“Orizzonti del corpo” tra performance danza e arti visive
Da oggi 13 artisti contemporanei in dialogo con le MicroDanze ideate da 5 coreografi internazionali
Giulia Bassi
REGGIO EMILIA. Annunciato un mese fa, il progetto inedito “Orizzonti del corpo” che unisce arti visive, performative e tecnologia si rivela al pubblico in questo week end negli spazi di Palazzo da Mosto in un continuo scambio e dialogo moltiplicatore di emozioni: l’arte, con le opere di tredici artisti contemporanei e la danza, con le MicroDanze ideate da cinque coreografi, ma anche la tecnologia, con strumenti virtuali e immersivi per «assistere alle performance». Un progetto espositivo in cui la fisicità dei danzatori e la materia dell’arte entrano in relazione innescando una nuova relazione con lo spazio. «Il progetto unisce due grandi realtà della nostra città, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e Fondazione Palazzo Magnani – spiega l’assessora alla cultura del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti - in una collaborazione che consolida l'attitudine alla progettazione transdisciplinare, a conferma della cultura come luogo delle contaminazioni». Il percorso espositivo, a cura di Marina Dacci, si sviluppa in otto sale di Palazzo da Mosto mettendo in connessione installazioni danzate (le MicroDanze) con le opere di Leonardo Anker Vandal, Bianco-Valente, Fabrizio Cotognini, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Gianluca Malgeri, Matteo Montani, Mustafa Sabbagh,Vincenzo Schillaci, Namsal Siedlecki, Sissi e Giovanni Termini, mentre i coreografi delle sei MicroDanze sono Saul Daniele Ardillo, Ina Lesnanowski, Philippe Kratz, Angelin Preljocaj, Diego Tortelli. Si tratta di performance di pochi minuti per pochi interpreti, destinate a spazi ristretti e a una fruizione espositiva che saranno presentate dal vivo da oggi a domenica (ore 15, ore 16.30 e ore 18) e nel week end di chiusura (il 14 e 15 gennaio ore 18, ore 19.30 e ore 21; il 16 gennaio ore 15, ore 16.30 e ore 18). Durante l’intero periodo sarà possibile farne esperienza attraverso i visori di realtà virtuale, oppure grazie a video e bozzetti. Esempi ben riusciti della forza espressiva del connubio delle due forme artistiche sono state offerte in anteprima a coloro che hanno assistito alla presentazione del progetto. Oltre a “Kepler” di Diego Tortelli in realtà virtuale (per un’esperienza assolutamente da provare), di particolare intensità drammatica, nella prima sala contenente una raccolta di sculture antiche, è stata la MicroDanza “Shelter” con la splendida Minuche van de Ven di Saul Daniele Ardillo che a sua volta ha danzato nella quinta sala in “Platform02” creata da Ina Lesnakowski.
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