Gazzetta di Reggio

Danza

Una sfida ai limiti dei nostri corpi lanciata dal mondo della danza

Una sfida ai limiti dei nostri corpi lanciata dal mondo della danza

La produzione della Fondazione Nazionale/Aterballetto debutta a Parigi

4 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Debutta domani, al teatro Chaillot di Parigi, la nuova produzione della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto - Centro Coreografico Nazionale con repliche fino al 23 febbraio.

La produzione arriverà al teatro Valli il prossimo 4 novembre. “Un jour nouveau” e “Birthday Party” i titoli delle coreografie firmate da due coreografi affermati, Angelin Preljocaj e Rachid Ouramdane, sul palco interpreti performer over 65. Coinvolti coproduttori internazionali, compagnie e teatri importanti con l’appoggio come partner scientifico della Fondazione Ravasi Garzanti di Milano.

Trasformazioni

Due coreografi affermati, ciascuno con una cifra precisa, affrontano in una creazione per la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto - Centro Coreografico Nazionale di Reggio Emilia alcuni temi di straordinario interesse, e non solo artistico. Le trasformazioni del corpo con l’età, i concetti stessi di bellezza e virtuosismo, l’autorappresentazione da parte di ciascuno di noi della propria età. L’invecchiamento non è un problema per l’attore, lo scrittore o per l’artista visivo: al contrario, spesso vediamo arricchirsi le tavolozze espressive. Ma nella danza, che è linguaggio artistico e universale, saremo forse ancorati (e limitati) dalla stessa concezione di performatività dello sport? Più in generale, il corpo che si trasforma con gli anni è un tema centrale nella nostra società, e nella sensibilità di ciascuno di noi. La danza ci permette di approfondire una ricerca in primo luogo artistica. Che i due coreografi intendono spingere fino in fondo.

Il corpo che cambia

Angelin Preljocaj, il coreografo della bellezza visiva e dell’intensità narrativa, non è alla ricerca soltanto di ex danzatori. Sono anche le persone che gli interessano per questo progetto, capaci di raccontare e creare un movimento nuovo e intenso.

Rachid Ouramdane cerca incessantemente nuove sfumature espressive e sperimenta i confini del corpo umano, arrivando fino al circo. In quest’occasione il suo interesse si è naturalmente orientato al music-hall, uno spazio straordinario per la danza popolare e colta, e anche una dimensione sociale.

Per Angelin Preljocaj come per Rachid Ouramdane è importante far reagire questa materia affascinante, fatta di corpi e di storie fisiche diverse, per questionare profondamente i canoni di bellezza e di virtuosismo.

Interpreti (danzatori e non danzatori) “senior”: ecco il cuore artistico di un ampio progetto che affronta un tema partendo dal punto di vista della danza. Alla proposta di creare oltre confini certi, i due coreografi hanno risposto con la generosità, la curiosità e l’energia intellettuale che è loro propria. Diversamente da altre importanti esperienze, che hanno voluto prolungare la carriera a nuclei di danzatori, in questo progetto l’obiettivo è poetico, e cristallizza domande davvero universali. Quella centrale ci viene suggerita proprio da Preljocaj: qual è l’età di un corpo?

Coreografie

“Un jour nouveau” è il titolo della coreografia di Rachid Ouramdane, musica originale Jean-Baptiste Julien. Danzatori: Darryl E. Woods e Herma Vos. Non c'è danza senza corpo e non c'è corpo che non invecchi. L'invecchiamento del corpo è spesso percepito come una regressione, eppure molti danzatori si sono reinventati invecchiando. Ad esempio, il buto di Kazuo Ohno ci ricorda che invecchiare non significa necessariamente arrendersi o indebolirsi fisicamente. Non sembra una fine ma piuttosto un inizio, come un'eco di una canzone di Etienne Daho, “Le premier jour du reste de ta vie”, che evoca il passare del tempo e l'inizio delle cose. «Questo antagonismo – spiega Rachid Ouramdane – l’ho percepito nel mio incontro con Herma Vos e Darryl E. Woods, che hanno già una lunga carriera artistica. Parlare con loro, vederli danzare, ha evocato molte capacità di resilienza di fronte agli eventi della vita. Sorprendentemente, mentre stavamo lavorando a un pezzo che sonda lo scorrere del tempo, mi hanno suggerito di sospenderlo».

“Birthday party” è invece la coreografia firmata da Angelin Preljocaj. Musica: 79D. Additional music: Anton Bruckner, Józef Plawioski, Paul Williams, Lee Hazlewood, Johann-Sebastian Bach, Maxime Loaëc, Craig Armstrong, Stinky Toys. Danzatori: Mario Barzaghi, Sabina Cesaroni, Patricia Dedieu, Roberto Maria Macchi, Elli Medeiros, Thierry Parmentier, Marie-Thérèse Priou, Bruce Taylor. «Ogni anno, in un giorno fisso – riflette Preljocaj – il nostro compleanno aggiunge un'unità al conto della nostra esistenza. Ma qual è l'età di un corpo? Si tratta dell'età biologica o di quella legata alla pratica della sua attività? È l'età che gli altri gli attribuiscono o quella che l'essere in questo corpo sente? Volevo condividere questa domanda con persone che hanno avuto il privilegio, e in un certo senso la possibilità, di attraversare diverse età della vita». In questo progetto, gli otto intepreti, di età compresa tra i 67 e gli 80 anni, cercano di rispondere, e potrebbero ben riecheggiare la frase di Spinoza “l'anima è un pensiero del corpo”. « Che pensiero generano questi corpi? Come possono allontanarci da idee preconcette, come possiamo sviluppare una scrittura coreografica specifica e cercare così di avvicinarci ai limiti di questi corpi che invecchiano? Ma soprattutto divertendosi con loro, come a una festa di compleanno che prende la forma di un esorcismo che ci porta negli interstizi del tempo di una vita umana».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA