della cooperazione e del socialismo italiano, realizzò la prima Casa del Popolo dell’intera nazione. In questo 2021, come nell’anno passato, il pranzo in compagnia non si potrà fare, ma gli organizzatori non vogliono arrendersi e lanciano una proposta virtuale per unire gastronomia, memoria e solidarietà. L’invito è quello di mangiare i cappelletti nelle proprie case e di condividere poi le foto, unendo il tutto con una donazione: la proposta è quella di fare comunque un’offerta di 10 euro, che le Cucine del Popolo verseranno poi a un progetto benefico. Niente fila al teatro quindi, ma piuttosto una spinta a organizzarsi nelle proprie residenze per “far i caplat” o quantomeno per acquistarli dalle tante gastronomie che li propongono.

«Niente Teatro Artigiano di Massenzatico, ma una tavolata immensa che toccherà tutti gli angoli della provincia e non solo per ricordare nel modo migliore il 76° anniversario della Liberazione. Sarà la mangiata di cappelletti più grande del mondo», spiegano i promotori. Sarà, sorridono, «un record che nemmeno il Guinness dei primati potrà ignorare. La tavola rende liberi e unisce. Lo abbiamo capito in questi anni di “Cucine del Popolo”. Una lezione che vogliamo condividere con tutte e tutti. Ognuno sarà cuoca o cuoco, ma nessuno si penserà solo, perché come insegnava Camillo Prampolini “divisi siamo nulla, uniti siamo tutto”». Le foto dei cappelletti potranno essere inviate a cucinedelpopolo@inventati.org. Per la donazione alla causa solidale, si può usare l’Iban del Circolo Arci Cucine del Popolo IT36M0538712800000002133449. Come causale, inserire “25 aprile”. Info: telefono 347/ 3729676. —

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