Gazzetta di Reggio

Il racconto

«Io, la fantastica Laura Pausini e i trent’anni di La Solitudine»

Cristiana Filippini
«Io, la fantastica Laura Pausini e i trent’anni di La Solitudine»

Il maestro Maurizio Tirelli diresse l’orchestra nell’esibizione di Sanremo 1993

10 febbraio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





RUBIERA. “Marco se n’è andato e non ritorna più...”. Quasi tutti abbiamo canticchiato l’attacco di questa canzone che 30 anni fa permise a Laura Pausini di spiccare il volo verso il successo mondiale. Un successo che tra fine giugno e inizio luglio sarà “certificato” con tre concerti in piazza San Marco a Venezia e due a Siviglia. Era infatti il Festival di Sanremo del 1993 quando il Pippo Baudo nazionale annunciava: «”La solitudine” di Cremonesi Valsiglio e Cavalli, dirige l’orchestra il maestro Maurizio Tirelli, canta Laura Pausini».

«Il sodalizio con Laura iniziò quasi per caso – ricorda il maestro Maurizio Tirelli da San Martino e rubierese d’adozione – in una sala d’incisione di Castelfranco Emilia».

Ci racconti.

«Ero in sala d’incisione con Andrea Mingardi per mettere a punto il pezzo che avremmo portato a Sanremo e nella stessa sala c’era anche Laura che provava il suo brano, ma non era ancora sicura di essere presa per la categoria Nuove proposte. Il suo produttore mi chiese se fossi stato disposto a dirigere l’orchestra e anche a scrivere la partitura nel caso l’avessero presa. Accettai e da lì inizio tutto».

Anche perché Laura venne naturalmente presa. Quale fu la sua prima impressione?

«Era molto giovane ma c’era una cosa che già si capiva bene: aveva una voce della Madonna (testuale, ndr). In più aveva già padronanza del palcoscenico, sapeva come gestire il microfono, aveva un'espressione convinta, quella di una ragazza felice, contenta e con le idee chiare. Trasmetteva entusiasmo. In poche parole: aveva una marcia in più e si distingueva dalle altre».

E la canzone diventò un successo mondiale.

«Una canzone straordinaria con un testo adatto ad una ragazzina di 18 anni. Fu una performance che conquistò davvero tutti: pubblico, critica e addetti ai lavori».

Tanto che il sodalizio continuò anche l'anno dopo quando gareggiò con i “grandi” e si classificò al terzo posto con “Strani amori” altro successo strepitoso.

«Altra canzone pazzesca cantata divinamente».

Laura le sarà grata per questo inizio di carriera.

«Dice che sono stato il suo portafortuna».

Ad oggi come sono i vostri rapporti?

«Ottimi, ma purtroppo poco frequenti. Lei vive per la maggior parte dell’anno a Miami ed è spesso in giro per il mondo. È un’artista planetaria, la prima italiana a vincere un Grammy».

Insomma nella sua rubrica ha il numero della Pausini?

«Sì, ce l’ho. A questo proposito, ci tengo ad aggiungere una cosa. Laura è anche una ragazza molto sensibile e ricordo che qualche anno fa Giulia Campani, una ragazza di Rubiera, espresse il desiderio di incontrarla. Chiamai Laura per farle arrivare la richiesta di Giulia, e Laura accettò senza esitare un attimo. Mantenne fede alla promessa e poco tempo dopo ci fu l'incontro».

Chiudiamo con un pronostico: chi vince Sanremo?

«Marco Mengoni. Per perdere – conclude il maestro Tirelli – può metterci solo del suo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA