«Il mio omaggio allo zio partigiano Nero che si fece catturare per salvare papà»
L’illustratrice Sonia Maria Luce Possentini svela una storia di famiglia; il volume presentato sui social di Istoreco
REGGIO EMILIA. «La Storia dello zio Nanni è famiglia. Da quando sono nata e ho memoria, andare a casa della zia, sua sorella, staffetta partigiana, era sempre un tirare fuori dalla scatola le sue foto e le sue lettere. L’albo d’oro con le parole dedicate a lui. Poi si scendeva il cantina e dall’armadio si tiravano fuori il suo cappotto, le scarpe, la bandiera cucita dalla mamma». Lo “zio Nanni” di cui parla la pluripremiata illustratrice emiliana Sonia Maria Luce Possentini è il partigiano Giovanni “Nero” Possentini, di cui racconta nel volume da poco in libreria “Nome di battaglia Nero”, pubblicato da Rrose Sélavy. «Sono stata allevata senza nascondere le verità, anche se erano dolorose – aggiunge Sonia –. La mia è stata una famiglia di partigiani e in casa se n’è sempre parlato. La Festa della Liberazione era vissuta sempre in silenzio e legata al dolore. Il mio rito del 25 aprile è sempre stato quello di andare al cimitero, guardare la sua foto e dirgli grazie. E lo ringrazio ogni giorno».
Sonia, perché raccontare questa storia di famiglia?
«L’amore spinge a fare tante cose, anche quelle più temerarie. Sicuramente l’esempio di mio zio è stato grande. Mi ha accompagnato in tutte le scelte della mia vita. Facendosi catturare salvò mio padre che allora aveva solo tre anni. Un mio “debito” d’amore e di vita e credo un bisogno di una personale Liberazione. Ci sono ancora tante storie non raccontate, stragi sconosciute, ragazzi e ragazze mai menzionati sia nei libri di storia che nelle storie locali. Persone e luoghi dimenticati. Bisogna fare in modo che nessuna storia scolori come alcuni cippi che ho visto nel mio cammino e lavorare perché la Memoria non si cancelli. Per questo credo sia importante aiutare e far conoscere anche il lavoro di alcuni Istituti come Istoreco di Reggio Emilia che mi ha aiutato nella ricerca di documenti storici e non solo, ed è per questo che ho deciso di devolvere a loro il mio compenso e i miei diritti futuri sulla vendita di questo libro».
Questo volume ha una storia intensa anche dal punto di vista editoriale…
«La casa editrice Rrose Sélavy era Massimo de Nardo con la supervisione di Chiara Gabrielli, la sua compagna, e Paolo Rinaldi, il grafico. Era nata un’amicizia legata sia al pensiero intellettuale sia alla formazione d’ideali vicini. Come avviene con i piccoli editori un libro non è mai né una operazione, né un prodotto a senso unico, ma un lavoro di un vero progetto condiviso. Era la primavera del 2020: ho inviato la copertina a Massimo, senza ottenere risposte. Eravamo in pieno confinamento e temevo ogni cosa. Avevo un presagio terribile. La domenica di Pasqua alle dodici mi ha chiamata Paolo per dirmi che Massimo non era più con noi. E lo scritto di Massimo presente nel volume, a rileggerlo, ha il sapore di un addio. (…) “La memoria è una emozione forte, nel bene e nel male e va conservata tutta… La memoria va anche camminata dentro”».
Cosa fare per non perdere la Memoria e per trasmetterla alle nuove generazioni?
«Essere e Diventare Partecipati. Infilare le scarpe da camminata e ricordarsi delle parole di Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, perché lì è nata la nostra Costituzione”».
Il volume sarà presentato in diretta Fb oggi alle 18.30, sulla pagina Fb e sul canale YouTube di Istoreco in collaborazione con il Comune di Canossa. Parteciperanno l’autrice Sonia Maria Luce Possentini, il sindaco di Canossa Luca Bolondi, la ricercatrice di Istoreco Chiara Cecchettti, il co-direttore di Istoreco Matthias Durchfeld. A moderare, Alessandra Fontanesi, referente della sezione didattica di Istoreco. —
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