Gazzetta di Reggio

Reggio Emilia

In scena i sette peccati capitali e il gotha della coreografia mondiale

Giulia Bassi
In scena i sette peccati capitali e il gotha della coreografia mondiale

Ritorna la grande danza con la Gauthier Dance/Theaterhaus Stuttgart. Domani sera (ore 20.30) all’Ariosto: dall’ira all’invidia passando dalla lussuria

08 febbraio 2023
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Reggio Emilia Ritorna la grande danza con “I sette peccati capitali”: uno spettacolo unico a più voci e mani con la Gauthier Dance/Theaterhaus Stuttgart, in programma domani sera (ore 20.30) al teatro Ariosto.

Una produzione grandiosa in quanto riunisce sette coreografi di fama mondiale. Ognuno di loro trasforma un peccato mortale in un pezzo di danza.

Il risultato: un tableau variopinto composto con pièce di Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marcos Morau, Sasha Waltz e dei due artisti in residenza Gauthier Dance Marco Goecke e Hofesh Shechter.

Parliamo del l gotha della coreografia mondiale chiamato a raccolta dall’intraprendente Eric Gauthier, direttore artistico della compagnia.

Comincia la Pigrizia, affidata alla canadese Aszure Barton che utilizza connotazioni e immagini fugaci per caricare di significato il linguaggio dei suoi danzatori, orientandolo verso una misteriosa oscurità o una brillante ironia.

L’Avidità è invece indagata dal belga-marocchino Cherkaoui: lo fa nel suo stile morbido e fluente, comunica con l’hip-hop, il tango, la danza indiana o spagnola; mentre all’Invidia ci pensa Sharon Eyal che mostra l'incredibile dinamica di un organismo fatto di corpi uomo-macchina: cambiamenti minimi o variazioni seriali interrompono l'ordine dei suoi gruppi. E ancora Golosità è rappresentata da Goecke attraverso corpi che svolazzano, si contraggono e tremano.

La Superbia per Marcos Morau si compone di immagini e il suo collettivo di artisti catalani La Veronal crea quadri accattivanti, un teatro di danza sinestetico e multimediale sviluppato dal coreografo spagnolo ha nel suo linguaggio narrativo. La Lussuria esplode sul palco di Hofesh Shechter, che ne approfitta per descrivere l'aggressività, il caos e il desiderio di libertà, spesso impostati su ritmi hard rock composti da lui stesso; dunque, suoi pezzi esplodono letteralmente sul palco: la rabbia esistenziale brucia nei suoi gruppi selvaggi e inquieti.

Infine, l’Ira, affidata a Sasha Waltz: proveniente dalla scena indipendente, questa icona del teatro danza tedesco contemporaneo ha scosso la metropoli di Berlino e i suoi teatri in modo audace, ruvido e spesso bizzarro. Anche come personaggio affermato e venerato, non ha mai rinunciato alla sua radicale individualità: ancora oggi i suoi pezzi sono espressivi e intensamente fisici, anche quando mette in scena opere coreografiche in tutto il mondo e fa muovere i suoi danzatori negli ampi spazi di famosi musei.

La stagione di danza dei Teatri proseguirà il 25 e 26 febbraio all’Ariosto con “Out of context”, che Alain Platel ha dedicato a Pina Bausch. La coreografia racconta la fede assoluta nella forza del corpo umano, nel suo patrimonio di limiti, di potenzialità, di ricordi da ricomporre, ricercando la bellezza nascosta nella difficoltà, nel dolore, nella disabilità. Un tuffo nei meandri dell’esistenza, alla scoperta di qualcosa che si trova nell’uomo e nell’animale, di un’armonia che supera la dualità tra bello e brutto, individuo e comunità. Una sorta di rituale all’inseguimento di un’essenza introvabile: nel frattempo si vive non di ciò che si cerca, ma di ciò che vale la pena.

In Out Of Context, Alain Platel continua la sua ricerca di un linguaggio del movimento legato all’inconscio, all’arbitrario, all’incontrollato.