Gazzetta di Reggio

“Profeti in patria”, Michelangelo e Massimiliano Galliani di nuovo insieme

“Profeti in patria”, Michelangelo e Massimiliano Galliani di nuovo insieme

I disegni dell’artista scomparso e le sculture del fratello in mostra a Montecchio tra Casa Cavezzi e il Castello  

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MONTECCHIO. A Montecchio, dal 6 novembre 2021 al 27 marzo 2022 torna la rassegna “Profeti in patria - Cammini d’artista a Montecchio Emilia”, la cui sesta edizione sarà dedicata agli artisti Massimiliano Galliani e Michelangelo Galliani. Inaugurato nel 2015 e sostenuto nel 2021 anche dal contributo della Regione Emilia Romagna, il progetto “Profeti in Patria” è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale per permettere ai cittadini di conoscere ed entrare in contatto con gli artisti che operano nel territorio.

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La mostra, curata dal critico d’arte Alberto Zanchetta, si svilupperà all’interno del Castello Medievale e di Casa Cavezzi, con una cospicua selezione di sculture di Michelangelo Galliani e di disegni, opere grafiche e pittoriche di Massimiliano Galliani, scomparso nel 2020. Alcune sculture di Michelangelo Galliani saranno posizionate all’aperto creando un percorso che collegherà le due sedi espositive. «La scelta di dedicare l’edizione 2021/2022 di “Profeti in Patria” ai due artisti Massimiliano e Michelangelo Galliani, fratelli nella vita ma con percorsi in autonomia creativa – dichiara il sindaco Fausto Torelli – era nata già al momento del mio inizio di mandato. Ne avevo parlato con entrambi e la proposta era stata accolta con favore. Poi gli eventi dolorosi, laceranti. Questa unione oggi assume un significato ancora più alto che va al di là del valore artistico e diventa vita assieme che continua».

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Il titolo dell’esposizione, “Hybris”, allude alla naturale predisposizione di ogni artista all'eccezionalità e alla dismisura, oltre le regole precostituite, senza vincoli. «Massimiliano – scrive il critico Alberto Zanchetta – si affida principalmente all’arte del lapis. La linea serpentina del disegno è erratica ma al contempo circolare, destinata a perdersi e a riprendersi all’infinito; accade nei percorsi d’acqua del ciclo “Vita” e nelle craquelure de “Le strade del tempo” ispirate ai capolavori di Leonardo da Vinci e Rogier van der Weyden. Massimiliano ha concepito il disegno come un sismografo del pensiero; non si è limitato ad assecondare il rito chiaroscurale del segno, ha semmai deciso di avvicendare e avvinghiare il tratteggio affinché la tecnica del trompe-l’œil corrispondesse a un gioco metalinguistico.

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Nasce così la serie “disegno E matita” in cui lo strumento di lavoro concorre a legittimare i soggetti, mentre nel ciclo successivo, “Attraverso”, il lapis irrompe sulla scena, perforando il supporto cartaceo. Non diversamente, Michelangelo compie un'intima rielaborazione degli elementi che affollano lo sguardo e la memoria, riattiva cioè l'esperienza estetica del “frammento”. Le sue sculture sono sintesi estetiche che raggiungono un’evidenza più vera del vero, magnifica e terrifica al contempo. La manipolazione del marmo offre al nostro sguardo una metafora/metamorfosi della natura e dell’uomo che si mescola a richiami alchemici e cosmogonici. Michelangelo evoca processi di trasformazione che inducono a considerare le proprie sculture come corpi sublimi. Corpi che forse non appartengono a questo mondo, ma a una moderna mitologia, o a una nuova logica del mito».

L’inaugurazione del progetto “Profeti in patria” e della mostra “Hybris” si terrà sabato 6 novembre alle 17 al Castello Medievale con Michelangelo Galliani, Alberto Zanchetta e Fausto Torelli.

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