“Patchwork, un mosaico di storie” identità e trame che si intrecciano
Lo spettacolo, scritto a quattro mani, è frutto di una coproduzione internazionale. Sul palco della Fonderia si parla in italiano, inglese e francese senza ostacolare la comprensione
REGGIO EMILIA. “Patchwork, un mosaico di storie” è il titolo dello spettacolo per bambini ma non solo che andrà in scena sabato 12 e domenica 13 febbraio (ore 17.30) in Fonderia.
Lo spettacolo, scritto e diretto a quattro mani, è frutto di una coproduzione internazionale. La produzione ha due cast gemelli, uno italiano e uno canadese. Lo spettacolo, più visuale ed espressivo che di parola, affronta il tema dell’identità nella società contemporanea e multiculturale di oggi mettendo in scena l’incontro di due personaggi che si esprimono in italiano, inglese e francese senza ostacolare la comprensione del racconto.
Scritto in collaborazione con Lucio Diana, il testo e la regia sono di Cristina Cazzola e Carol Cassistat con Sara Zoia e Daniele Tessaro, scene e luci di Lucio Diana, musiche originali Nicolas Jobin. La produzione è di Accademia Perduta/Romagna Teatri, Théâtre du Gros Mécano (Québec City), Segni d’infanzia Associazione, Atrium de Chaville (Parigi), Musée national des beaux arts du Québec (Parigi), Museo Benaki (Atene). Età consigliata dai 5 anni in su.
L’ispirazione dello spettacolo viene dalle domande: Chi siamo noi? Come si costruisce la nostra identità?
«Siamo partiti – raccontano gli artefici – da un’immagine. Una coperta patchwork, una courtepointe come la chiamano in Québec, fatta di tanti pezzi di stoffa diversi. Spesso tessuta a più mani, può raccontare la storia di una persona, di un evento, di un’intera famiglia o di una generazione. Parla dell’identità fatta di tanti frammenti diversi, parla di noi, e del nostro essere multiculturali, dell’umanità sempre più multicolore e multietnica, ma con radici che si intrecciano. Storie di famiglia e alberi genealogici che non possono che contenere ed essere il frutto di molti viaggi. Un’identità generata da incontri e scontri, frutto di mille migrazioni. E così si costruisce la nostra storia privata, la nostra identità, un mosaico di storie che partendo dall’Africa con la nostra antenata Lucy la prima australopiteco, ripercorre i grandi viaggi dell’umanità».
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