Gazzetta di Reggio

molte le raffigurazioni nelle nostre chiese 

A Forlì la mostra sulla Maddalena una santa da sempre amata dai reggiani

Giuseppe Adriano Rossi
A Forlì la mostra sulla Maddalena una santa da sempre amata dai reggiani

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REGGIO EMILIA. Alla iconografia di Santa Maria Maddalena è dedicata fino al 10 luglio una preziosa mostra allestita nelle sale dei Musei San Domenico di Forlì. Sono esposte duecento opere dal III al XX secolo.

Emblematico è il titolo: “Maddalena. Il mistero e l’immagine”. Il percorso è articolato in undici sezioni e le opere d’arte provengono dalle più importanti istituzioni museali nazionali e internazionali.

La mostra forlivese può costituire motivo di notevole interesse anche per il territorio reggiano, dove è particolarmente diffuso il culto di Santa Maria Maddalena. Infatti nel centro storico cittadino – dove ora è piazza Antonio Fontanesi – sorgeva anticamente la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, con annesso convento di monache benedettine. Questa chiesa aveva ampie proprietà nei sobborghi di Reggio, tant’è che l’unità pastorale che comprende le parrocchie di San Pellegrino e Gesù Buon Pastore è intitolata a questa santa. La chiesa e il convento furono abbattuti sul finire del XVIII secolo.

Si deve al pittore reggiano Cirillo Manicardi (1856-1925), insegnante e poi direttore della Regia Scuola di Disegno, l’esecuzione di uno splendido quadro rappresentante Santa Maria Maddalena, conservato nella chiesa di San Venanzio a Nismozza. La santa penitente è rappresentata in ginocchio – con le mani giunte e i capelli sciolti – davanti al Crocefisso; un teschio, appoggiato su un masso, sostiene un libro aperto. Il culto magdalenico è particolarmente diffuso nel nostro Appennino, come documenta il volume di Arnaldo Tincani “I Templari in Diocesi di Reggio”, arricchito da illustrazioni tra cui la riproduzione del reliquiario del piede destro della Maddalena, dapprima custodito nel monastero benedettino di San Prospero fuori le Mura, poi nel tempio cittadino di San Pietro e ora a Modena nella chiesa benedettina di San Pietro.

Grazie alla cortese segnalazione di Fernando Miele dell’Ufficio diocesano beni culturali e nuova edilizia, diretto da Angelo Dallasta, risulta che in diocesi sono intitolati alla Maddalena oratori a Busana, Ciano, Pontone, Castelnovo Monti, Fosdondo. Dipinti rappresentanti la santa sono nelle chiese di Canolo, Roteglia, Cerreto Alpi, Gombio, Roncolo, Ramiseto, Montecavolo, Grassano, San Pietro-città, Gavasseto, Albinea Pieve.

In mostra a Forlì figurano nella decima sezione “Espressioni novecentesche: la protesta e il dolore” due interessanti opere pittoriche dell’artista reggiano Giovanni Costetti; nato nella nostra città nel 1874, si spense a Firenze nel 1949. Si tratta dell’olio su cartone “La pentita” del 1919 e del carboncino a sanguigna “Le tre monache” eseguito nel 1924. Inoltre nella terza sezione “Dalla formazione del racconto alla Legenda aurea” è esposto “L’Evangelario di Matilde di Canossa” proveniente dal Museo Benedettino di Nonantola. Il manoscritto è aperto alla c. 45v: la miniatura rappresenta le Pie donne, tra cui Maddalena, al Sepolcro.

Un’ultima annotazione; nella Basilica della Ghiara, Santa Maria Maddalena è rappresentata nella grande pala del Guercino, dipinta nel 1625 e raffigurante Cristo morente in Croce, intenta a sorreggere la Madonna. Nella stessa cappella, a destra dell’altare di città, è la statua della santa, eseguita nel 1921 dallo scultore reggiano Armando Violi.