Gazzetta di Reggio

Aterballetto

Angelin Preljocaj in esclusiva italiana apre la stagione della danza al Valli

Giulia Bassi
Angelin Preljocaj in esclusiva italiana apre la stagione della danza al Valli

Il 24 settembre il coreografo francese presenta a Reggio la prima di Mythologies

03 luglio 2022
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Reggio Emilia In questi ultimi anni, il cartellone della danza della Fondazione I Teatri conteneva in assoluto le proposte più originali e significative per la qualità e il livello. Anche il prossimo – nella stagione 2022-2023 – si presenta come un imperdibile viaggio nell’universo della coreografia contemporanea, veramente di respiro internazionale. Gli spettacoli visti ultimamente hanno regalato anche preziose opportunità per “riflettere” – come solo in teatro si riesce a fare – sui temi attuali; chi è stato protagonista ci ha portato efficaci pensieri divenuti in palcoscenico incantate visioni, mostrando tutta la potenzialità e mutabilità del corpo umano che si fa performance a servizio di un’idea.

Tutti eccellenti i nomi in cartellone a partire da Angelin Preljocaj che con le musiche di Thomas Bangalter (ex Daft Punk) presenta Mythologies (prima ed esclusiva italiana il 24 settembre al Valli), una nuova creazione che esplora i nostri riti contemporanei e i miti fondatori legati al nostro immaginario collettivo. In scena ci sono dieci ballerini del Ballet de l’Opéra de Bordeaux e dieci ballerini del Ballet Preljocaj.

Musica barocca e danza contemporanea si combinano nella nuova produzione in prima assoluta e con musica dal vivo della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto con due coreografi dal Canada e da Cuba: Danièle Desnoyers e Norge Cedeño Raffo. In collaborazione con la Filarmonica Toscanini di Parma, Aterballetto porta in scena un ensemble musicale di cantanti e musicisti, danzando una suite barocca e lo Stabat Mater di Arvo Pärt.

Emanuel Gat, tra i più affermati coreografi della sua generazione, prosegue la sua lunga esplorazione dei punti di incontro tra coreografia e musica. Il suo Lovetrain2020 (26 marzo) è un “musical” contemporaneo per 14 danzatori, costruito sui grandi successi del duo britannico Tears for Fears (Mad world, Shout, Everybody Wants to Rule The World, Change, Sowing The Seeds Of Love). Un’ode coreografica al sound e all’atmosfera dei fantastici anni ’80 che verranno rievocati attraverso l’inesauribile energia dei danzatori in scena.

Tra i nomi in assoluto più rappresentativi della danza mondiale, la coreografa tedesca Sasha Waltz, assieme alla sua compagnia, saranno protagonisti il 5 maggio. Avvinghiata alle pièce musicali, che sceglie tra i capolavori della storia, questa volta costruisce la danza su In C di Terry Riley, ovvero il primo pezzo di musica minimalista (1964) che per Waltz e la sua compagnia è punto di partenza per una partitura coreografica tra ripetizione e improvvisazione.

Un altro graditissimo ritorno è quello di Ndt2 nata come un’estensione junior del Nederlands Dans Theatre, ma ora si è trasformata in uno straordinario gruppo che presenta una serata a tre coreografie, in prima italiana (1 ottobre): The Big Crying di Marco Goecke un pezzo intimo che parte dall’addio (al padre del coreografo) sulle note di Blood Roses, ninna nanna della morte cantata da Tori Amos. La seconda coreografia è Bedtime story dell’israeliano Nadav Zelner il cui linguaggio è appassionato, veloce, dettagliato nei minimi particolari, in cui miscela virtuosismo hip-hop e tecnica classica mentre il duo canadese Tiffany Tregarthen & David Raymond presenta Fathoms, che tra senso di minaccia e di malinconia, diventa una bella metafora dello squilibrio ora è così fortemente sentito nel mondo.

Seven Sins i vizi capitali diventano uno spettacolo con la Gauthier Dance/Theaterhaus Stuttgart, (10 febbraio) il cui direttore artistico Eric Gauthier ha chiamato il gotha della coreografia mondiale ad interpretare ognuno un vizio capitale. L’Accidia è toccata alla canadese Aszure Barton, il belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui si è concentrato sull’Avarizia, l’israeliana Sharon Eyal sull’Invidia, lo spagnolo Marcos Morau sulla Superbia, la tedesca Sasha Waltz sull’Ira. Ai due coreografi residenti della compagnia, Marco Goecke e Hofesh Shechter rispettivamente la Gola e la Lussuria.

Forte, poetico, irrinunciabile è Out of Context – for Pina, un atto d’amore verso Pina Bausch da parte di Alain Platel e les ballets C de la B (25 e 26 febbraio): uno spettacolo accolto trionfalmente ovunque, nel corso di una tournée mondiale che sembra non conoscere soste e che va ad aggiungersi ad un altro spettacolo del maestro della scena europea: quel cult Gardenia – 10 years later, che si potrà vedere in questa stagione sempre a Reggio, inserito nel Festival Aperto.

Torna la possibilità di abbonarsi a teatro, secondo questo calendario: prelazioni abbonati 2019-2020 (solo in biglietteria) fino al 16 luglio; nuovi abbonamenti: 19-30 luglio (in agosto solo online); vendita biglietti: da sabato 10 settembre. l

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