Vanessa Gravina dà la voce a “Platero y yo”: «Un racconto primitivo ed evocativo»
L'attrice oggi in scena al Teatro Bismantova di Castelnovo Monti insieme al chitarrista Claudio Piastra
CASTELNOVO MONTI. «Ma ci saranno ancora degli asini a Moguer?». Questa è la domanda che si pongono i lettori di “Platero y yo” del poeta Juan Ramòn Jiménez (Premio Nobel per la letteratura 1956). Moguer è il paese andaluso dove il poeta è nato, e Platero è l’asino più famoso della poesia del Novecento.
Prosa o, meglio, poesia in prosa che per brevi capitoli ci parla di natura, fiori e animali a partire dalla storia di un'amicizia, quella tra il narratore e Platero. Dal testo il musicista Mario Castelnuovo-Tedesco, autore dal grande talento, nel 1960 sceglie 28 brani e su questi crea un melologo per voce recitante e chitarra che con l’attrice Vanessa Gravina e il chitarrista Claudio Piastra sarà eseguito sabato 26 febbraio (ore 18) al Teatro Bismantova di Castelnovo Monti.
«In Platero la voce diventa strumento per far sì che il poeta stesso possa raccontare di questa amicizia – spiega con sentita partecipazione Vanessa Gravina – È un racconto primitivo... primigenio dalla straordinaria potenza evocativa. A me che sono un’animalista, piace da impazzire! E inoltre sul piano interpretativo penso di riuscire meglio ad affrontare quest’argomento piuttosto di trattare del rapporto “madre-figlia”, avendo vissuto simbioticamente per 18 anni con una gatta (Princi) che ho fatto cremare, e ora sta sul mio pianoforte. Per questo adoro raccontare del piccolo asinello “soffice e soave” ...».
Gravina è un’attrice vera, profonda e convinta che, tra una ripresa e l’altra del “Paradiso delle signore”, dove interpreta la sofisticata e bellissima contessa di Sant’Erasmo, affronta con piacere e immenso interesse impegni come questi.
Tra l’altro ha appena interpretato a Udine un altro bellissimo melologo: “Enoch Arden” di Richard Strauss. «Questo asinello è come un filtro tra il poeta e la realtà che egli coglie attraverso gli occhi dell’essere puro – continua riferendosi al “Platero y yo” – ne viene fuori un racconto umano, un momento di altissima poesia, avvincente da ascoltare, perché è come un viaggio raccontato in cui tutto diviene meraviglioso. Amo molto lavorare con i musicisti perché ci si “accompagna” l’un l’altro senza antagonismi: anzi si diventa amici, come è successo con Claudio Piastra. E mi piace la chitarra perché rappresenta la libertà: la prendi in spalla e vai in viaggio dentro a questo bellissimo appassionante romanzo umano fuori dagli schemi... Scelgo pièce come “Platero y yo” con artisti di valore (anche umanamente) perché mi fanno stare bene e costituiscono una sorta d’antidoto, di vaccino per poi affrontare tutto il resto».
L’interprete alla chitarra Claudio Piastra che ha all’attivo l’interpretazione di questo melologo con David Riondino e Amanda Sandrelli sottolinea la pulizia, la precisione l’eleganza con cui la Gravina porta il testo sulla musica rispettando rigorosamente il desiderio dell’autore, immedesimandosi nel racconto in modo vero e profondo.
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