Una immersione nella polifonia spagnola con il coro Tenebrae
Il ’500 protagonista sul palcoscenico del teatro Valli di Reggio Emilia
Reggio Emilia Una immersione nella polifonia spagnola cinquecentesca attraverso i suoi due più importanti rappresentanti, Alfonso Lobo e Tomás Luis De Victoria (“Versa est in luctum” del primo e una selezione da “Tenebrae Responsories” e “Lamentations per il Sabato Santo” del secondo) per un concerto di forte suggestione in scena questa sera (ore 20.30) al teatro Valli.
Protagonista il coro inglese Tenebrae diretto da Nigel Short, uno dei gruppi vocali più interessanti degli ultimi anni il cui repertorio spazia dai capolavori del Rinascimento alla musica contemporanea, con numerose prime esecuzioni assolute e una speciale attenzione alla drammaturgia dei programmi, sempre tesi a comunicare al pubblico una esperienza di altissima qualità emotiva.
Ospite dei principali festival internazionali, in questa stagione il coro si esibirà negli Stati Uniti, ai Bbc Proms, alla Gewandhaus di Lipsia e in Australia.
Il direttore Nigel Short si è guadagnato una fama invidiabile per aver registrato ed essersi esibito con le principali orchestre e i maggiori ensemble vocali al mondo.
Cantante di successo, è stato membro del famoso ensemble vocale The King’s Singers dal 1994 al 2000.
Dopo aver lasciato il gruppo ha fondato Tenebrae, un coro virtuosistico animato dalla stessa passione e dedizione. Sotto la sua direzione, Tenebrae ha collaborato con orchestre e strumentisti di livello internazionale e oggi è considerato uno dei migliori cori al mondo. Il programma del concerto reggiano si focalizza quindi su due delle personalità musicali dominanti del Cinquecento spagnolo quali sono Alfonso Lobo e soprattutto Tomás Luis de Victoria famoso in tutta la Spagna.
I documenti dimostrano che i suoi guadagni, provenienti sia dagli stipendi che dalla vendita delle sue opere (dalle Fiandre, a Monaco fino in Perù), erano maggiori rispetto agli altri compositori del suo tempo.
De Victoria conduceva una vita ritirata (infatti non esistono suoi ritratti), nascosta, con la tendenza ad abbandonare tutto, musica inclusa, per dedicarsi alla contemplazione.
In lui la lezione di Palestrina (essendo stato suo allievo) viene assimilata e riletta alla luce di una estrema sensibilità che si esprime attraverso grandi cicli di mottetti (Tenebrae, Lamentationes) dominati dai colori scuri e da improvvise illuminazioni, da una acuta drammaticità che traspare da una scrittura controllatissima, sintetizzando al massimo livello (come Palestrina in Italia, Lasso in Germania e Tallis in Inghilterra) le utopie e le tensioni mistiche e spirituali del ‘500, ultimo secolo segnato dal primato della musica vocale.l